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Curiosità dai campi

Arzignano Valchiampo dove si lavora la pelle e si coltiva l’anima

Redazione Quarto Posto
5 Ottobre 2025
  • copiato!

di FRANCESCO MAFERA  

Nella terra dove si lavora la pelle, c’è chi ha imparato anche a prendersi cura del cuore e dell’anima delle persone. Arzignano, provincia di Vicenza, è una delle capitali mondiali della concia. Qui l’odore delle pelli e del tannino accompagna ogni strada, ogni casa, ogni cortile. Ma oggi, in mezzo a fabbriche, vasche e operai, c’è anche una squadra di calcio approdata nel professionismo. Un club che cresce sportivamente parlando e nel quale, tuttavia, non si è scelto di limitarsi a rincorrere un pallone. L’Arzignano Valchiampo non è solo Serie C, è molto di più, perchè quella lettera vale anche come iniziale di molte parole dal significato importante: non riguarda solo la competizione, ma sta per cuore, coesione, comunità e coraggio. Quello di prendere altre strade e farlo con la massima dedizione. Sentieri difficili da battere in un certo modo come quelli dell’inclusione, del rispetto, dell’ambiente e dell’uguaglianza. Arzignano è uno di quei progetti socio-sportivi “mascherato” (in senso bono) da club di calcio. 

Una squadra figlia della sua terra

L’Arzignano nasce da qui, da una valle operosa, abituata al lavoro e al silenzio. Una città con più aziende che bar e dove la conceria, con le sue regole e i suoi ritmi, ha forgiato un’intera comunità: si lavora tanto, si parla poco, si dimostra con i fatti.

La società calcistica — FC Arzignano Valchiampo — ha respirato tutto questo. Ma ha saputo anche andare oltre. Perché mentre intorno si lavora la pelle, dentro si lavora sulle persone. Non solo per vincere sul campo, ma per lasciare un segno nel “tessuto umano”. E mai termine potrebbe essere più appropriato, se oltre alle caratteristiche di questo luogo, si vanno ad elencare e a descrivere quelle che sono tutte le iniziative portate avanti. 

Un calcio davvero per tutti 

Nel 2020 nasce “Un Calcio per Amico”, progetto per l’inclusione di ragazzi e ragazze con disabilità. Allenamenti settimanali, staff qualificato, volontari, cooperative. Niente barriere, niente pietismo: solo un campo, un pallone e la voglia di esserci. In collaborazione con ASD Tezze Calcio e la Cooperativa Moby Dick, il progetto cresce, si consolida, diventa parte integrante della missione del club. 

Un primo step propedeutico a formare nuove coscienze per una società sportiva davvero inclusiva. Fino all’attualità: nel 2025, in questo senso si è compiuto un altro passo attraverso il progetto “Un calcio alle barriere”, iniziativa dedicata ai bambini affetti da autismo. Qui l’inclusione è su misura: orari adattati, staff formato, strutture accoglienti. Non si insegna solo a giocare, ma a convivere. A comunicare con altri mezzi. A vincere partite che non finiscono al 90’. 

Società operante ad ampio spettro: inclusione anche come sostegno ai tifosi per costruire comunità 

Il club ultimamente ha vagliato e approvato anche la possibilità di ingresso gratuito per le scuole e in occasione della partita contro l’Atalanta U23 ha riservato il libero accesso all’impianto per studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, incluso un accompagnatore adulto per ciascuno. Un segnale forte e destinato non tanto a fidelizzare un numero di appassionati superiore allo scopo appunto di ottenere un giorno maggiori introiti, ma per avvicinare i giovani e costruire insieme a loro una nuova identità sociale fatta di consapevolezza e senso di responsabilità e appartenenza.

Donne non solo da applaudire, ma anche e soprattutto da rispettare

Nel novembre 2024, il club ha aderito inoltre alla campagna #IlSilenzioÈViolenza, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Fasce rosse al braccio, striscioni in campo, ma anche collaborazione concreta con realtà come Donna Chiama Donna e la Fondazione Sant’Angela.

Non è solo simbolismo: è responsabilità. Un messaggio rivolto ai giovani, alle famiglie, ai tifosi. Perché il calcio, se vuole, può anche educare e non esistono compromessi ne scorciatoie. Serve un impegno reale, concreto e tangibile anche nel sociale che altro non è  che il riflesso di quello quotidiano nel lavoro di tutti i giorni. In quella mentalità del silenzio che accompagna la disciplina e la discrezione nel rispetto per il vissuto delle persone. 

Nel frattempo, l’Academy Femminile continua a crescere con le ragazze nate tra il 2008 e il 2015 che possono disporre di uno spazio per formarsi, allenarsi e crescere nel rispetto. In tutto ciò anche tecnici preparati, collaborazioni con altre realtà locali (come la Sarego Liona Academy) e la voglia di dire: “Questo sport è anche nostro.”

Sfruttare le peculiarità ambientali per un circuito virtuoso 

Chi lavora nella concia lo sa: l’acqua è tutto. Arzignano è anche un laboratorio ambientale. E il club ha scelto di partecipare con piccoli grandi gesti: borracce riutilizzabili per i tesserati, progetti di sensibilizzazione ambientale, e persino la riqualificazione dell’impianto sportivo con un sistema di raccolta dell’acqua piovana.

Non sono trovate di marketing: sono scelte coerenti con un territorio che conosce le proprie qualità e vuole sfruttarle al meglio per valorizzare la progettualità e la quotidianità di chi lavora in società e dei cittadini-tifosi. Un modo per creare alternative al risultato delle partite, ma che al tempo stesso può favorirlo poichè toglie l’ossessione della vittoria creando un ambiente sereno in quanto operoso. 

La Serie C è solo una parte della storia

L’Arzignano Valchiampo non è la classica favola della “piccola che sogna la B”. Qui i sogni si misurano in altri modi: nei volti dei bambini che partecipano agli allenamenti integrati, nelle ragazze che scendono in campo senza sentirsi ospiti, nei genitori che trovano accoglienza e comprensione.

È una squadra che non fa rumore, ma che lavora bene. Un po’ come si fa nella concia: sotto la superficie ruvida, si lavora per dare forma, elasticità, valore. Solo che, invece della pelle, qui si lavora sulle persone. Il risultato sportivo sembra poi essere nulla più che un logico prolungamento conseguenziale dell’armonia che si respira in questo ambiente. E allora ecco che arriva anche la Coppa disciplina per una squadra che si contraddistingue come la più corretta della passata stagione, la promozione dalla Serie D e il duo prolifico Nanni-Minesso che fa sognare a occhi aperti i supporters locali, rendendo quella dell’Arzignano una favola trasposta nel mondo reale. Tutto questo condito da una linea verde che rispecchia il modus operandi del sodalizio veneto, data la prevalenza di giovani in rosa. Un connubio di fattori che allieta i tifosi, facendogli vivere bene anche l’evento sportivo in sè, a prescindere dal risultato, ma facendo comprendere che c’è un contorno di elementi che genera positività e riempie le giornate di chi vuole vivere l’atmosfera della società sportiva a 360 gradi e durante tutta la settimana, secondo il più virtuoso dei concetti per un calcio moderno che alle nostre latitudini fa ancora fatica ad affermarsi. 

Una idea di calcio che ha ancora un senso 

In uno sport come quello più amato dagli italiani e che spesso si dimentica di chi resta fuori, l’Arzignano sceglie di allargare il cerchio. È una storia fatta di attenzione, di rispetto, di comunità. Una squadra che vince anche quando non gioca. Perché ha capito che l’unico risultato che conta è quello che lascia il segno nella vita degli altri.

 

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