Lo sport inclusivo che ispira la ricerca: Real Eyes Sport alla Conferenza Internazionale EACD-IACD 2025
di FRANCESCO MAFERA
Un importante passo avanti nella ricerca scientifica legata allo sport è stato fatto. E nella direzione di renderlo sempre più inclusivo. A metà luglio, la Conferenza Internazionale congiunta EACD-IACD 2025, è stata un’ altra di quelle irripetibili occasioni per dare grande rilievo alla promozione della salute e del benessere nei bambini con disabilità. Al centro dell’attenzione, lo studio coordinato dal dott. Matteo Porro, dedicato all’analisi delle abilità motorie nei bambini con disabilità visiva.
Dove nasce la ricerca: dal campo alla scienza
L’origine di questo lavoro risale a un’esperienza concreta e significativa: il Camp Real Eyes Sport di Tirrenia, organizzato due anni fa. È proprio lì che sport e ricerca si sono incontrati in maniera tangibile. Durante il Camp, pensato per offrire ai bambini con disabilità visiva un’opportunità unica di crescita personale e sportiva, sono stati somministrati test mirati per analizzare e comprendere le loro competenze motorie.
L’idea ha preso forma grazie al confronto tra il team di Real Eyes Sport e il gruppo di ricercatori, con l’obiettivo di documentare scientificamente l’impatto che lo sport adattato può avere sullo sviluppo delle abilità motorie nei bambini con disabilità visiva. La raccolta dati, realizzata con attenzione e rispetto, ha posto le basi per una riflessione più ampia sul ruolo dello sport come strumento di inclusione e crescita.
Il lavoro scientifico: rigore, passione e collaborazione
Il contributo, attualmente in fase di sottomissione a una rivista scientifica, è stato firmato da Giulia Chiara Castiglioni, Giulia Hirn e Marco Lippolis. Il dott. Matteo Porro ha avuto il ruolo di coordinatore del gruppo di ricerca e ha presentato lo studio in sede internazionale, valorizzando l’impegno collettivo che ha reso possibile questo traguardo.
Un lavoro non solo frutto di un’analisi quantitativa e qualitativa, ma che ha rappresentato la testimonianza viva di ciò che può nascere dall’incontro tra professionisti della salute, educatori sportivi e, soprattutto, giovani atleti pronti a mettersi in gioco.
Perché la ricerca è fondamentale per l’inclusione
La realtà di Real Eyes Sport è una di quelle che ha creduto fermamente al ruolo preminente della ricerca scientifica e la concepisce come una leva fondamentale per promuovere e migliorare lo sport adattato. Comprendere i bisogni specifici, misurare i progressi, individuare metodologie efficaci: sono questi gli elementi che per RES contribuiscono a costruire un modello sportivo realmente inclusivo, capace di valorizzare ogni persona nella sua unicità.
Un insieme di aspetti che, nel connubio con eventi come la EACD-IACD Conference, possono essere veicolati. E nella fattispecie concreta, attraverso una piattaforma preziosa per condividere buone pratiche, diffondere risultati e ispirare nuove collaborazioni tra il mondo accademico e quello sportivo.
Un grazie ai veri protagonisti: i giovani atleti
Un ringraziamento speciale nell’ambito dell’iniziativa è poi stato quello rivolto a tutti i partecipanti del Camp Tirrenia, che con il loro entusiasmo, la loro energia e la loro disponibilità hanno reso possibile fin dal principio questo progetto. Quali veri protagonisti di questo percorso, grazie al loro contributo i dati raccolti hanno trasformato la semplice statistica in un messaggio potente di possibilità, crescita e speranza.
Un apporto che può far proseguire su basi ancor più solide l’impegno di RES nella promozione dello sport per tutti. Per continuare a marciare convintamente lungo un percorso nel quale si sappia che ogni passo verso l’inclusione sia un passo verso una società più giusta, aperta e consapevole.