Calcio&Fairplay a Fiesole e Borgo San Lorenzo per un calcio più sereno, inclusivo e formativo
di FRANCESCO MAFERA
Durante lo scorso week end, nella terra dell’ex Gran Ducato di Toscana, hanno avuto luogo un paio di tornei all’interno dei quali si è sperimentato qualcosa di diverso a proposito dell’attività calcistica di base: due eventi, a Fiesole e Borgo San Lorenzo che hanno mostrato come un cambiamento di prospettiva sia possibile e riesca ad arricchire l’esperienza sportiva di bambini, istruttori e famiglie.
L’obiettivo? Promuovere un calcio più sereno, inclusivo e formativo in un modo puramente genuino di ripensare la competizione. Motivo per cui i risultati sono stati decisamente incoraggianti.
Integrazione e collaborazione: squadre miste per un calcio senza confini
Nel torneo mattutino di sabato a Fiesole, in modo estemporaneo e spontaneo è arrivata una sorpresa decisa tutti insieme: improvvisamente si è voluto mischiare i bambini di quattro società diverse (Fiesole Calcio, Usd Rinascita Doccia, Athletic Calenzano Calcio ASD e AC Settimello ASD) in squadre inedite. Un esperimento che ha ha favorito fin da subito l’integrazione, il rispetto reciproco e la collaborazione tra piccoli atleti fino a quel momento “avversari”. L’iniziativa ha reso il torneo un vero momento di crescita sociale e personale, dimostrando quanto il calcio possa essere strumento di unione e non solo di competizione.
Genitori protagonisti positivi: tifosi di entusiasmo, non di pressione
Un altro aspetto estremamente positivo e che si è auto generato in maniera naturale è stata la reazione del pubblico. A Fiesole, senza che fosse richiesto, circa 40/50 genitori hanno trasformato le tribune in uno spazio di tifo costruttivo, dando vita a quella che è confluita in una “partita applaudita” senza soluzione di continuità. Questo comportamento spontaneo, come per effetto domino e in un interscambio che come per osmosi ha contribuito ad alimentare energia positiva nell’ambiente, ha creato un clima sereno, privo di urla o pressioni, ed ha incrementato il divertimento e la concentrazione dei bambini. Un chiaro segnale di quanto anche gli adulti possano dimostrarsi pronti a riscoprire il vero spirito dello sport e dare l’esempio a quei coetanei che ancora oggi, purtroppo, non riescono a comportarsi in maniera irreprensibile.
Libertà di gioco: Istruttori in ascolto, bambini protagonisti
Nel pomeriggio, a Borgo San Lorenzo, si è invece fatto un passo ulteriore: gli istruttori sono stati invitati a limitare al minimo le indicazioni durante la partita, lasciando spazio all’autonomia dei piccoli calciatori.
Anche questa mossa ha prodotto un match vissuto dai ragazzi con maggiore serenità, dove gli stessi hanno imparato a comunicare tra loro, gestire le emozioni e prendere decisioni in campo in totale libertà. Anche i genitori, informati e coinvolti, hanno rispettato il silenzio educativo, dimostrando grande maturità e comprensione.
Autogestione ed educazione emotiva: piccoli grandi calciatori in crescita
In questo clima così disteso, l’aspetto forse più sorprendente è stato quello di poter osservare come, anche in momenti di tensione o piccolo agonismo, i ragazzi siano riusciti a gestirsi da soli, senza interventi esterni. Questo tipo di ambiente ha favorito lo sviluppo di responsabilità, autocontrollo e spirito sportivo. Tutto ciò dunque a coronamento di una serie di momenti riconcilianti con lo sport che hanno evidenziato come, laddove il contesto è meno pressante, i bambini non solo giocano meglio, ma crescono anche come persone.
Un futuro da coltivare: esperimenti da ripetere
I segnali emersi da queste due esperienze sono chiari ed hanno messo in luce un fattore inequivocabile: che quando si cambia il modo di vivere la partita, a prescindere dal livello di positività e dalle possibilità di testarne l’efficacia, vien da sé che il clima migliori, cosi come il divertimento e lo sviluppo educativo dei bambini. Perché si danno nuovi stimoli e ogni sensazione può essere assorbita e replicata in maniera amplificata.
Dunque, se il buongiorno si vede dal mattino, come recita il detto, c’è ogni ragione per credere che queste idee debbano essere non solo riproposte, ma estese a tutto il movimento calcistico giovanile affinchè un calcio diverso sia possibile. Un calcio che, come dimostrano Fiesole e Borgo San Lorenzo, è già cominciato.