“Allenatori sbagliati, infortuni, pressioni, ma non mollo: il calcio è una parte di me”, Desiree, 14 anni, sul dropout.
Dopo aver letto l’intervento del Prof.Maurizio Mondoni sulla piaga del dropout giovanile, la nostra Redazione Baby ha lavorato sul tema, con le proprie esperienze sportive.
di DESIREE B.
Molti ragazzi alla mia età, intorno ai 14 anni, mollano per colpa degli allenatori, o di allenamenti noiosi, o perchè magari il loro lavoro non viene valorizzato. O comunque gli allenatori vogliono solo vincere e ciò porta a perdere passione. A volte viene anche a me voglia di mollare perchè ho avuto allenatori sbagliati e il mio duro lavoro non veniva visto, nonostante io andassi ad allenarmi dalle cinque alle sette con i portieri e poi dalle sette alle nove con la squadra, per quattro ore di fila. E io continuavo a giocare un tempo, o direttamente in panchina per tutta la partita, mentre l’altro portiere veniva quando voleva, e poi veniva insultata, ma giocava.
Adesso sono andata in un’altra squadra, con un altro mister vengo valorizzata, gioco titolare e tutti credono in me. E’ molto faticoso e, per vari infortuni, il mio corpo non regge più: non riesco più a saltare come prima, per infortuni alle caviglie, alle ginocchia, e altri problemi, però continuo a giocare, perchè amo il calcio, non riesco a farne a meno, e sono sicura che un giorno tutto quello che sto facendo mi verrà ripagato.
Per i ragazzi che hanno mollato mi dispiace molto perchè avere una passione che poi svanisce così è molto brutto: spero che almeno con gli amici, nel tempo libero, continuino a giocare. Penso che perdendo questo sport perdi una parte di te.