Tutor arbitrale: la svolta per il calcio italiano?
di FRANCESCO MAFERA
Il calcio italiano si prepara a una possibile svolta con l’introduzione sempre più diffusa del “tutor arbitrale”, una figura che negli ultimi anni ha iniziato a ritagliarsi spazio nel panorama sportivo. Questo ruolo, pensato per supportare e formare i giovani direttori di gara, potrebbe presto diventare una costante regolamentare, rappresentando un tassello chiave per la crescita e la tutela del movimento arbitrale.
L’importanza di questa figura è emersa con forza dopo un grave episodio verificatosi nel Lazio a inizio dicembre. Durante una partita di Terza Categoria, il trentatreenne arbitro Edoardo Cavalleri è stato aggredito da un giocatore a Viterbo, riportando la frattura del capitello radiale al braccio sinistro a causa di un pugno. Un evento che ha scosso il mondo sportivo e portato a conseguenze immediate: uno stop dei campionati per un turno, dall’Eccellenza in giù, e la decisione di introdurre nuovamente in maniera sistematica il tutor arbitrale, in particolare nel settore giovanile.
La decisione del CR Lazio
Il Comitato Regionale Lazio, in collaborazione con l’AIA Lazio e il suo presidente Daniele Stazi, ha ufficializzato la reintroduzione del tutor arbitrale con il comunicato N° 123 del 10 gennaio. La figura sarà impiegata inizialmente nelle categorie Under 14 e Under 15, affiancando i giovani arbitri nelle loro prime esperienze sul campo.
Chi è il tutor arbitrale?
Il tutor arbitrale, introdotto per la prima volta nel 2017 dalla FIGC, nasce come guida per i giovani o meno esperti direttori di gara. Il suo ruolo è quello di supportare l’arbitro in campo, fornendo consigli pratici, feedback tecnico e sostegno psicologico. Non sostituisce l’arbitro, ma lo affianca per aiutarlo a migliorare le sue competenze e affrontare la pressione che deriva dalla gestione delle partite.
Questo mentore rappresenta un punto di riferimento anche per educare il contesto in cui l’arbitro opera, contribuendo a prevenire episodi di violenza e a favorire un ambiente più rispettoso verso la figura del direttore di gara.
Il Lazio come modello
L’iniziativa del Lazio, che punta a partire dal calcio giovanile per creare una cultura sportiva più sana, si propone come esempio per tutto il territorio nazionale. La speranza è che il tutor arbitrale diventi uno strumento di prevenzione e crescita diffuso in tutta Italia, aiutando a radicare valori di rispetto e fair play non solo tra i protagonisti in campo, ma anche tra tifosi e dirigenti.
Un segnale chiaro di cambiamento che parte dalla base e che punta a garantire un futuro migliore per il calcio e i suoi protagonisti, dentro e fuori dal rettangolo di gioco.