Gemelle Villa :“Non me l’aspettavo. Il basket di Matilde Villa”
di EDOARDO CASATI
In questo momento storico, dove il basket femminile è ancora all’ombra e riemerge solo dopo grandi risultati, come il Bronzo ad Eurobasket 2025, c’è una famiglia, originaria di un paese della Brianza, dove sono nate due promesse della pallacanestro presente e futura.
Loro sono, Matilde ed Eleonora Villa, classe 2004.
Matilde, diplomata al Liceo Scientifico Sportivo, ora in forza alla Reyer Venezia, vincitrice del campionato di A1 della stagione 2023-2024 e prima italiana ad essere selezionata al draft di WNBA senza passare dai college americani.
Eleonora, diplomata al Liceo delle Scienze Umane, è stata punto di riferimento per molte stagioni del basket Costa, in estate 2023 decide di volare oltreoceano e approdare al Washington State University (NCAA).
Venerdì 6 Giugno 2025, in esclusiva su RaiPlay è stata lanciata la nuova docu serie dal titolo: “Non me l’aspettavo. Il basket di Matilde Villa”.
Questa serie racchiude la più bella storia sportiva di una famiglia che, sin dagli inizi, con il fratello maggiore, Edoardo, ha dato tutto alla pallacanestro.
Matilde, perché proprio non me l’aspettavo?
“Non me l’aspettavo” racchiude tanti momenti: non mi aspettavo che il basket diventasse così centrale nella mia vita, non mi aspettavo di arrivare dove sono oggi, non mi aspettavo neanche tutte le difficoltà. È un titolo che racconta la sorpresa, ma anche la gratitudine per un percorso che si è costruito passo dopo passo, spesso in modo imprevedibile”.
E il tuo rapporto con Ele?
“Essere gemelle vuol dire avere un modello accanto, ma anche un’amica vera. Lei c’è sempre stata, anche nei momenti più difficili. Abbiamo un rapporto forte, profondo. Quando la vedo giocare, mi emoziono. E quando giochiamo insieme, sento che possiamo tutto”.
Nella docuserie ci sono riprese di Eleonora oltreoceano, in college.
Ele, cosa significa lasciare tutto per seguire un sogno?
“Lasciare tutto per andare al college è come tuffarsi nell’incognito con la speranza che il salto valga la pena. Per me, come studente in un college americano, lasciare la zona di comfort; casa, famiglia, amici, è stato un atto di coraggio. Ma è anche un’esperienza che ti trasforma. Inseguire un sogno significa sacrificare certezze, ma è anche un’opportunità di crescita che non ha prezzo. Tutto diventa più grande: i successi, le sfide, le emozioni. Ma questo cammino non è facile, perché spesso ti trovi a chiederti se stai davvero facendo la cosa giusta. Però, quando vedi le piccole vittorie, quando ti rendi conto che ogni passo ti sta portando più vicino alla tua meta, capisci che ne è valsa la pena. E per me, il sogno non è solo il traguardo, ma anche il viaggio. Quindi sì, lasciare tutto ti fa sentire vulnerabile, ma allo stesso tempo ti rende più forte, perché vivi un’esperienza che ti fa crescere come persona e come atleta”.
Avere una sorella gemella è emozionante, cosa vuol dire esserlo di Mati?
“Essere la sorella gemella di Mati è una parte fondamentale di chi sono. È un legame che mi definisce e mi accompagna in tutto, da sempre. Mati è una delle persone più importanti per me, siamo cresciute insieme condividendo ogni momento, ogni pensiero, ogni emozione. Anche quando siamo lontane, il suo supporto e i suoi consigli sono sempre con me, come una voce che mi guida in ogni scelta. Non importa dove siamo o cosa facciamo, so che possiamo contare l’una sull’altra”.
I meriti dell’inizio della carriera cestistica di Mati ed Ele sono un po’ del fratello Edoardo, classe 2002, ma effettivamente è tutto merito tuo?
“Scherzando mi prendo spesso il merito di averle avvicinate al mondo del basket ma in realtà ogni loro traguardo è frutto del loro talento, del loro impegno e della gioia per quello che fanno.
Essere loro fratello mi rende molto orgoglioso, non solo per quello che fanno sul campo ma anche per il loro modo di essere e di affrontare le varie sfide quotidiane”.
Ele e Mati, oltre al supporto di Edo, hanno papà Paolo e mamma Nadia pilastri portanti della famiglia.
Paolo, cosa vuol dire avere due atlete a casa?
“Vuol dire vivere tutto con il cuore in gola! È una grande emozione, ma anche un grande equilibrio da mantenere. Vederle inseguire i loro sogni con questa determinazione ci riempie di orgoglio. Ma siamo sempre mamma e papà, prima di tutto.
Siamo anche taxi, cuochi, psicologi, tifosi! È un’avventura quotidiana. Ma sono loro che ci danno la carica: la loro passione è contagiosa”.
Nadia, due atlete a casa, cosa vuol dire? Quanto è stata importante la vostra unità familiare per la crescita umana e sportiva dei ragazzi?
“Sono ovviamente orgogliosa di quello che così giovani hanno raggiunto ma sinceramente dirti cosa vuol dire faccio fatica.
Per me restano le mie geme di sempre. Potrei dirti che di riflesso capitano interviste o delle apparizioni. Quest’ultime poi mi imbarazzano molto. Non siamo gente che ama mettersi in mostra. Per i figli si fa anche questo.
Sull’unione famigliare noi abbiamo fatto del nostro meglio per crescerli ed educarli con certi valori. Come credo tutti i genitori facciano. Poi la passione per questo sport ha sicuramente avvicinato molto le gemelle ad Edo e papà. È una passione comune. Lo stesso sport educa, quindi credo che il merito sia un po’ di tutti”.
In un mondo che spesso misura tutto in numeri e risultati, la storia delle sorelle Villa ricorda che dietro ogni successo ci sono legami, sacrifici e passioni condivise. Matilde ed Eleonora stanno scrivendo un capitolo speciale del basket italiano, ma il loro vero punto di forza resta ciò che le ha sempre accompagnate: una famiglia unita e il coraggio di inseguire i propri sogni, insieme.