Diritti Umani e Sport: Tavola Rotonda al CNEL come volano di crescita nella sinergia
di FRANCESCO MAFERA
Un dialogo tra istituzioni, accademia e mondo sportivo per valorizzare lo sport come strumento di promozione sociale e rispetto dei diritti umani. È stato questo il senso dell’incontro svoltosi presso la storica sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), nella Sala Meuccio Ruini a Roma. Luogo nel quale si è tenuta la tavola rotonda intitolata “Lo sviluppo dei diritti umani tramite lo sport”. Un evento che ha visto protagonisti rappresentanti del mondo sportivo, istituzionale e accademico. L’iniziativa è stata organizzata dall’Area CSR (Responsabilità Sociale d’Impresa) della Lega Nazionale Dilettanti (LND), con il contributo dei referenti regionali e la collaborazione del Social Football Summit e della Manchester Metropolitan University Business School.
Un modo ancora una volta proficuo di intendere lo sport
A dare il via ai lavori è stato Massimiliano Monnanni, Segretario Generale del CNEL, che ha sottolineato come la promozione dei diritti umani non possa prescindere da un coinvolgimento attivo del mondo dello sport, soprattutto a livello dilettantistico e giovanile, dove si formano coscienze e valori. E non poteva che essere lui, anche in qualità di massimo esponente di uno dei più importanti progetti di rilancio della vita sociale attraverso lo sport come Asilo Savoia, la persona più idonea a trasmettere con rinnovato vigore un messaggio di speranza. Rivolgendo uno sguardo fiducioso al futuro nell’ambizione di poter riuscire nell’intento e consolidando gli importanti risultati fino ad oggi conseguiti nella sua missione volta alla riqualificazione e alla sensibilizzazione verso tematiche di rilevante impatto sociale.
Tra i principali relatori figurava anche il nome di Giancarlo Abete, presidente della LND, che ha ribadito l’impegno della Lega nel rendere il calcio uno spazio inclusivo, aperto e rispettoso delle diversità. Un concetto ancora una volta legato anche a quello dell’importanza del movimento a partire dalla base per costruire valore.
C’è stato poi l’intervento di Damiano Cori, esperto di marketing e comunicazione per il Social Football Summit, il quale ha messo in evidenza il potenziale del calcio come piattaforma sociale e culturale, capace di generare impatto positivo ben oltre il rettangolo di gioco. Di particolare rilievo è stato anche il contributo della professoressa Marianna Pavan della Manchester Metropolitan University, che ha portato una prospettiva internazionale sul tema, condividendo dati e ricerche sulle buone pratiche adottate in Europa per promuovere l’inclusione attraverso le attività sportive.
Poi si è passati al tema delle discriminazioni che è stato affrontato da Mattia Peradotto, Coordinatore dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), che ha evidenziato come lo sport debba farsi strumento di contrasto alle disuguaglianze e ai fenomeni di razzismo, promuovendo campagne educative, progetti nelle scuole e nei territori più fragili.
Anche la politica ha dato il suo appoggio attraverso la voce dell’onorevole Matteo Orfini, membro della Commissione Cultura e Sport della Camera dei Deputati, che ha sottolineato la necessità di un intervento legislativo e strutturale per valorizzare lo sport come diritto fondamentale, garantendo accesso a tutti e sostenendo le società che operano con finalità sociali.
Lo sport come linguaggio universale
Il messaggio emerso con forza dalla tavola rotonda è che lo sport, in particolare quello dilettantistico, ha una funzione sociale decisiva: un linguaggio universale capace di abbattere barriere, favorire l’inclusione, costruire ponti tra persone e comunità diverse.
Ed è così che l’incontro al CNEL ha rappresentato non solo un’occasione di confronto, ma anche un punto di partenza per future sinergie e progetti concreti a sostegno dei diritti umani attraverso lo sport. Un impegno che richiede la partecipazione congiunta di istituzioni, enti sportivi, mondo accademico e società civile, con l’obiettivo di costruire un ambiente più equo, solidale e rispettoso delle diversità.
Una giornata che ha costituito un’altra delle pietre miliari della cultura sportiva e che in modo trasversale ha unito tante prospettive in un unico coro, sempre più forte, sempre più orientato alla consapevolezza.