“Scalo San Siro per avere i follower, fanno bene a multarmi” “ifmich” e un modello da non imitare
di STEFANO RAVAGLIA
“Scalo San Siro per avere i follower, fanno bene a multarmi”. Non si può dire che il ragazzo non sia sincero. Stiamo parlando di Michael Raimondo, 23enne di Catania ma milanese di adozione e arrampicatore seriale. Anzi, “rooftopper” come si definisce lui. E, occasionalmente, cameriere. “Se riesci a trovare un appoggio per le mani nulla è precluso. Bisogna solo stare attenti al vento”, disse pochi mesi fa in una intervista al Corriere della Sera.
E’ “ifmich” su Instagram, 102 mila follower e quasi sempre istantanee di lui con le gambe a penzoloni: a Milano, dalla Galleria Vittorio Emanuele agli edifici di fronte alla torre Unicredit o in Corso Buenos Aires, ma anche a Bologna, sulle tegole di un tetto di fronte alle due torri. E c’è anche San Siro, ovviamente: “Il più duro”, dice, “ha molti sistemi di sicurezza da schivare”. Andando a prendere il treno un giorno, fu riconosciuto da due agenti che lo denunciarono perché lo riconobbero: era proprio lui che aveva scalato il tetto della stazione. Una vita al limite, imprese documentate sui social e quell’atteggiamento irriverente al limite della strafottenza che sinceramente, mi sia consentito, non è da imitare. Come le sue “imprese”: farsi beffe dei sistemi di sicurezza e mettere in pericolo forze dell’ordine o soccorsi che dovrebbero intervenire per questioni più serie (non è ancora accaduto e di certo non glielo auguriamo) non dovrebbero rischiare di essere impegnate per chi vive così sul ciglio del burrone.
Nel maggio di quest’anno ha scavalcato i cancelli dell’ex Centrale Enel di Polesine Camerini e, senza alcuna protezione, è salito sul camino alto 250 metri per girare un video panoramico al tramonto facendosi immortalare in una istantanea che lo vede in equilibrio sui due corrimani del camminamento in vetta alla centrale. Il sindaco del posto, non le ha mandate a dire: “C’è il rischio di emulazione”.
Come un consumato ladro professionista, cura i dettagli: “La cosa più importante è osservare le abitudini dei custodi e degli addetti alla sicurezza, i loro tic, i loro orari, se dormono e quando”, e poi il culmine dell’impresa: la Torre Velasca. Dove ha trovato anche una sua simile: “Lì ho conosciuto anche la mia fidanzata, si arrampica anche lei. Eravamo a pianterreno, gironzolavamo cercando una via d’accesso, ci siamo ‘sgamati’ subito, senza dire una parola. Chi fa questa attività si riconosce al volo. E poi siamo saliti insieme”. Auguri e figli maschi. Sperando non si arrampichino anche loro, men che meno su San Siro.
