Aiutiamo Amelio a realizzare il sogno paralimpico con la raccolta fondi
Di Marta Mulè
Da alcune settimane sui profili social di molti atleti della nazionale di scherma italiana è stata condivisa una raccolta fondi per aiutare un loro collega a raggiungere il suo sogno. Si tratta di Amelio Castro, schermidore paralimpico nato in Colombia e residente ormai da tre anni in Italia. La sua è stata una vita difficile: nel 2012 ha avuto un incidente stradale in seguito al quale ha perso l’uso delle gambe, poi ha lasciato il suo Paese e ha ottenuto lo status di rifugiato per protezione internazionale. Da settembre 2022 si allena presso il centro sportivo di Tor di Quinto con le Fiamme Oro ed è seguito dal maestro Daniele Pantoni, lo stesso delle campionesse di spada Rossella Fiamingo e Alberta Santuccio. Proprio l’incontro con Pantoni è stato decisivo per il suo trasferimento: “Io dico sempre che non ho deciso di venire in Italia, ma che la vita, le circostanze l’hanno scelto per me. In Colombia avevo grossi problemi, poi nel 2018 ho conosciuto Daniele Pantoni durante una tappa di Coppa del Mondo a Cali e quell’incontro è stato determinante. Ho capito che allenandomi in Italia avrei potuto avere una carriera internazionale e l’umanità che ho sentito fin dal primo giorno mi ha convinto a partire”.
Castro ha già preso parte ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024 con la squadra olimpica rifugiati, ma adesso sogna di arrivare a Los Angeles 2028 per conquistare una medaglia. Non avendo una federazione alle spalle, però, tutti i passi necessari per arrivare al suo obiettivo richiedono un grande sforzo. “La scherma è uno sport dove si devono fare tantissime gare di Coppa del Mondo per avere una buona posizione nel ranking, quindi sono io che al momento copro tutte le spese delle iscrizioni alle gare, dei viaggi, delle trasferte, delle attrezzature. Per me è difficile e allora i ragazzi che sono in palestra con me mi hanno suggerito di aprire una raccolta fondi”.
Come atleta rifugiato, infatti, Castro non ha il sostegno né del comitato italiano paralimpico né di quello internazionale. “Gli atleti olimpici hanno degli aiuti, ma io no, quindi devo fare tutto da solo. Ho il privilegio di potermi allenare grazie alla Polizia e al maestro Pantoni, però per il resto sono io a dover pagare tutto quello che ha a che fare con lo sport. Dopo le Paralimpiadi di Parigi avevo chiesto come fare per avere un po’ di sostegno e ho parlato col CIP che è l’unico ente che può comunicare con l’International Paralympic Committee, ma non mi hanno mai fatto sapere nulla”.
Amelio Castro è reduce dalla tappa di Coppa del Mondo in Thailandia dove ha conquistato due terzi posti nella sciabola e nella spada categoria B e adesso è tornato subito in palestra perché questo fine settimana ci sarà il campionato italiano a cui prenderà parte. Il supporto da parte di tutti gli schermidori azzurri è la sua forza. “A volte penso di non farcela e di mollare perché non è facile, ma loro mi spingono e mi danno tante parole di incoraggiamento. Ringrazio tantissimo le Fiamme Oro, che fin dal primo giorno mi hanno accolto come una famiglia. Loro conoscono la mia lotta, i miei sacrifici e cercano di sostenermi in tutto quello che possono. Ho l’asilo politico, quindi come rifugiato non posso tornare nel mio Paese. In Italia, però, ho conosciuto persone così belle che posso dire di stare molto bene. Mi manca solo la possibilità di arrivare alle gare come tutti gli altri, senza tutti i pensieri che ho adesso, con un po’ di sostegno amministrativo ed economico per partecipare alle competizioni in giro per il mondo”.
Tutti possono dare il loro contributo, anche minimo, per sostenere la causa di questo atleta che è stato accolto in Italia e che sogna di riscrivere la sua storia con una medaglia alle Paralimpiadi di Los Angeles 2028. Questo è il link per inviare una donazione: https://www.gofundme.com/f/aiutami-a-realizzare-questo-sogno-paralimpico
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