Perché non date un premio agli abbracci nello sport?
La domanda curiosa, insolita e inaspettata, di quelle che ti prendono in contropiede me l’ha rivolta un bambino di 9 anni nel corso di una pratica di gentilezza a scuola.
Avevo portato il sacchetto con le lettere da estrarre per compilare con i bambini a scuola l’alfabeto della gentilezza, che associa ad ogni lettera una parola gentile, quando al sorteggio della lettera S, l’intera classe ha pronunciato la parola “Sport”. “Perché Sport per voi è gentilezza”? “Perché lo sport ci rende felici”- mi hanno detto. Fino a quando una mano alzata ha chiesto la parola per chiedere: “Se lo sport ci fa stare bene anche i bei gesti nello sport sono belli. Perché non si possono premiare gli abbracci?”
Questo invito, unito ad un gesto che è nato dal cuore, oltre a far riflettere ha portato alla nascita di un riconoscimento simbolico, che valorizza le belle azioni attraverso lo sport. Nasce dalla semplicità, il Premio Costruiamo Gentilezza nello Sport, promosso dall’USSI Toscana (Gruppo di Giornalisti Sportivi) con la collaborazione dell‘USSI del presidente Gianfranco Coppola e dell’Associazione Cor et Amor, che sviluppa il progetto nazionale Costruiamo Gentilezza.
Il riconoscimento consiste nella consegna della maglia di ambasciatore alla gentilezza, disegnata e colorata dai bambini con la frase di Mandela “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo” sul retro, ha avuto come fonte di ispirazione il gesto di accoglienza di Guglielmo Vicario. Il portiere del Tottenham, infatti, è stato tra i primi a dare ospitalità ad una famiglia fuggita dalle atrocità della guerra.
Nel corso del tempo, ad aggiudicarsi il Premio, sono stati Claudio Ranieri, Anna Astori, la madre dell’indimenticato calciatore Davide Astori, Federica Cappelletti, Il Tennis Club Giotto, la Fondazione Milan, Elisabet Spina, dirigente del Milan Femminile, l’Empoli Calcio per il progetto “A scuola di tifo”, Giorgio Chiellini, Manuel Pasqual, Moreno Torricelli per progetti sociali legati al calcio, la squadra di calcio femminile 3D di Brescia per l’accoglienza a giocatrici dell’Ucraina, la piccola Nina di Bolzano, che ha organizzato una colletta per ricomprare i palloni di basket che erano stati rubati. L’ultimo, in ordine cronologico, è stato consegnato a Daniele Cassioli per l’impegno con la sua Associazione, Real Eyes Sport, che dà l’opportunità di fare sport a tutti i bambini e le bambine con disabilità.
Il Premio Costruiamo Gentilezza è stato anche citato come best practice di una sezione del corso di Edulia della Treccani “Educare alla gentilezza”.
E spesso, mi piace immaginarlo, come un viaggio. Abbiamo, infatti, raggiunto molte città con Chiara Castellani, Vicepresidente di Costruiamo Gentilezza, ed abbiamo avuto l’opportunità di incontrare persone di cuore e coraggio, che hanno superato salite, hanno affrontato sfide, tagliato traguardi, proprio come la vita. Consegnata la maglia di ambasciatore alla gentilezza, ci restano il sorriso e il grazie di coloro che sono stati premiati.
“Non abbiamo fatto niente di straordinario- spesso ci dicono”. Ancora la gentilezza ci stupisce. Poi arriverà quel giorno in cui il Premio avrà compiuto il suo percorso e verrà riposto nel cassetto. Vorrà dire che il gesto straordinario sarà diventato comune e consueto.
Di Gaia Simonetti
Giornalista, ambasciatrice di gentilezza, Fair Play Manager