Memorial Bini: il calcio giovanile per la sicurezza nello sport
di FRANCESCO MAFERA
Un semplice torneo Under 15? Uno dei tanti? No. Molto di più. Un’occasione per ricordare, ma soprattutto per non dimenticare e imparare dagli errori e dalle esperienze negative. Una manifestazione nata dal dolore, ma trasformata nel tempo in un’occasione di crescita, riflessione e sport sano. Soprattutto perché vissuto in piena sicurezza. Un evento in cui si è capito che la priorità non è quella di dare l’esclusiva alla parola competizione e che questa va fatta coesistere con la dimensione legata alla sicurezza nello sport. E così, da quel maledetto 2 Febbraio 2008, chiunque alzi la Coppa di questo torneo, lo fa per celebrare prima di tutto un ragazzo amato da tutti.
Un torneo che guarda avanti senza dimenticare
Oggi, dopo tantissime edizioni, il Memorial Alessandro Bini è diventato un appuntamento fisso nel panorama calcistico giovanile della Capitale: un torneo riconosciuto per la qualità tecnica delle squadre partecipanti, ma anche e soprattutto per il valore simbolico che porta con sé: la promozione della sicurezza nello sport come diritto fondamentale di ogni atleta, a partire dai più giovani.
Il Memorial nacque per ricordare un ragazzo di soli 14 anni che oggi ci ha lasciato 17 stagioni fa quando, sul campo sportivo Sant’Anna al Quadraro a Roma, durante una partita del campionato Giovanissimi fu vittima di una tragica fatalità: un incidente causato da un rubinetto sporgente a bordo campo, che mai avrebbe dovuto trovarsi a meno di un metro dalla linea laterale e sul quale il giovane batté violentemente la testa durante una dinamica di gioco. Un fatto che ha segnato profondamente il mondo sportivo romano e nazionale, sollevando interrogativi sulla sicurezza degli impianti e sulla responsabilità delle società sportive.
Proprio da questo dolore è nato però un impegno concreto: sensibilizzare istituzioni, tecnici e famiglie sull’importanza della prevenzione, sulla necessità di strutture adeguate, e sull’obbligo morale di tutelare la vita dei ragazzi che praticano sport.
Da li in poi, chiunque abbia ospitato le varie edizioni del Torneo, ha dato il proprio contributo nello svolgere indagini molto scrupolose atte a rendere idonei i propri impianti. Una prassi diventata abitudine costante e che ha portato anche per questo a far crescere il torneo nell’armonia di un grande spirito di solidarietà e cooperazione che ha costituito la più grande vittoria. Un traguardo che ha rappresentato motivo di enorme orgoglio e soddisfazione per Delia Bini, Presidente dell’Associazione in onore di Alessandro e mamma del ragazzo prematuramente scomparso.
La XVII edizione – 2025: trionfa la Vigor Perconti
Quest’anno, il Torneo, da Santa Marinella si è trasferito all’interno dei confini della Capitale dove lo scorso 12 settembre presso il Centro Sportivo Bettini si è conclusa la XVII edizione del Memorial, ancora una volta patrocinata dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC.
A conquistare il trofeo è stata la Vigor Perconti, protagonista di un’ottima finale contro un ostico Grifone, al termine di una partita combattuta e giocata ad alti ritmi.
La vittoria della Vigor altro non è che il coronamento di un percorso fatto di gioco di squadra, disciplina e valori, ma in piena sintonia con lo spirito del torneo.
A margine della finale, è stato conferito anche il Trofeo Paolo Testa, rinnovando l’importanza di un calcio fatto non solo di risultati, ma di educazione, formazione e rispetto.
Oltre il calcio: un messaggio che continua
Il Memorial Alessandro Bini oggi rappresenta molto più di un semplice torneo. È diventato simbolo di memoria attiva, un richiamo costante alla necessità di investire nella sicurezza sportiva e nella tutela dei giovani atleti. Un momento in cui sport, responsabilità e valori si incontrano sul campo.
Ogni edizione è un’occasione per ricordare Alessandro, ma anche per costruire – attraverso lo sport – un futuro migliore, più sicuro, più giusto.
E se ogni partita giocata è un tributo alla sua memoria, ogni sorriso di un giovane calciatore è la prova che da una tragedia può nascere qualcosa di prezioso.