Tra poltrone e Palazzo, la nuova stagione delle Federazioni
di LUCA CORSOLINI
Cosa cambia con Sport e Salute che diventa padrone di casa?
Un problema o un’opportunità per cambiare?
Non sono passati neanche dieci giorni dall’inizio dell’anno, e già due parole sembrano emergere come chiavi per il 2025 nello sport: Sestante e Illumina.
• Sestante è il nome dato da Sport e Salute al piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare della società: 131 immobili distribuiti in 105 città.
• Illumina, con l’esempio emblematico di Caivano, rappresenta ciò che verrà dopo questo censimento, in termini di risorse disponibili e nuove progettualità.
Alcune osservazioni:
Sport e Salute non è semplicemente la società che ha ereditato da Coni Servizi la gestione di un vasto patrimonio immobiliare, a beneficio di numerose discipline sportive. È una società che dipende direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), guidato da Giancarlo Giorgetti. Di conseguenza, è un ente di evidente emanazione politica, lo stesso ambito che ha cercato di risolvere il problema delle presidenze “eterne” nelle federazioni sportive.
Il tentativo di limitare i mandati sembrava ambizioso: consentire un terzo mandato solo a condizione di ottenere almeno il 66% dei voti. Nonostante l’apparente difficoltà, quasi tutti i presidenti federali sono riusciti a superare l’ostacolo. Questo anche perché non si è adottato, come in politica, un’istituzione simile al “semestre bianco”, che limita i poteri del Presidente della Repubblica negli ultimi mesi di mandato. In assenza di una norma analoga, molti dirigenti sportivi hanno sfruttato appieno il loro “semestre nero”, prendendo decisioni utili a garantirsi la riconferma.
Un nuovo obiettivo: dai dirigenti alle strutture
Fallito l’assalto diretto alle poltrone, l’attenzione si sposta ora sul “Palazzo” – anzi, sui tanti palazzi delle federazioni. Non si tratta di una manovra contro qualcuno, ma piuttosto di un invito al cambiamento. Sport e Salute rivendica per la prima volta il proprio ruolo di padrone di casa, garantendo il massimo rispetto per gli inquilini, ma pretendendo lo stesso per sé.
Tuttavia, alcune federazioni potrebbero incontrare difficoltà economiche nell’adattarsi alle nuove richieste. C’è già chi lamenta problemi, tanto che il CONI – padre e madre delle federazioni – ha convocato una riunione per fare il punto della situazione. Ma questa svolta offre anche numerose opportunità, se osservata da diverse angolazioni.
1. I limiti della comunicazione autoreferenziale
Oggi quasi tutte le federazioni dispongono di social media manager, che, pur essendo spesso competenti, si trovano a operare in un contesto ancora troppo autoreferenziale. La mancanza di piani editoriali strategici è evidente, in parte perché non vengono richiesti. Di conseguenza, si tende a copiare strategie altrui, senza adattarle alle proprie specificità.
Sport e Salute lancia un messaggio chiaro: non basta gestire i social, serve un data manager capace di interpretare i numeri prodotti dallo sport – tesseramenti, sponsorizzazioni, tasse gara, affitti. Questo invito a modernizzarsi è anche un modo per spingere le federazioni a meritare il rinnovo dell’affitto. Ad esempio, perché così poche federazioni utilizzano lo strumento del 5×1000?
Promuovere nuove professionalità significa anche contrastare l’autoreferenzialità, che per anni ha protetto i dirigenti intenti a perpetuare sé stessi, ignorando le richieste di rinnovamento.
2. Ridurre gli sprechi e ottimizzare gli spazi
Il censimento degli immobili sportivi non riguarda solo i “palasport”, ma anche i “Palazzi” (notare la maiuscola), ovvero le sedi delle federazioni, spesso caratterizzate da lusso e spazi sovradimensionati. Questo processo punta a ridurre gli sprechi, prendendo esempio dall’Olimpico di Roma, che non è solo uno stadio, ma anche sede di uffici di Sport e Salute e di varie federazioni.
L’idea è chiara: gli impianti sportivi pubblici devono essere davvero pubblici, anche ospitando gli uffici di chi gestisce lo sport. Meno uffici e più spazi dedicati all’attività sportiva: un collegamento diretto tra burocrazia e pratica sportiva a ogni livello.
3. Sport come strumento di riqualificazione territoriale
Un censimento così ampio non si limita allo sport. L’esempio di Caivano, più significativo rispetto alla pista di bob di Cortina (un impegno altrettanto importante ma diverso), dimostra che lo sport può rinascere anche in contesti difficili.
Molte aree abbandonate in Italia – capannoni, centri commerciali dismessi – potrebbero essere recuperate per lo sport, grazie ai risparmi generati dalla gestione ottimizzata del patrimonio immobiliare. Questo approccio permetterebbe di realizzare impianti sportivi moderni e sostenibili, ideali per il crescente interesse verso l’outdoor e i percorsi naturalistici, come i Cammini, che attraggono sempre più persone.