Insuperabili con Hisense Italia: Visiball per giocare senza vedere
di FRANCESCO MAFERA
Costruire inclusione richiede molto più che buone intenzioni: è anche e soprattutto una questione di coscienza e conoscenza. Prerogative che, grazie a Insuperabili, in tanti hanno ormai compreso e che servono per avere il giusto tatto su determinate questioni. Per arrivare ad avere il coraggio di mettersi in gioco, la disponibilità ad avvicinarsi a mondi diversi dal proprio e a vivere esperienze che ci spingano fuori dalla nostra zona di comfort.
Un’esperienza concreta con Hisense Italia: il Visiball per giocare senza vedere
A Milano, i dipendenti di Hisense Italia hanno scelto di fare proprio questo passo: partecipando a una giornata speciale insieme agli atleti della sede milanese di Insuperabili, condividendo non solo momenti di sport, ma anche un’esperienza intensa e che potremmo definire “trasformativa”.
Durante l’incontro, i partecipanti hanno avuto l’occasione di provare il Visiball, una disciplina pensata per chi non può vedere. Bendati, si sono messi in campo accanto alla squadra B1, affidandosi alla guida degli atleti non vedenti per muoversi e giocare. Un modo diretto e coinvolgente per capire cosa significhi affrontare le sfide quotidiane senza il senso della vista.
Quando lo sport abbatte barriere
Attraverso il gioco, i dipendenti hanno potuto sperimentare in prima persona non solo le difficoltà, ma anche le risorse e le strategie che le persone cieche utilizzano ogni giorno. E così, lo sport, ancora una volta, si è dimostrato un potente strumento di unione e trasformazione capace di far superare le differenze, creando dei legami tanto forti quanto autentici.
Un progetto di lungo respiro
Questa giornata non è stata un evento isolato, ma il culmine di un percorso costruito nei mesi precedenti insieme a Hisense. Un progetto che ha vissuto anche online, con contenuti social pensati per sensibilizzare e raccontare come la tecnologia possa supportare le persone non vedenti, offrendo strumenti concreti per una vita più autonoma e inclusiva.
In definitiva, la vera inclusione nasce quando si sceglie di esserci. Quando si abbandonano i ruoli di spettatori e si diventa parte attiva del cambiamento. Ed è proprio in giornate come questa che le parole prendono forma, diventano esperienza e costruiscono comunità.

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