“Travolti dallo tsunami razzismo, adulti ci siete?” Parla la vicepresidente della Nuova Virtus Cesena Ivana Donadel
di STEFANO RAVAGLIA
Dopo l’incredibile caso di razzismo avvenuto in una partita di basket femminile U19, tra Happy Basket Rimini e Nuova Virtus Cesena, con una mamma ospite che ha dato della “scimmia” a una giocatrice di casa, uscita dal campo per cercare di farsi giustizia da sola e poi espulsa, abbiamo intervistato in esclusiva la vicepresidente del club cesenate, Ivana Donadel.
Avete parlato alle ragazze della vostra squadra di questo accaduto? Hanno solidarizzato con la vittima dell’insulto?
“Le ragazze inizialmente non si sono accorte della parola detta. Due di loro sono le figlie della persona colpevole, e hanno avuto una reazione da figlie, come è giusto che sia. Le nostre ragazze sono andate dentro lo spogliatoio, non hanno avuto contatti con l’altra atleta perché forse in questo momento serve aspettare 48 ore e agire di conseguenza. Sono tutte adolescenti, il peso che hanno le parole ci hanno fatto preferire questa soluzione. Le scuse sono sincere e ci sarà tempo per farle”
Come si risolve il problema del razzismo?
“A parte colpevolizzare il gesto, che non appartiene proprio alla nostra società, questo gesto però deve essere il motivo per fare davvero qualcosa di concreto perché non accada più. Allora noi come società in questo tsunami che ci è caduto addosso vogliamo prendere questa cosa per fare qualcosa di vero. Stiamo pensando di attivare progetti nostri, però è successo da poco, molti mi dicono ‘ditemi cosa volete fare’ ma ora fatico anche a gestire i comunicati stampa che escono, perché è un momento in cui tutto ciò che dici può essere mal interpretato”
Nelle scuole viene fatto abbastanza? Cosa bisognerebbe fare?
“E’ un problema mondiale, questo. Soprattutto in questo caso secondo me l’impatto che hanno i social su un argomento del genere. Nelle scuole ci dovrebbe essere un lavoro importante, credo che comunque viene fatto tantissimo sull’inclusione e sul razzismo, però evidentemente mi viene da dire che ora dovrebbe essere fatto un lavoro sugli adulti. Io ne ho parlato a casa anche con mio figlio, ma ovviamente lui non è così. Ha 17 anni ed è praticamente coetaneo loro. Hanno idee completamente diverse forse da tanti adulti, è vero che lavori sulla scuola perché noi dobbiamo formare nuovi adulti. Ma quando formiamo gli adulti?”
E dunque i più grandi da voi verranno coinvolti?
“Sì, ma mi chiedo poi, quanti di questi adulti sono davvero interessati e verrebbero a fare degli incontri? Bisognerebbe trovare la maniera, e come società sportiva ci impegneremo, affinché sin dall’inizio dell’anno un iscritto alla nostra società debba anche presenziare a degli incontri formativi”
Come l’informazione secondo te può orientare queste cose?
“Non avrei mai pensato a un grosso impatto di questo tipo a livello di social e informazione. Non avrei mai immaginato che un fatto del genere potesse avere 700 mila o un milione di visualizzazioni. E questa cosa ti fa anche pensare, a quanta importanza abbia la notizia raccontata nell’atto in cui si verifica. Di questo argomento certamente se ne parla tanto, ma forse non ne stiamo parlando nella giusta chiave”