Baskin Novate: quando l’inclusione diventa squadra, comunità e nuova energia per il territorio
di MARIELLA LAMONICA
Nata da un’idea del 2023 e cresciuta grazie a una rete di persone appassionate, la realtà del Baskin Novate sta rapidamente diventando uno dei progetti inclusivi più significativi dell’area nord-ovest di Milano. Una storia fatta di incontri, visioni condivise e una forte volontà di usare lo sport come leva culturale, oltre che come opportunità per tutti.
“Il progetto prende forma quando col Comune di Novate organizziamo un tavolo dedicato allo sport inclusivo – afferma Fabio Mornati, team manager della società – È lì che avviene l’incontro fondamentale con Anna Cutuli, figura storica della formazione, da oltre quarant’anni impegnata sui temi di disabilità e inclusione nelle scuole. Da poco rimasta vedova, aveva già finanziato con la famiglia un memorial e iniziative educative in ricordo del marito (il prof. Alfredo Danelli, figura nota sul territorio), docente di educazione fisica e sostenitore dello sport accessibile”.
E prosegue: “Quando valutiamo l’idea di creare una squadra di baskin a Novate, Anna non esita: conosce bene il potenziale di un tale progetto e lo promuove con entusiasmo”.
Detto, fatto: dalla visione alla realtà nasce così Baskin Novate. Come? Entrano in gioco due società sportive del territorio, OSAL Novate e Polisportiva Novate, che uniscono risorse e competenze per dare vita a un’unica realtà di baskin. La squadra prende i colori dalle due realtà sportive, verde e blu, e viene deciso anche il simbolo scelto a rappresentare tutto il movimento: l’armadillo, metafora perfetta di resilienza e protezione, un animale che porta con sé l’idea di inclusione e di forza interiore.
Accanto ad Anna però c’è un gruppo di lavoro entusiasta, che mette insieme dirigenti, allenatori e volontari. “Io stesso partecipo come dirigente sportivo e referente per la comunicazione inclusiva – continua ancora Mornati – con un ruolo che unisce la gestione sportiva e la parte progettuale esterna”.
Ma il progetto va oltre il campo perché il baskin è certamente sport, ma a Novate diventa molto di più. L’obiettivo è chiaro: sensibilizzare la comunità sul valore delle differenze attraverso iniziative parallele alle partite. Tra gli obiettivi spiccano eventi di sensibilizzazione su disability, diversity & inclusion, percorsi formativi nelle scuole e nelle aziende, laboratori per abbattere pregiudizi e barriere sociali, format radio e podcast dedicati, collaborazioni con figure del settore e tanto altro.
Il baskin diventa il fine e il mezzo, la squadra il punto di partenza: il cuore è un progetto culturale che mira a cambiare prospettive e a generare consapevolezza. E così si guarda oltre, si va oltre, e andare oltre significa abbattere le barriere. In poco tempo, Baskin Novate si trasforma in una vera community. Non solo partite e allenamenti: il gruppo si ritrova per pizzate, tombolate, gite fuori porta, aperitivi e serate alternative. La squadra diventa una seconda famiglia, un luogo in cui ognuno trova spazio, ascolto e confidenza.
“Questo approccio conquista il territorio: tante persone vogliono avvicinarsi, molti partner e sponsor comprendono da subito la bellezza e l’impatto sociale del progetto. E Anna, con la sua energia contagiosa, diventa un punto di riferimento e un motore instancabile” aggiunge ancora Fabio.
Ma per capire meglio questa disciplina bisogna partire dall’origine e poi affacciarsi sul regolamento. Il baskin nasce nei primi anni 2000 a Cremona grazie ad Antonio Bodini, poi cresce in tutta Italia fino ad arrivare al patrocinio CIP nel 2019 e all’espansione europea in diversi Paesi. È uno sport strutturato per far convivere in campo atleti con abilità differenti, grazie a un sistema di ruoli e regole che equipara il contributo di ciascuno:
- ruoli 5, 4 e 3: che si muovono liberamente sul campo da basket
- ruoli 2 e 1: detti anche pivot, sono nelle aree laterali coi rispettivi canestri
- punteggi variabili in base a ruoli e regole ben definite
- attenzione costante all’equilibrio tra le abilità presenti

Il messaggio è semplice ma potente: ogni diversità porta ricchezza, ognuno con le proprie caratteristiche. Se tradizionalmente è riservato ai ragazzi dai 16 anni in su, l’idea a Novate è un po’ diversa e per questo si è scelto di aprire le porte anche alle scuole, per dare vita a un percorso di crescita e continuità. Una scelta che permette di costruire basi solide, formare i futuri ruoli della squadra e avvicinare i più giovani alla cultura dell’inclusione.
“Per quanto mi riguarda – parla ancora Mornati – il mio percorso inizia nel 2016 alla Futura Baskin (poi Baskin Bollate), una realtà oggi con ben 2 squadre. Dopo anni di pallacanestro tradizionale, il baskin è stato una rinascita: un modo nuovo di vivere la squadra, di percepire l’energia dei ragazzi, di capire quanto normalità sia un concetto soggettivo (spesso utilizzato a sproposito) e le fragilità possano convivere e arricchirsi a vicenda”.
“Ricordo l’emozione dei giocatori la sera prima delle partite, l’euforia, l’attesa: segni concreti di quanto questo sport sia importante per loro. È anche per questo che, oggi, desidero far mettere la mia professionalità al servizio di questa passione, è stata una dei motivi per cui ho ideato CiMe – Comunicazione inclusiva Marketing etico”.
Tornando a Baskin Novate, la squadra si allena ogni giovedì dalle 19 alle 21 (in via dello Sport 18, ndr). La realtà è composta anche da figure di educatori professionali, con corsi certificati ed esperienza sul campo. E anche questo è un segnale del movimento che cresce, costruisce spazi accessibili, rispettosi e capaci di valorizzare ogni persona.
“Baskin Novate è molto più di una squadra: è una visione che unisce sport, educazione, comunità e cultura. È la prova concreta che quando un territorio decide di credere nell’inclusione, può creare qualcosa che va oltre il campo, capace di cambiare il modo in cui viviamo le relazioni sociali e lo sport”.
