Il ghiaccio a Milano? Tristemente sciolto…
di ONORATO ARISI (uno dei maggiori collezionisti sportivi in Italia, ex direttore del Museo Inter&Milan a San Siro ed ex vice-presidente Hockey Milano)
Alzi la mano chi non ha mai visto una partita di hockey su ghiaccio dal vivo. Cosa vi siete persi , amici miei. Mangiamo tutti pane e pallone, ma l’hockey è come una birra fresca o una Coca Cola ghiacciata, un panino con le salamelle che profumano l’aria, un cartoccio di caldarroste d’inverno. I gusti e gli odori di un tempo, com’erano un tempo quelli del calcio coi lupini e il Caffè Borghetti.
L’hockey è ghiaccio, pattini e lame, bastoni, puck, caschi, paradenti, falli, penalità, ingaggi, mischie, panca puniti, scontri…. E ‘ pubblico tanto caldo quanto è freddo il ghiaccio! È tifo, urla, canti, cori lunghi tutta una partita che rimbombano in palazzetti che profumano di freddo secco e di nebbiolina che sale dal ghiaccio e fa sparire alla vista disco, pattini e bastoni. Tre tempi, venti minuti per tempo. Una partita che inizia, si ferma e ricomincia altre due volte con gli stessi riti, le stesse sfilate di maglie colorate, le stesse bastonate sui gambali del portiere per incoraggiamento e buona sorte. Lo stesso saluto ripetuto come una poesia a ogni giocatore. Nome per nome, perché ognuno di loro è un amico che berrà una birra con te nel dopo partita, che sia andata bene o male non importa, col pensiero già alla prossima gara detestando l’estate in arrivo. Il momento più intenso ed emozionante è il giro di pista a fine partita tra gli applausi del pubblico che incoraggia comunque i suoi ragazzi con la voglia di non andarsene mai.

Tutto questo e di più mi ha regalato l’Hockey Milano nelle sue varie denominazioni, aggiungendo emozioni da tifoso, sostenitore, sponsor e dirigente, culminate (dopo un salvataggio da rischio estinzione)con la promozione in A1 nella notte magica di Gardena nell’aprile 2012. Una gioia infantile e ancor oggi ,riguardando le foto ritrovi il senso della felicità pura , genuina e collettiva per un successo che fino a poche settimane prima era impensabile, ma che un’alchimia di forze, intenti, consapevolezze, fiducia gli uni negli altri ha regalato la vittoria più bella e indimenticabile.
Ora tutto questo non c’è più è come non fosse mai esistito.
La nostra Casa era il Palazzo del ghiaccio Agorà in Via dei Ciclamini a Milano. Una casa piccola ma dignitosa da 4000 posti. Ogni anno , alla festa per una delle tante vittorie, arrivava l’Amministratore di turno del Comune o della Regione a prendersi gli applausi promettendo ristrutturazioni, ampliamenti e investimenti perché “l’Hockey a Milano è un’eccellenza!”
Ora l’Agorà giace morto, spiaggiato come una balena, massacrato e devastato da anni di incurie. Rimane la struttura esterna incorniciata da manifesti di protesta, l’interno invece devastato, dove c’era la pista ora solo buchi . Sul soffitto sono rimaste appese le bandiere delle vittorie come medaglie sul petto di vecchio reduce, silenziose testimoni di uno scempio senza eguali perché oltre a non esserci più il Palazzo del ghiaccio non c’è più neanche la squadra “vanto di Milano”. L’incredibile è che tutto questo avviene a due anni dalle Olimpiadi Invernali dove Milano ospiterà il torneo di hockey più importante del mondo e dove parteciperanno squadre con stadi da paura da migliaia di posti!!

Un’altra occasione persa quando solo 3 o 4 anni fa si parlava di uno stadio nuovo ed una squadra altamente competitiva. Qualche cosa si inventeranno e verranno inaugurati i Giochi, ci sarà il solito Presidente di qualche cosa che riprometterà un nuovo stadio , moderno e avveneristico… scrosceranno gli applausi e intanto in via dei Ciclamini la vecchia balena spiaggiata rimarrà da testimone dell’incapacità del mondo dello Sport e della Politica a mantenere i minimi impegni. Oggi l’Hockey su ghiaccio italiano si gioca praticamente solo in Trentino Alto Adige con le tre squadre più forti (Bolzano, Asiago, Val Pusteria) che partecipano per conto loro ad un Torneo Internazionale: Ice Hockey League, in parole povere il campionato austriaco! Manca Milano e chissà per quanto tempo…
