Da Lampedusa al podio ai campionati italiani di taekwondo: il sogno di Matteo Cammarata è realtà
Di Marta Mulè
Dici Lampedusa e pensi subito alla capitale dell’accoglienza mondiale, al lembo di terra più a sud d’Europa, alle sue acque cristalline e all’Isola del Conigli, una delle spiagge più belle del mondo. Ma l’isola siciliana si è recentemente distinta anche per un altro risultato: ai campionati italiani di taekwondo, andati in scena a Messina a novembre, per la prima volta Lampedusa è salita sul podio grazie al terzo posto nella categoria -74 kg di Matteo Cammarata. Una medaglia storica che premia l’Albatros Taekwondo Lampedusa, una società che dal 2018 ha introdotto questo sport all’interno di una comunità di circa 6000 abitanti, ottenendo fin da subito grande riscontro.
Cammarata non è solo l’atleta di punta della società, ma anche il tecnico che allena gli oltre 80 iscritti. A 23 anni porta avanti questa doppia attività con grande impegno, ma senza perdere mai di vista i suoi sogni. “Ho iniziato a praticare taekwondo a 8 anni perché io e la mia famiglia ci eravamo trasferiti a Bagheria e lì c’era l’A.S.D. Champions Taekwondo del maestro Francesco Lo Iacono che era un ex collega di mio padre. Grazie a lui ho imparato e poi nel 2017 siamo tornati a Lampedusa e abbiamo deciso di aprire una nostra società che oggi è gestita da me, da mio padre che è il vicepresidente e dal maestro Lo Iacono che è il presidente”, ci spiega Cammarata.
A Lampedusa il taekwondo ha riscosso successo perché è l’unica attività sportiva che esiste, insieme al calcio e alla danza, e che permette ai giovani di competere. “Quando abbiamo aperto la società io avevo 16 anni e volevo trasmettere ai ragazzi la mia passione. Poi ho capito che l’esistenza della nostra palestra aveva un’importanza che andava anche oltre lo sport. I ragazzi, per esempio, grazie a noi avevano la possibilità di viaggiare, andare fuori per le gare e scoprire cose che sulla terraferma sono date per scontate come entrare in un palazzetto dello sport. Noi non ne abbiamo mai avuto uno: qui anche piccoli traguardi, in realtà sono enormi”.
Un mese fa Matteo Cammarata ha coronato il suo sogno di salire sul podio ai campionati italiani di taekwondo, un risultato inseguito da anni e che aveva sfiorato in più occasioni, ma che soltanto adesso si è concretizzato. “Questa gara è stata una sorpresa perché ci sono state occasioni dove mi ero preparato davvero tantissimo e sono arrivato a un soffio dal podio, invece stavolta penso che l’esperienza abbia fatto la differenza. Ero talmente preso dalla voglia di arrivare in finale che, quando ho vinto i quarti, non mi sono reso subito conto di quello che significava. Poi, quando ho perso la semifinale, mi sono detto che avevo comunque la medaglia: la desideravo da tanto tempo e sono riuscito a raggiungerla dopo molti sacrifici. È stato qualcosa di indescrivibile”.
Una soddisfazione che ha potuto condividere col padre e col fratello che hanno fatto il tifo per lui dal vivo, ma anche con tutta Lampedusa. “Al mio rientro sono venuti ad accogliermi in aeroporto tanti ragazzi della palestra con i loro genitori. Mi hanno festeggiato con grande affetto ed è stato bellissimo”.
Questa medaglia dà il morale giusto per continuare ad allenarsi sempre più seriamente, nonostante tutte le difficoltà che possono esserci nel fare sport in un luogo così geograficamente distante e dove tutto si ottiene con più fatica. “Quello che mi manca di più a Lampedusa, praticando uno sport da combattimento, è il confronto e quindi avere uno sparring partner, un compagno che mi aiuti ad allenarmi. Essendo da solo ho dovuto cercare varie tipologie di allenamento per migliorare potendo contare solo su me stesso. Non è stato semplice, ma il lato positivo di essere da soli è che si riesce a scoprire sé stessi per davvero”.
Andare via non è mai stata un’opzione: da un lato c’è il legame con l’isola, dall’altro la responsabilità di gestire una società di cui, ad oggi, Matteo è l’unico tecnico. “Tengo molto a quello che faccio. Quasi tutti i maestri decidono di insegnare ad una certa età, quando si fermano con la loro carriera agonistica, invece io faccio entrambe le cose perché mi piace far raggiungere ai ragazzi dei risultati importanti. Contemporaneamente sono un atleta e non è semplice conciliare le due cose, ma è tutta una questione mentale e a me piace mettermi in gioco”.
Oggi l’Albatros Taekwondo Lampedusa conta atleti di tutte le età: dai più piccoli che hanno tre anni, fino agli over 60. La FITA (federazione italiana taekwondo) ha attuato un progetto proprio per queste fasce di età che sta andando benissimo e che prevede tipologie di allenamenti adattati. Gli iscritti sono circa 80, potrebbero essere anche di più, ma il numero è stato contingentato perché la struttura dove si svolgono gli allenamenti ha una capienza limitata.
Dopo un anno che sta per concludersi in bellezza, Matteo Cammarata non nasconde di avere l’ambizione di fare ancora meglio. “Il mio obiettivo è cercare di superarmi, di raggiungere qualcosa che vada oltre i risultati che ho già ottenuto. Essere medaglia di bronzo ad un campionato italiano assoluto mi mette tra i migliori in Italia, però non mi accontento. Il mio desiderio era, ed è ancora, quello di entrare in nazionale, riuscire a fare delle competizioni all’estero con la maglia dell’Italia e magari entrare in un gruppo sportivo. Non mi arrendo perché credo che, se si ha un obiettivo, non bisogna mollare. Se io sono riuscito a raggiungere questo podio, è perché continuo a inseguire sogni a volte più grandi di me, ma è questo che mi spinge ad andare avanti”.

