“La Triestina rischia il 4° fallimento”, intervista a Guido Roberti del Piccolo
di STEFANO RAVAGLIA
Umberto Saba scriveva di quando andava a vedere la Triestina, Cesare Maldini, triestino di Servola, ha dato il via alla dinastia milanista seguito dal figlio Paolo. E anche Nereo Rocco fece grande il Milan degli anni Sessanta. Insomma, lassù di calcio se ne intendono parecchio: anche se siamo a nord-est, la piazza alabardata non ha nulla da invidiare ai focosi legami tra popolo e squadra del centro-sud.
E a maggior ragione è deplorevole che quel popolo così legato a quella maglia, stia soffrendo: la Triestina, apparentemente salvata un anno e mezzo fa da brutte acque, torna nell’incubo e rischia di partire con una grossa penalizzazione nel prossimo campionato di C, sempre che riesca a portarlo a conclusione. Ma cosa accade in queste settimane in cui come al solito si da spazio al calciomercato e al Mondiale per Club, senza volgere lo sguardo a una serie C già piena di problemi prima di partire? Ce lo spiega Guido Roberti, giornalista del “Piccolo”, quotidiano di riferimento a Trieste:
“La situazione è paradossale, un caso più unico che raro. La Triestina rischia il quarto fallimento in 31 anni. Nel 2012 e nel 2016 erano fallimenti nei dilettanti, grazie a personaggi un po’ contestabili che i soldi non li avevano. Qui invece la società (LBK Capital, un fondo statunitense, nda) aveva 30 milioni da gestire in tre anni, come da piano originale quando arrivarono nell’estate 2023: ebbene, in un anno e mezzo il direttore generale Alexander Menta ha dilapidato qualcosa come 26-27 milioni e a febbraio sono iniziati i problemi di liquidità. Di solito nel calcio quando sei in queste situazioni di difficoltà o crolli durante la stagione, oppure non ti iscrivi al campionato successivo. Invece questi arrivano sempre al limite massimo, al momento del dentro o fuori e se la sono sempre cavata. Anche quest’anno a inizio giugno hanno trovato non si sa come 4 milioni per iscriversi al campionato di C. La Triestina partiremo da -13 se non di più perché ha mancato la scadenza di luglio, e ora ad agosto hanno parlato i netti ai giocatori senza Irpef e Inps, che comunque possono avere scadenza a settembre”.
E poi c’è il campo… “Il raduno è saltato tre volte, ci sono giocatori che erano a contratto più qualche giovane, il mercato è bloccato per aver sforato l’indice di liquidità. Con quei soldi spesi nel primo anno e mezzo i risultati sono stati comunque scadenti, e il responsabile è Alexander Menta. E ora che succede? “C’è la partita di Coppa Italia ad Arzignano ma non ci sono i soldi nemmeno per un pullman. E ricordiamoci anche che i tifosi non riconoscono questa Triestina perché sono proprietari del marchio, quindi oggi allo stadio andrebbero 100 persone, ci sarebbe uno stadio deserto”. Ma naturalmente non ci sono solo colpe interne alla società, ma anche di chi governa il calcio, nello specifico del presidente della Lega Pro, Matteo Marani: “Queste situazioni vanno prevenute. Una squadra in C non deve iscriversi se non ha salvato interamente la stagione precedente. Il paradosso è che la data vincolante è giugno per aprile, luglio per maggio e agosto per giugno. Devi fare in modo che vada salvata tutta la stagione prima di iscriverti. Altrimenti le squadre disputano regolarmente i campionati ma continuano a prendere penalizzazioni. E’ assurdo”