Kobe Bryant, a Rieti il primo campo da basket in memoria dell’indimenticabile campione
MARIELLA LAMONICA
Il 2025 è cominciato da pochi giorni e quello che ci siamo lasciati alle spalle è stato un anno di milioni di emozioni sportive. Tanti gli eventi clou che hanno tenuto banco, le Olimpiadi di Parigi su tutti, ma anche altrettanti “piccoli grandi gesti” che hanno allineato l’empatia alla realtà.
Nel mese di dicembre, fra questi piccoli grandi gesti appunto, ne è spuntato uno a Rieti che agli appassionati di basket evoca immediatamente un solo nome: Kobe Bryant.
Proprio a Rieti andò in scena una parte di carriera sportiva italiana del papà di Kobe, più specificatamente presso l’ex convitto dei Padri Stimmatini, oggi “Casa Buon Pastore”. Proprio lì, su quel campo, c’era anche il piccolo Bryant che iniziò a mettere in fila i suoi primi tiri a canestro, correndo in un rettangolo che stava già cullando una passione immensa e che sarebbe divenuto trampolino di lancio verso una storia che tutti conosciamo.
Quel campo, in totale stato di abbandono, è stato ristrutturato dalla società di pallacanestro cittadina della Real Sebastiani Rieti, attenta nel ridare vita ad una struttura utile per i ragazzi e le ragazze del paese, ma altrettanto meticolosa nel farlo ponendo l’accento sul campione eterno. Sul canestro, infatti, si legge “Black Mamba enjoys here” ed i colori richiamano tanto il viola e l’oro proprio come quelli dei “suoi” Los Angeles Lakers.
Ridare vita a quel campo significa non solo dare un’opportunità ed un rifugio sicuro a chi ama fare due tiri a canestro con gli amici, ma anche rimarcare un legame sempre vivido tra il campione americano e l’Italia, una patria che lo ha cresciuto ed amato.
Chissà, poi, che tra poche settimane, ovvero il 26 gennaio giorno della ricorrenza della scomparsa di Kobe, non sarà proprio quello stesso campo ad illuminare, con un po’ di sano basket, un giorno buio ed inspiegabile che da 5 anni a questa parte ha cambiato tante cose, anche solo il modo di sfiorare quella palla a spicchi.