Per chi non ha sport… c’è il PalaSermig di Torino: per i giovani, contro disagio e devianze
di MATTIA RUSSO
Sabato 8 febbraio, come delegazione di MSA Piemonte, siamo stati in visita presso il PalaSermig di Torino.
Inaugurato nel 2021, dopo un lavoro di solo 10 mesi, il PalaSermig è un impianto sportivo in zona Aurora a Torino, un quartiere che contiene molte complessità dovuto alla presenza e convivenza di un melting pot di provenienze piuttosto vario. È una zona complessa a causa dello spaccio e abbandono di rifiuti.
Il PalaSermig nasce da due campetti sintetici (uno dei quali è ancora presente); esso è una costola semi autonoma del Sermig, fondato da Ernesto Oliveri nel 1964; sì tratta di una realtà benefica e di volontariato verso le persone più svantaggiate, disagiate e emarginate.
La venue sportiva in questione consta di 420 posti a sedere.
Il progetto che ha portato alla costruzione dell’impianto di cui sopra ma soprattutto al mandato istituzionale che esso si pone, parte da un’analisi della realtà territoriale in cui esso si trova e dalla richiesta delle persone che abitano, popolano e vivono il quartiere: i bimbi e i ragazzi frequentano ancora gli spazi comuni come le piazze, giocano a pallone. Le famiglie chiedono aiuto, coordinamento, spazi protetti per poter fare continuare a giocare e divertirsi i propri figli.
I bimbi della scuola primaria che sono iscritti sono circa 80 mentre 200 arrivano dalle scuole secondarie di I e II grado.
All’interno di questo impianto sportivo nasce il progetto “Per chi non ha sport”: una modalità di coinvolgimento dei bimbi e di sostegno economico alle famiglie tramite tariffe circostanziate alle situazioni ISEE di ognuno di loro: si passa dalle gratuità totali fino a un massimo di 300 euro all’anno.
Gli sport proposti sono il Futsal maschile e il volley femminile: ad oggi sono 3 le squadre di pallavolo e 7 quelle dedicate al calcio a 5 tra cui anche un team che milita in SerieB, di cui Daniele Granata, ex atleta di altissimo livello.
Il volley ha una #partnership con Chieri ’76 Volleyball: da ciò nasce la collaborazione con Amauri Ribeiro, anch’esso ex atleta.
In estate si svolgono Camp di volley ambosessi e di sittingvolley.
Per un impianto sportivo che si basa al 93% da donazioni, diventa necessario trovare anche altri modi di finanziamento: questa settimana sono in programma le Finali Eight di Coppa Italia di pallacanestro organizzate da Lega Basket e Trieste, Tortona e Bologna utilizzeranno questa come #facility di allenamento.
Sempre in merito agli introiti, essi arrivano da quote, affitti dei campi, eventi (serate danzanti, cene di gala, eventi di karate, ginnastica artistica ecc). Il palazzetto è dotato di impianto audio e video di primissimo livello.
Quali altri elementi distinguono questa realtà sportiva dalle altre?
Ogni staff è composto da un allenatore, da un’allenatrice e da un educatore.
Uno staff così composito permette di lavorare non solo sulla parte tecnica ma anche sulla parte educativa e sociale: gli staff incontrano e condividono metodologie e interventi insieme a insegnanti, assistenti sociali e l’ASL quando coinvolta tramite la Neuropsichiatria Infantile.
Lo staff decisionale del PalaSermig intende implementare la propria offerta sportiva tramite la creazione di squadre inclusive; la problematica, ad oggi, è legata alla mancanza di ulteriori spazi, data la saturazione del campo che vedete in foto, occupato ogni giorno dalle 16 alle 23.
All’interno dell’impianto è presente un Bar i cui dolci e altri cibi sono preparati nell’eremo di Pecetto Torinese, ente inclusivo anch’esso.
L’impianto oltre ad essere coibentato, è stato dotato di pannelli fotovoltaici al fine di ridurre il proprio impatto ambientale.
L’intenzione di questa peculiare realtà sportiva è aumentare il livello competitivo riuscendo a calcare i campi di Serie A nel Futsal e, al contempo, mantenere una base inclusiva e educativa che risulta essere imprescindibile dal mandato istituzionale dell’Ente in questione.
Gli sponsor esistono ma spesso si tratta di realtà filantropiche che non intendono ricevere visibilità; pertanto, siamo nell’ambito legato maggiormente alle donazioni.
Non è presente al momento un ufficio stampa ma la comunicazione è comunque demandata a uno staff di volontari che curano i canali Instagram e Facebook.
Sempre in ottica inclusiva, gli spogliatoi non hanno numerazione alcuna ma posseggono nomi dei continenti e oceani, per fare sentire ognuno come a casa, propria e degli altri.
Comunque di tutti: affinché la diversità sia sempre una ricchezza e mai causa di incomprensioni ed emarginazioni.
Il Manifesto dello sport è il documento su cui si fondano gli interventi nelle scuole, sempre molto apprezzati; da notare come i 10 articoli su cui il PalaSermig intende crescere i propri atleti è trasversale a molti ambiti della vita e non solo a quello sportivo. Il fine ultimo non è meramente tecnico ma anche e soprattutto educativo e umano.
In conclusione, è stato possibile conoscere una realtà dalle mille sfaccettature e che opera realmente sul proprio territorio di appartenenza attraverso progetti legati all’empowerment e all’allontanamento dalla devianza, oltre ad avere temi tecnici precisi e di livello.
La peculiarità particolarmente apprezzabile è che l‘intendo educativo non è strumento per lo sport né viceversa: essi vanno di pari passo al fine di non destituire l’altro né erodere la dignità che l’altro tema possiede innatamente.