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Cultura

Rugby e Metaverso, a Bologna un viaggio unico nelle emozioni tra reale e virtuale

Redazione Quarto Posto
31 Marzo 2025
  • copiato!

di ERIKA MORRI

Il futuro non finisce mai di iniziare.

“Senti, come faccio a segnare la meta?”

“Tenendo la palla stretta bene con il… joystick!”

Non siamo in un film surrealista, ma su un campo da rugby “segnato” invece che da conetti, con un sensore che ne delimita gli spazi.

Nei giorni scorsi ha esordito a Bologna il progetto scolastico “RUGBY E METAVERSO UN VIAGGIO NELLE EMOZIONI”: per la prima volta al mondo, si è svolto un torneo a “tecniche miste”, ovvero giocato metà su un campo da rugby reale e metà in un ambiente virtuale, nello specifico l’Opificio Golinelli, un centro di formazione e ricerca.

E sorrido mentre parlo di “rugby reale”: io ho conosciuto la terra e il fango come può conoscere fango e terra una ragazza che ha giocato a rugby per oltre 20 anni, 12 di questi passati anche con la maglia Azzurra indossata in  2 mondiali e 7 europei, Eppure proprio io ho chiesto alla Fondazione Olitec di creare un campo da rugby in VRO per giocare con gli avatar. VRO mi chiederete sta per? In effetti la r può ingannare parlando qui di rugby. Ma in questo caso la sigla introduce un Virtual Room Object, una tecnica che permette di integrare oggetti virtuali in ambienti reali.

Obiettivo del progetto: far comprendere agli adolescenti la diversità tra relazionarsi con un corpo reale ed uno virtuale lo sport è uno strumento di relazione e l’ho utilizzato per far scaturire riflessioni legate alle emozioni

La tecnologia farà sempre più parte della nostra vita, ma siamo noi che dobbiamo gestirla: restare passivi significherebbe subirla. Per questo ho pensato che costruire un ponte tra sport e tecnologia attiva poteva rappresentare una nuova frontiera, anche per i ragazzi/e con diverse abilità.La scelta del VRO è perché il corpo ha ancora la sua importanza: se tu non ti muovi il tuo avatar non si muove.

Ma qual è la differenza tra un video gioco tradizionale ed un gioco in ambiente virtuale?

I videogiochi tradizionali si gestiscono tramite controller, tastiere o mouse, mentre i giochi in VRO permettono interazioni più naturali e intuitive, spesso utilizzando il movimento del corpo, le mani e la voce. In sintesi, mentre i videogiochi tradizionali offrono intrattenimento su uno schermo, i giochi in VRO mirano a trasportare il giocatore in un’altra realtà, offrendo un’esperienza più coinvolgente e sensoriale.

Che cosa mi ha colpito del primo test:

LA DIVERSA PARTECIPAZIONE EMOTIVA

Alla Fondazione Golinelli abbiamo allestito la sala come fosse uno stadio vero: campo di gioco al centro, maxischermo in alto, studentesse e studenti intorno per creare un altro collegamento con una partita in reale. Pensavamo all’atmosfera di uno stadio.

Invece sono rimasta scioccata dal silenzio. E sono andata a cercare le prove scientifiche targate “neuroni specchio”. Una meta (o un gol) della propria squadra del cuore, innesca anche la produzione di dopamina, il neurotrasmettitore che regola i cosiddetti circuiti di ricompensa e i centri di piacere del cervello. La dopamina è anche responsabile delle reazioni emotive e del controllo del movimento

Guardando una partita di rugby (o di qualsiasi altro sport) in televisione (o dal vivo), ci sentiamo come se fossimo noi stessi a giocare. Tutto grazie ai neuroni specchio, un tipo di cellule cerebrali che si attivano, per l’appunto, quando si compie un’azione e quando la si guarda compiere a un’altra persona. A dimostrarlo, tra gli altri, anche uno studio pubblicato su Nature dall’équipe di Salvatore Aglioti, esperto in neuroscienze cognitive della Sapienza Università di Roma.

LE EMOZIONI INASPETTATE

Visto che potevo guardare da vicino i giocatori, mi sono soffermata sulle loro espressioni di gaudio che non erano però le stesse dei loro avatar…

LA DISCREPANZA TRA IL MOVIMENTO PERCEPITO ED IL REALE

Nel metaverso VRO si pensa di correre e c’è chi ha addirittura detto che gli sembrava di essersi affaticato mentalmente, ma il punto è pensare di relazionarsi per passare il pallone e allungare il braccio per incrociare altre braccia. Invece se due avatar si incontrano/scontrano in pratica si passano attraverso come se fossero fantasmi.

Per cui sono molto curiosa di leggere cosa hanno scritto i 250 partecipanti al primo torneo nei loro questionario a …barca. Intendo proprio che fatto compilare un questionario sulle emozioni provate su un foglio piegato come una barca a simboleggiare il viaggio insolito che abbiamo proposto. Poi…il nostro terzo tempo è già programmato per il 14 aprile in Sala Borsa a Bologna, un luogo antico che però ha una sua precisa proiezione futura. E immagino che la stessa curiosità sia quella dei docenti delle scuole di Bologna che hanno fatto squadra con me per realizzare il progetto.

IL RUGBY COME SCUOLA DI FUTURO è il riassunto della mia carriera sportiva, ed è oggi un impegno per far vivere a ragazze e ragazzi le stesse emozioni, anche partendo anche da passioni diverse.

 

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