L’intervista impossibile: faccia a muso con il mitico Varenne
Di ONORATO ARISI
Tempo fa ho intervistato un Re.
Un Re vero. Un’impresa titanica riuscire a capirci e così a furia di smorfie, movimenti degli occhi e della faccia ci siamo un pochino compresi. Lui è un Re vero che però tutti amano chiamare “CAPITANO”. Ha quattro zampe, una macchia bianca sul muso, occhi vivaci , attenti, curiosi ed ogni movimento preciso e pacato.
Si chiama Varenne , sì proprio l’invincibile-Varenne, ha disputato 73 gare vincendone 62. Ora è padre di una lunga schiera di principini più o meno bravi ma pur sempre figli suoi. Quel giorno che ci siamo incontrati non era particolarmente “ciarliero”, chissà quante foto, carezze volute o non volute ogni giorno. Alla fine ha avuto pena di un impacciato intervistatore lui abituato a ben altri ambienti e personalità decide all’improvviso di farmi un sorriso mostrandomi tutto il suo arsenale di denti , sbattendo la folta e lucida criniera.
Nel nostro dialogo surreale ho saputo che è nato in provincia di Ferrara nel 1995, ha corso e vinto in tutto il mondo rappresentando il meglio dell’Italia sportiva. Nel 2002 il Capitano appende i ferri al chiodo e tutto diventa già ricordo fiabesco: la sua corsa, lo stile, il portamento regale, l’intelligenza nel sapersi gestire in gara, la consapevolezza di essere il più forte. Correva con una marcia in più, guardava a destra, guardava a sinistra e poi allungava verso il traguardo sicuro di vincere.
Lo portano a vivere a Vigone per iniziare una lunga carriera da stallone. Il suo ”appartamento” è composto da un grande box dotato di tutti i confort, ha la compagnia di una ragazza che lo accudisce 24 ore al giorno. C’è poi un’altra stanza dove un guardiano lo sorveglia a vista con l’ausilio di varie telecamere . Fa il suo dovere di grande stallone poi passeggiate, visite di grandi e piccini, tante carote e mele, insomma non è mai solo! Dopo il primo pensionamento da trottatore nel 2002 arriva un secondo pensionamento da stallone nel 2019 ed ora fa proprio il signore in un nuovo “appartamento” in provincia di Pavia. Gioca, ride, scherza, mangia, passeggia seguito da un nugolo di fans che non si dimenticano mai di lui. Ama i bambini e i bambini amano lui. È proprio vero che a certi esseri straordinari manca solo la parola!
La mia intervista finisce così guardandoci negli occhi, poi il Re entra nei suo appartamento e il portone si chiude alle sue spalle. Il grande Enzo Jannacci gli ha dedicato anche una canzone tanto era una star il nostro Varenne:
/Passato il tempo del grande Ribot/Non sentivamo più battere il cuore/Non credevamo arrivasse qualcuno dal vento, dall’ira de mare/Ma ecco che un giorno compare un Campione/ Varenne, Varenne tres bien……/
Chissà se l’avrà mai sentita e se gli sarebbe piaciuta.
Ciao, grande Varenne e buon trentesimo compleanno!