Quando il calcio racconta una storia, come quella di Pioli a Firenze
di GAIA SIMONETTI
Ci sono storie che il calcio disegna come fossero opere d’arte. Prende ispirazione dalle emozioni che spesso vengono imbrigliate e marcate a uomo per fermarle. Proprio per non farle avanzare neanche di un centimetro.
C’è, invece, una storia che parla di emozioni e di un legame forte e speciale con la città di Firenze. È come la tessera mancante di un puzzle che fa un insieme. È la storia di Stefano Pioli e Firenze.
“Ho scelto Firenze perché me la sento dentro”, queste le sue parole nel corso della presentazione della nuova avventura in viola.
La tifoseria lo ha salutato con lo striscione: “Bentornato Mr. Pioli”.
Il tecnico di Parma ha costruito una relazione con la città e la piazza che oltrepassa il tempo. Il suo ricordo commosso di Davide Astori, ” il mio capitano” – come lo definisce- è scolpito nel cuore oltre che nel tatuaggio sul braccio dell’allenatore. Segni indelebili che onorano la memoria.
Stefano Pioli è anche ambasciatore di gentilezza. Nel marzo 2023, in ritiro con la sua ex squadra, il Milan, gli consegnammo come Ussi, il Premio Costruiamo Gentilezza nello Sport per come trasmette i valori in campo e nella vita. Lo accolse con un sorriso. Accarezzò la maglia, simbolo del Premio, disegnata dai bambini. “Un premio alla gentilezza di cui sono onorato e vi ringrazio”.