Il Rugby sbarca nel Metaverso con i giocatori-avatar: il progetto di Erika Morri tra reale e virtuale
di STEFANO RAVAGLIA
Dedicato a chi non vuole muoversi: con il metaverso si può. Il corpo non è un involucro inanimato, ma attraverso un avatar, immerso in questo caso in una partita di rugby, anche chi (e sono tanti dopo il periodo Covid) si fa vincere dalla pigrizia, sarà costretto a uscire dalla sua zona di comfort. Parole e musica di Erika Morri, ex Azzurra di rugby a 15, bolognese che ha partecipato a due Mondiali e a 7 Europei, e oggi si cimenta nel coaching e come speaker, con una energia invidiabile e un progetto dedicato agli adulti di domani. Ecco qualche stralcio della nostra intervista che potete vedere sul nostro canale Youtube:
“Qual è la differenza fra gli e-game e il metaverso?” dice Erika, “ci si vede in versione avatar, di conseguenza se noi non ci muoviamo, gli avatar non si muovono. Il mio corpo esiste se mi muovo. E allora metto in paragone una esperienza in reale e una in virtuale e faccio la stessa esperienza per poter far comprendere agli adolescenti che parteciperanno a questo progetto la differenza di relazione e di percezione dell’emozione”.
Erika va poi nel dettaglio del progetto: “Sono coinvolte 5 scuole di Bologna con dieci classi, tutte diverse: alberghiero, professionale metalmeccanico, commerciale, liceo sportivo, abbiamo ragazzi e ragazze tutti di prima superiore. E’ una scelta precisa: hanno appena cambiato scuola e devono costruirsi una autorevolezza nei confronti degli altri compagni. Ed essendo un progetto scolastico abbiamo il supporto praticamente di tutta la città, Bologna è la dotta e la grassa ma noi abbiamo l’università più antica del mondo. Innoviamo sin dal 1088 e portiamo l’educazione in giro per il mondo. Vorremmo fosse una nuova visione di una possibile didattica”
D’obbligo citare anche un aforisma che spiega molte cose: “Questo progetto tramite un torneo di rugby mette in comparazione una esperienza fatta in reale e in virtuale che è il gioco del rugby. Noi siamo un mondo di romantici da fango, abbiamo tantissimi aforismi e ne condivido solo uno: il rugby sono 14 donne e 14 uomini per dare al quindicesimo mezzo metro di vantaggio. E’ uno sport duro, dal cuore tenero”.
Il 13 marzo il vernissage aperto anche alla stampa, poi i primi appuntamenti sul campo e in aprile un convegno dedicato all’argomento. Nella speranza che siano solo i primi passi di un evento destinato a diventare un appuntamento abituale.