ANMIL e la traversata di 11 km di motivi per volercela fare
di FRANCESCO MAFERA
Una sfida a nuoto per la sicurezza sul lavoro e l’inclusione: è questa l’iniziativa solidale promossa da ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi), pronta a sbarcare sulle coste della Toscana. A Piombino il prossimo 4 settembre, alle prime luci dell’alba, da Porto Cavo sull’Isola d’Elba, prenderà il via una straordinaria traversata a nuoto di 11 chilometri con arrivo previsto a Piazza Bovio, nel cuore di Piombino. Ma non si tratta solo di un’impresa sportiva: questa sfida rappresenta un forte messaggio di speranza, impegno civile e lotta per la dignità del lavoro.
L’esempio di Andrea Lanari: quando la resilienza è il motore che ti spinge a ripartire
L’iniziativa nasce da un’idea di Andrea Lanari, Vicepresidente di ANMIL Marche e Testimonial per la sicurezza, che ha fatto della sua esperienza personale — segnata da un grave infortunio sul lavoro che lo ha privato delle mani — un motore per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di prevenzione e tutela dei lavoratori. Dopo la traversata dello Stretto di Messina riuscita nel 2024, Lanari ha deciso di rilanciare con una nuova sfida ancora più impegnativa, per non spegnere i riflettori su una problematica tanto drammatica quanto attuale: la sicurezza sul lavoro.
A sostenere l’impresa è ANMIL, l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, insieme alla sua sezione sportiva ASD ANMIL Sport Italia, nata proprio per favorire l’inclusione e la rinascita personale attraverso lo sport paralimpico. L’obiettivo non è solo quello di compiere un gesto atletico estremo, ma di portare in mare — simbolicamente e concretamente — i valori della resilienza, della memoria e della solidarietà.
Al fianco di Lanari nuoteranno persone che condividono con lui legami affettivi, esperienze lavorative e impegno sociale: suo figlio Kevin; Andrea Rossi, consigliere ANMIL di Pesaro; Marco Trillini, istruttore di nuoto per persone con disabilità nonché operatore del Centro Papa Giovanni XXIII e Lorenzo Carnevalini, amico ed ex collega. Ad accompagnarli, in canoa, ci sarà anche Alessandro Gattafoni, atleta paralimpico affetto da fibrosi cistica e già protagonista della traversata in kayak da Civitanova Marche alla Croazia per sensibilizzare sulla sua malattia. Insomma, un’unione di intenti a partire da esperienze particolari e che hanno richiesto a tutti uno sforzo importante per andare avanti nella vita tra coraggio e abnegazione.
Solo pochi giorni addietro, Lanari raccontava così lo spirito dell’impresa:
“Dedico questa traversata a chi ha perso la vita sul lavoro, a chi ne porta le cicatrici, a chi combatte ogni giorno con una disabilità o una malattia professionale. La mia storia dimostra che si può ripartire, che si può trasformare un trauma in un nuovo inizio. Questa nuotata è il nostro modo per dire che il lavoro deve essere sicuro. E che ogni vita conta.”
Anche il Presidente nazionale ANMIL, Antonio Di Bella, ha voluto esprimere il sostegno dell’Associazione:
“Lo sport può diventare uno strumento di riscatto, di benessere psicologico e di inclusione. È per questo che come ANMIL crediamo fortemente in iniziative come questa, che accendono i riflettori su una piaga tuttora grave: l’insicurezza nei luoghi di lavoro.”
Una sfida ed un traguardo per riflettere sul tema della prevenzione
I numeri parlano chiaro: secondo i dati INAIL relativi ai primi sei mesi del 2025, in Italia si sono verificati oltre 299.000 incidenti sul lavoro, con 502 vittime e quasi 51.000 casi di malattie professionali — un aumento preoccupante rispetto al 2024.
Ed è appunto per questo che l’arrivo a Piombino sarà accolto dalle istituzioni locali e dai rappresentanti di ANMIL e della LIFC (Lega Italiana Fibrosi Cistica), in un momento di festa ma anche di riflessione collettiva. Fondamentale il contributo di enti e associazioni del territorio, come la Lega Navale di Piombino e le società di nuoto locali, che garantiranno supporto logistico e sicurezza durante la traversata. Un sistema da approntare per poter offrire protezione e sicurezza anche in modo da custodire e dare risalto al messaggio fondamentale che è quello di una maggiore salvaguardia delle persone.
6 miglia marittime per compiere un’impresa simbolica
Quella della nuotata solidale non sarà soltanto una dimostrazione di forza fisica, ma anche di resistenza mentale nonchè una testimonianza attiva di coraggio e di impegno sociale. Ogni bracciata vuol essere un richiamo alla prevenzione, un omaggio a chi non c’è più e una spinta verso una società più inclusiva, dove le persone con disabilità non solo trovano spazio, ma diventano protagoniste del cambiamento. Una evoluzione che nasce dalla loro spinta interiore verso un futuro diverso da quello di un destino che sembra segnato in negativo. Una riscoperta di se stessi tra le onde del mare, dove si abbandonano i pensieri e riemergono i ricordi nell’accettazione della vita per quella che è, ovvero un tragitto talvolta impervio delle acque in tempesta della nostra esistenza, laddove la forza d’animo può domarle e chi ha attraversato il dolore ha compreso di dover trovare la via e avere la pazienza per farsi condurre fino a riva.