La Polisportiva Sole riferimento sportivo in Brianza per persone con disabilità intellettivo relazionale
di EDOARDO CASATI
Nata nel 2010 a Lissone, dalla sinergia tra realtà del mondo associativo e del volontariato, la Polisportiva Sole rappresenta oggi un punto di riferimento per lo sport dedicato alle persone con disabilità intellettivo-relazionale sul territorio brianzolo. Un progetto che ha fatto dello sport uno strumento educativo, relazionale e di crescita, prima ancora che agonistico. Dalle bocce alla ginnastica, dal basket allo sci alpino, fino al trekking e alla danza, le attività proposte mirano a costruire percorsi su misura, capaci di valorizzare ogni atleta. A raccontare questa esperienza è Davide Fustinoni, presidente dell’associazione, che ripercorre origini, valori, sfide e prospettive di una realtà in cui l’inclusione si traduce in pratica quotidiana.
Potrebbe illustrarci le origini della Polisportiva Sole?
“Polisportiva Sole nasce nel 2010 a Lissone (MB), dalla collaborazione di Associazione e Fondazione Stefania, fondo Alessandra e alcuni Rotary club di Monza”.
Quali valori fondamentali caratterizzano la vostra associazione e la distinguono?
“Polisportiva Sole vuole realizzare un progetto sportivo integrando la disabilità intellettivo relazionale allo sport, usando così la pratica sportiva come strumento educativo e relazionale”.
In che modo la Polisportiva Sole interpreta e promuove il principio dello sport inclusivo?
“Alcune discipline che proponiamo, in particolare quelle di squadra o coppia come la pallacanestro, le bocce ed il tennistavolo, coinvolgono nel gioco sia persone con disabilità che senza, le quali si misurano insieme nello sport unificato come proposto da Special Olympics, movimento di cui facciamo parte e condividiamo questo obiettivo di inclusione tramite la pratica sportiva.
Lo sci alpino vede gare in combinata tra persone con e senza disabilità il cui risultato è dato dalla somma dei tempi dei due atleti.
La ginnastica, sia artistica che ritmica, sono sport individuali e non permettono un semplice scambio in pedana ma abbiamo la fortuna di condividere spazi e palestre con le due storiche società lissonesi, Ginnastica Artistica Lissonese e Pro Lissone, per cui l’inclusione e la socializzazione avvengono nella condivisione degli spazi.
Il trekking permette a tutti di camminare insieme. Siamo riusciti a costituire gruppi numerosi che condividono una semplice passeggiata all’aria aperta in un percorso predefinito che possa essere in montagna o al parco”.
Quali discipline sportive vengono attualmente proposte e quali destinatari avete individuato? “Le discipline sportive che proponiamo sono: Bocce, Ginnastica Artistica, Ginnastica Ritmica, Pallacanestro, Sci Alpino, Tennis Tavolo e Trekking. Ci stiamo ampliando, da Gennaio inseriremo anche Danza.
I destinatari sono persone con disabilità intellettivo relazionale e sono divisi a grandi linee per fasce d’età. Dai più piccoli, la fascia dell’infanzia o della scuola primaria, si rivolge ginnastica, un gruppo propedeutico al basket, assist, o lo sci, dalla fascia della scuola secondaria di primo grado si rivolgono tutte le altre discipline. Bocce si presta per le fasce dei più adulti-anziani, anche se sono frequentate comunque da giovani”.
Come vengono strutturati i programmi sportivi per rispondere alle diverse esigenze degli atleti, in termini di età e abilità?
“In generale abbiamo sempre abbracciato Special Olympics come movimento per l’ideale già citato di inclusione tramite lo sport; anche all’interno di questo movimento c’è una distinzione per fasce di età, dai programmi per i giovani atleti (young athlets programs) ai programmi di movimento per disabilità più importanti (motor activity training program) passando per i programmi delle singole discipline che adottiamo direttamente. All’interno di queste ultime i regolamenti delle singole discipline sportive sono adottati ed adattati in funzione dei livelli di abilità di chi li svolge in modo da costituire delle competizioni eque e uniformi che valorizzino lo sforzo competitivo di tutti gli Atleti che vanno in campo. Oltre a questo, ultimamente abbiamo deciso di prendere parte ad alcune gare proposte anche da altre federazioni o enti di promozione, quali FISDIR con ginnastica artistica e ritmica e lo sci, o CSI con il tennis tavolo, al fine di permettere agli atleti di potersi sperimentare in qualche competizione in più”.
Vi è un progetto o un’iniziativa particolarmente significativa che ritiene rappresentativa del vostro operato?
“Con il gruppo di bocce, nell’ultimo anno, si è stretta una collaborazione con la ASD Silvia Tremolada. Inizialmente l’incontro è sorto per ovviare a delle difficoltà reciproche nei rispettivi gruppi, si sa l’unione fa la forza, poi questa unione ha fatto si che spontaneamente sorgessero delle iniziative che, al di là dell’aspetto sportivo, hanno la loro essenza nella socializzazione e nello stare bene insieme. Questo è quello che cerchiamo di fare, allenarsi a stare bene”!
Qual è la percezione e il riscontro che avete raccolto da parte delle famiglie e della comunità locale?
“Il riscontro che abbiamo è tendenzialmente positivo, ci vengono affidate delle persone e questo dimostra che c’è fiducia circa il nostro operato, inoltre c’è una buona partecipazione in merito alle attività proposte oltre agli allenamenti, questo vuol dire che chi ci viene affidato non viene lasciato solo per trascorrere del tempo ma perché si condivide un percorso di crescita”.
Quali strategie adottate per favorire l’inclusione di atleti con disabilità fisiche o intellettive?
“La peculiarità di Polisportiva Sole è quella di avere un nucleo di persone da cui muovono le attività sportive che è un mix di tecnici sportivi e operatori del sociale, per cui non viene curato unicamente l’aspetto sportivo ma si bada a tutto ciò che fa da contorno che è estremamente importante. Per questo motivo lo sport è inteso come strumento educativo e socializzante.
Inoltre, siamo affiancati da un nutrito gruppo di persone volontarie, senza il cui aiuto non potremmo supportare i grandi numeri che abbracciamo all’interno delle attività”.
In che modo lavorate concretamente per superare le barriere — fisiche, culturali o economiche — che possono limitare l’accesso allo sport?
“Cerchiamo di organizzare eventi per mostrare le abilità, che non vuol dire mettere in mostra ma vuol dire far rendere conto che anche chi viene considerato più fragile o svantaggiato può mettere in gioco delle competenze; allo stesso modo vogliamo, con lo sport, mettere le persone su uno stesso campo per fare si che giocando assieme ci si trovi.
Cerchiamo di portare la nostra esperienza anche alle altre società sportive per fare capire che anche loro sono in grado di approcciare con le persone con disabilità, occorre “solo” superare lo scoglio legato alla poca conoscenza delle persone.
Siamo alla costante ricerca di fondi per potere abbattere i costi che, come società sportiva, dobbiamo affrontare, così da riuscire ad alleggerire i costi delle trasferte e andare incontro alle situazioni più difficili”.
Può condividere un’esperienza o il percorso di un atleta che ritiene emblematica dello spirito della Polisportiva?
“Ci sono due atleti che meritano una menzione: la prima è Cristina, sin da giovane in Polisportiva Sole, dal 2010 da che è nata la associazione e ancora prima nel gruppo di fondazione Stefania; giocava a pallacanestro con la prima squadra sorta, dove i livelli di abilità erano molto eterogenei, ma riusciva a stare in campo con una caparbietà che in pochi avevano; con il crescere della società siamo riusciti a costituire dei gruppi omogenei in cui ha trovato maggiormente la sua dimensione nel terzo livello, togliendosi delle buone soddisfazioni. Con il passare del tempo si è accorta che faticava a tenere il passo degli altri nel fare avanti e indietro nel campo da basket, per cui ha scelto di provare i giochi speciali, delle gare in cui ci si sperimenta in percorsi sui fondamentali della pallacanestro. In queste gare sembra non si sentisse abbastanza valorizzata per cui ha deciso di cimentarsi in ginnastica artistica, dove ha trovato una sua dimensione ed è tornata a sentirsi valorizzata.
L’altro è Luigi, una persona di quasi sessanta anni, che da pochi anni è in Polisportiva Sole, dapprima con il gruppo di trekking e successivamente ha iniziato a giocare anche con il gruppo di bocce. Quello che colpisce di lui sono l’entusiasmo e la voglia che mette in ciò che fa, cerca sempre di dare il massimo con uno spirito positivo e allegro tali da essere trainanti e motivanti per gli altri”.
Qual è, nel suo ruolo di presidente, la soddisfazione più rilevante che ha avuto modo di vivere?
“Tutti i risultati che otteniamo sono importanti, al di là di quali siano, perché sappiamo che in campo gli atleti cercano di dare il loro massimo e vogliono dimostrare ai tecnici in primis i progressi che hanno fatto. Spiccano però le convocazioni agli eventi internazionali, per cui la convocazione di Chiara ai giochi mondiali estivi Special Olympics ad Atene del 2011, la prima atleta di Polisportiva Sole convocata ad un evento internazionale, in mezzo ci sono state molte altre convocazioni, tra cui la mia, e le ultime ai giochi mondiali invernali Special Olympics a Sestriere del 2025 dove abbiamo visto gareggiare in “casa” Davide e Irene accompagnati da Annamaria come tecnico nazionale”.
Quali sono le principali sfide che la polisportiva sole si trova ad affrontare nel contesto attuale?
“Le grosse sfide che ci troviamo ad affrontare sono principalmente quelle relative al reperimento di risorse umane, volontari e tecnici, e logistiche in termini di infrastrutture. Da quest’anno potremo beneficiare anche di due furgoni nuovi propri di Polisportiva Sole che sono arrivati grazie a donazioni, per cui anche affrontare delle gare in trasferta sarà più semplice e stimolante. Ma pur volendo allargare il nostro bacino di atleti il limite è proprio quello relativo al personale e alle strutture”.
In che modo cittadini e sostenitori possono contribuire concretamente allo sviluppo dell’associazione?
“Proprio aiutandoci come volontari, oppure sostenendoci e aiutandoci a trovare nuove risorse utili alla vita della associazione sportiva”!
Quale messaggio desidera rivolgere a chi ancora non conosce la vostra realtà sportiva?
“Provate a venire a trovarci, conoscerete una associazione che non bada unicamente all’aspetto sportivo ma che crede nello stare bene e nello stare bene insieme”.
Dalle parole di Davide Fustinoni emerge con forza una visione dello sport che va oltre il risultato e la prestazione, per farsi spazio di relazione, fiducia e costruzione dell’autonomia. Le storie di Cristina e Luigi, così come i traguardi internazionali raggiunti dagli atleti della Polisportiva Sole, raccontano un percorso fatto di piccoli e grandi passi, di conquiste personali e collettive. In un contesto segnato da difficoltà logistiche, carenza di risorse e bisogno costante di volontari, l’associazione continua a guardare avanti, forte di una comunità che crede nello “stare bene insieme”. Un invito aperto a tutti: avvicinarsi, conoscere, partecipare. Perché l’inclusione, come lo sport, si costruisce solo giocando la stessa partita.
