Un cavallo per saltare oltre gli ostacoli del pregiudizio della malattia mentale
Santo Rullo e Valerio Di Tommaso
E’ sabato 30 novembre, presso il campo di gara di salto ad ostacoli dell’Excalibur Equestrian Centre in zona Ardeatina a Roma, viene annunciato l’ingresso di un cavallo di nome Esso, purosangue di razza di Persano, baio di taglia medio-piccola, 7 anni, montato da Elisa, capelli nerissimi e riccissimi, 20 anni.
L’altoparlante lo annuncia definendolo il cavallo della salute mentale.
Sì perché Esso due anni fa partiva dal proprio luogo di nascita, la Reggia di Carditello a pochi chilometri da Caserta, per affrontare il lungo viaggio che lo avrebbe portato a Parco San Giovanni a Trieste per incontrare Marco Cavallo. L’incontro avveniva diversi mesi dopo, il 13 maggio, giorno del 45ennale della promulgazione della Legge 180, la legge che ha chiuso i manicomi nel nostro paese. Anche quel giorno Esso era montato da Elisa. Parco San Giovanni ospita l’ex ospedale psichiatrico di Trieste dal quale negli anni 70 era iniziata l’innovazione ed il cambiamento dell’assistenza psichiatrica in Italia. Marco Cavallo è “un destriero blu di cartapesta, montato su ruote, lunghe zampe, alto quattro metri…; rappresentava il cavallo del vecchio manicomio che un tempo trascinava il carretto con la biancheria da lavare e, dal giorno della chiusura dell’ospedale psichiatrico, divenuto per tutti simbolo della libertà conquistata”.
Quel cavallo blu portava nella pancia i desideri degli internati nel manicomio che stavano per essere liberati; 45 anni dopo Esso ha raccolto i sogni delle persone che soffrono oggi di un disturbo psichiatrico, attraversando più di mezza penisola, 7 Regioni, decine di servizi di salute mentale e comunità terapeutiche. E incontrando Marco Cavallo Esso è diventato un nuovo cavallo della salute mentale, in carne ed ossa, pronto a fare qualcosa di concreto per continuare a manifestare il suo impegno.
Finito il viaggio Esso inizia ad allenarsi al salto degli ostacoli, lavora facendo terapia assistita con gli animali per persone con disabilità e disturbi mentali al maneggio di Ciampacavallo nel Parco dell’Appia Antica.
E la sua storia si interccia di nuovo con Elisa. La ragazza, anzi l’amazzone, aveva scoperto l’amore per i cavalli e la passione per l’equitazione durante il periodo trascorso nella Comunità Terapeutica per adolescenti La Casa, sita a pochi chilometri da Ciampacavallo, approfittando del prezioso contributo di ECOS (European Culture and Sport Organization), ente del Terzo Settore da sempre impegnato nella promozione delle attività sportive nei percorsi di tutela della salute mentale e sponsor dell’attività. Elisa era un’adolescente intelligente, esuberante, disregolata nelle emozioni reali, in cerca di emozioni artificiali, spesso autolesionista, in grande difficoltà con il rispetto delle regole, sempre vittima di relazioni sbagliate al limite della pericolosità. La relazione con il cavallo era sembrata subito una relazione diversa e che funzionava: finalmente qualcuno di cui prendersi cura e con il quale condividere emozioni, senza pregiudizi per il suo passato e per le sue difficoltà presenti, un essere con il quale completare percorsi e affrontare ostacoli concreti da superare. Elisa ed Esso hanno completato i primi due importanti percorsi ad ostacoli: Elisa è tornata a casa, a scuola e ha iniziato a lavorare a Ciampacavallo, dove in cambio del suo operato riceve l’addestramento al salto; Esso prosegue con gli allenamenti e con il suo lavoro “socialmente utile” come terapeuta nella disabilità.
Inzia la gara Esso ed Elisa affrontano i primi ostacoli con sicurezza, niente di particolarmente difficile 70 cm, percorso netto… applausi del pubblico… pregiudizio superato. Pronti per le prossime gare del circuito regionale FISE, pronti per i prossimi ostacoli della vita.