La crescita del progetto “Racchette in Classe” grazie alla “Bottega dei Talenti Caterina & Francesca APS”
di FRANCESCO MAFERA
Il progetto “Racchette in Classe” ha raggiunto una nuova tappa del suo più che decennale percorso, rafforzato adesso dall’accordo con la “Bottega dei Talenti Caterina & Francesca APS”. Una missione con la quale la Federazione Italiana Tennis e Padel pone l’accento sul tema dell’inclusione dei bambini diversamente abili attraverso la pratica sportiva nelle scuole di tutta Italia.
L’iniziativa andrà avanti nel segno dello slogan “Campioni in campo e fuori”, una frase che condensa, come meglio non potrebbe, il messaggio che le ragazze stanno veicolando e che hanno trasmesso da Bologna, in occasione dell’ultimo impegno di Coppa Davis dei tennisti della nazionale azzurra. Momento nel quale hanno incontrato Capitan Volandri, Sinner, Berrettini e compagni, ricevendo gli autografi da parte di tutta la squadra.
L’intento dell’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” della FITP è quello di valorizzare Il talento, considerato come un dono e quindi risorsa da scoprire nelle scuole di tutta la penisola.
A prescindere dal recente successo del movimento, con il raggiungimento di traguardi internazionali prestigiosi e l’aumento dei tesserati, un risultato importante per la Federazione è proprio quello dell’inclusione della disabilità. È con questo spirito che si è arrivati a rinnovare nel tempo il progetto “Racchette in Classe”, giunto alla sua dodicesima stagione per continuare a promuovere l’attività sportiva nelle scuole.
Un progetto che adesso verrà implementato dalla collaborazione con la giovane “Bottega dei Talenti Caterina & Francesca APS”, per essere arricchito con dei focus sulla disabilità tali da poter incrementare ulteriormente le sue potenzialità di successo.
Una iniziativa fondata su dati scientifici, come dimostra lo studio realizzato nell’ambito del progetto “KIDS”, che nell’ultimo decennio ha confermato la tendente difficoltà dei bambini ad avere i tempi e gli spazi necessari per svolgere attività motoria. Soprattutto per quelli tra i 4 e i 6 anni. Una fascia di età sensibile nella quale si procede ad affinare la qualità degli schemi motori di base come camminare, correre, saltare, rotolare, e lanciare iniziando a sviluppare anche capacità coordinative di livello superiore.
Per questo motivo, dall’anno scolastico in corso la FITP, con la partecipazione della Federazione Tennistavolo, propone delle ulteriori declinazioni del progetto, come quella che prende il nome di “Racchette in Classe BABY” riservato ai bambini delle Scuole dell’Infanzia che abbiano compiuto o compiranno il 5° anno di età nel primo semestre 2025. Una derivazione che serve a promuovere l’attività motoria di base in un’età sensibile, agendo da collante fino all’ingresso nella Scuola Primaria.
Per facilitare l’inclusione di bimbi diversamente abili, sia in ambito motorio che relazionale, si è deciso di avviare anche una nuova fase denominata: “Lo sport include con talenti: il tennis gioca con Caterina e Francesca”, grazie al patrocinio della Presidenza dei Ministri.
Questo per ciascuna divisione: i Kids, cioè gli alunni della scuola primaria, i Junior, della secondaria di primo grado e i Pro, ovvero gli studenti della scuola secondaria di secondo grado.
Come spiega il documento programmatico della Fitp, l’attività motoria si configura quale “importante strumento di integrazione ed inclusione di tutte le persone a rischio di emarginazione”, tra cui quelle con disabilità motorie e relazionali che sono il vero target di riferimento. Questo per il fine ultimo e più specifico di fargli conoscere il proprio corpo in tutto il suo potenziale, affinché venga concepito come mezzo di valorizzazione ed espressione massima delle proprie capacità anziché come ostacolo.
Anche perché l’attività sportiva è, ormai per evidenza scientifica, un veicolo di benefici sia fisici che psicologici. Un aspetto positivo che può tradursi ancora di più in un vantaggio, se in presenza di professionisti qualificati come quelli previsti dalla Fitp per un ampliamento di organico, concepito con il fine di integrare l’attività con le metodologie proposte dall’Associazione “Bottega dei talenti Caterina & Francesca APS”.
Associazione che si occuperà dunque di fornire un supporto necessario al raggiungimento degli obiettivi, organizzando dei percorsi formativi con lezioni sia all’interno dell’orario scolastico che nel dopo scuola per coloro che desiderino conoscere in modo più approfondito la realtà di questi progetti di integrazione sociale.
Il pilastro dell’Associazione per questo importante compito è Sergio Santin (il “ventenne con 36 anni di esperienza” come è abituato ad autodefinirsi): imprenditore veronese nel ramo immobiliare con alle spalle una esperienza di vita familiare sicuramente particolare e molto bella da raccontare: padre, appunto, delle due sorelle Caterina e Francesca, gemelle monozigote e monocoriali affette da paralisi celebrale infantile, Sergio ha fatto una vera e propria scelta di vita, decidendo di concentrare tutte le proprie energie sulla famiglia.
Nella sua testimonianza ha raccontato di essersi trovato a un bivio ma di aver intrapreso con grande amore e coraggio la strada di chi mette l’uomo davanti all’imprenditore: “Quando sono nate le mie principesse, ho dovuto fare una scelta. Per un imprenditore, l’azienda è un figlio, ma per un papà due figli speciali sono la vita. Ho scelto di essere prima di tutto un padre e di investire sui sorrisi delle mie ragazze rinunciando ad un fatturato fiorente. Parole sicuramente toccanti quelle del papà delle due ragazze all’interno di una dichiarazione nella quale Sergio ha anche spiegato le finalità del modus operandi dell’Associazione: “Come ci ha chiesto il Direttore dell’ISF Michelangelo Dell’Edera, la mission sarà quella di trasmettere la nostra conoscenza e il nostro modello inclusivo ai maestri e ai formatori della FITP, un modello che guarda ai talenti e non al pietismo, perché la diversità rende le persone speciali. In qualche modo siamo tutti disabili, nessuno di noi sa fare tutto”.
Una storia, quella di Sergio e della sua famiglia, che rappresenta sicuramente un esempio per molti e che, dato il suo grande spessore umano, ha reso l’imprenditore il più adatto dei personaggi a divenire promotore di iniziative come quella dell’Associazione.
Una visione che era già emersa in maniera davvero significativa per poter comprendere i risvolti positivi del concetto di diversità, anche nel suo contributo a margine del Concerto di Natale 2024, al quale aveva dedicato una riflessione molto bella: “Eravamo alla presenza del Maestro Andrea Morricone (il figlio del grande e indimenticato Ennio, ndr.). Se oggi in quest’aula, ci fossero tutti violini capaci di suonare una sola nota e tutti maestri precisi, la vostra potrebbe essere solo un orchestra che produce un clacson. Invece, grazie alla vostra unicità, è nata una meravigliosa sinfonia”.
Sergio che nel suo intervento ha ricordato come, quelle che lui chiama le sue “due principesse” siano persone speciali “che hanno accettato con coraggio la sfida che la vita gli ha lanciato”. Oggi Caterina e Francesca hanno 23 anni e hanno completato il loro percorso di studi, fino a diventare educatrici. Tutto ció esprimendosi e relazionandosi con il solo movimento degli occhi.
Esempi di una forza morale ed una resilienza a moltissimi di noi totalmente sconosciuta, Santin e le figlie non si sono mai arresi, rendendo compatibile il loro vissuto con quello di tutti gli altri. L’imprenditore, che si è sempre battuto per una soluzione alternativa per la cura delle figlie, ha anche raccontato di aver sempre rispedito al mittente i suggerimenti di chi gli diceva di affidarle ad un Istituto medico: “Hanno vissuto sempre in casa con noi, facendo tutto il percorso scolastico dove viviamo, in provincia di Verona, e a 13 anni ci hanno comunicato di voler frequentare una scuola per imparare ad aiutare gli altri. Le abbiamo iscritte ad un Istituto di formazione sanitaria e a 19 anni si sono diplomate con il massimo dei voti come Operatrici socio-sanitarie. Dopodiché ci hanno chiesto di poter lavorare con i bambini e – anche grazie alla lungimiranza di Sandro Veronesi – Caterina e Francesca hanno cominciato a lavorare all’interno dei loro asili aziendali e oggi sono state nominate dalla Fism (Federazione Italiana Scuole Materne) ‘maestre di inclusione’. Quando mi chiedono cosa fanno praticamente all’interno di queste strutture, la mia risposta è semplice: portano il loro talento speciale che è quello di togliere qualsiasi ostacolo alla felicità”.
Secondo Sergio Santin il potere delle sue figlie è infatti “quello di portare la coscienza di chi gli sta di fronte all’essenziale, di farlo ‘respirare bene’. Per lui e la moglie Stefania, Caterina e Francesca sono “un dono che ha un senso se lo metti a disposizione degli altri”, secondo un principio che è coerente con quanto recita una delle migliori massime dell’Associazione, ovvero che “sarai veramente felice solo se renderai felice qualcun altro”.
E dunque, trasformato l’handicap in una grande opportunità di risollevamento che ha dato senso a tutto, nell’accettare e affrontare le difficoltà della vita, oggi la famiglia Santin è un modello di riferimento per progetti volti all’inclusività, nonchè partner e fonte di ispirazione per un movimento importante.