Giubileo dello Sport 2025: lo sport linguaggio di fede, speranza e inclusione
di FRANCESCO MAFERA
Un grande abbraccio tra sport e spiritualità ha attraversato Roma il 14 e 15 giugno con il Giubileo dello Sport, evento speciale che ha visto protagonisti atleti, dirigenti, appassionati e semplici cittadini, in un clima di festa, riflessione e condivisione. A fare da cornice, luoghi simbolo della Capitale e del Vaticano, con il momento culminante nella Messa presieduta da Papa Leone XIV in piazza San Pietro, domenica mattina.
Le tappe di un lungo percorso
Il Giubileo era già iniziato simbolicamente il 1° giugno, quando i ciclisti del Giro d’Italia sono stati accolti in Vaticano prima della tappa conclusiva. Un gesto semplice ma carico di significato: il Papa ha salutato gli atleti, definendoli “modelli per i giovani di tutto il mondo” e invitando a uno sport che si prenda cura della persona nella sua interezza – corpo, mente, cuore e spirito.
La vigilia “inclusiva” dedicata al Padel Autistic Tour
Con la tappa finale al Villa Pamphili Padel Club di Roma, si è concluso il Padel Autistic Tour, iniziativa che per sette mesi ha accompagnato 22 ragazzi nello spettro autistico in un percorso gratuito di sport, condivisione e inclusione. Nato dalla collaborazione tra le associazioni Siamo Delfini e Impariamo l’autismo, insieme ad Athletica Vaticana e con il patrocinio della International Padel Federation, il tour ha toccato vari circoli sportivi, aprendo spazi di incontro e accoglienza non solo per i ragazzi, ma anche per le loro famiglie.
Partito a novembre 2023, il progetto si è concluso proprio alla vigilia del Giubileo dello Sport, incarnandone pienamente i valori: speranza, partecipazione e apertura a tutti. Un esempio concreto di come lo sport – anche con una semplice racchetta e una pallina – possa abbattere barriere e costruire relazioni vere.
Dall”Augustinianum a Via della Conciliazione, da Piazza del Popolo a San Pietro in un anelito di speranza all’insegna della testimonianza attiva
Sabato 14 giugno ha preso vita una giornata intensa: al mattino, all’Auditorium Augustinianum, si è svolto un convegno internazionale sul tema della speranza nello sport, promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Presenti, tra gli altri, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, e alcuni atleti simbolo come Valentina Vezzali e Leslie Tebogo, testimoni di uno sport che può unire, ispirare e rigenerare
A prendere la parola anche Sérgio Conceição che ha parlato a fedeli e sportivi trasmettendo un messaggio di grande impatto emotivo: “se crediamo in Dio abbiamo una forza che non si vede ma che si sente. Lo sport non è per i migliori, lo sport è per tutti”. Queste le dichiarazioni da parte dell’ex allenatore del Milan alle quali hanno fatto eco quelle del Cardinale Josè Tolentino: “Era un Giubileo necessario questo del mondo dello sport, perchè lo sport oggi è una forma antropologica e culturale cosi importante nella vita di tutti, tanto che la Chiesa lo doveva celebrare”.
La croce degli sportivi: simbolo di sacrificio e resilienza, dove la vera sfida è superare se stessi
Nel pomeriggio, un pellegrinaggio verso la Porta Santa ha unito spiritualità e gesto simbolico. In testa al corteo, la Croce degli Sportivi, un segno nato durante le Olimpiadi di Londra 2012, passata poi a Rio nel 2016, ora arrivata da Parigi dove si prepara ai Giochi 2024. Sarà custodita da Athletica Vaticana, la polisportiva della Santa Sede, e dopo Milano-Cortina 2026 viaggerà fino a Los Angeles per le Olimpiadi del 2028, come una sorta di staffetta spirituale tra i continenti. Un connubio di significati voluto per rappresentare il simbolo della comunanza di valori tra sport e spiritualità, nel suo essere metafora di sacrificio e dedizione. Il tutto in un percorso nel quale dover vincere la tentazione di mollare nella fatica e nel dolore delle cadute e dove l’unica sfida è quella con se stessi per superarsi e poter cosi arrivare alla vittoria più importante, ovvero quella di diventare più forti.
La metamorfosi di Piazza del Popolo nel cuore della “Città Eterna”
Ad impreziosire l’evento, sempre sabato, la Capitale è stata il teatro di attività per gareggiare in varie discipline, se non addirittura la più grande “palestra” d’Europa a cielo aperto, come detto dalla Presidente di Assemblea Capitolina Svetlana Celli nel bel mezzo di Piazza del Popolo. Laddove il cuore della Capitale si è trasformata nel cosiddetto Villaggio dello Sport attraverso prove gratuite, dimostrazioni, giochi per tutti e collegamenti live con altre piazze italiane, grazie alla collaborazione tra CONI, enti locali, associazioni e federazioni. Un’occasione per vivere lo sport in modo semplice, autentico e inclusivo.
Athletica Vaticana, con quasi 500 membri tra atleti professionisti, dilettanti, religiosi e laici – inclusi sportivi con disabilità – ha avuto un ruolo centrale nell’organizzazione e nell’accoglienza. “Il nostro è un servizio, non una vetrina”, ha spiegato il presidente Giampaolo Mattei. “Viviamo lo sport come testimonianza quotidiana di fede, solidarietà e fratellanza. Anche in questo Giubileo, la nostra missione è esserci per gli altri”.
Domenica 15 giugno, infine, Papa Leone XIV ha celebrato la Messa in San Pietro, riunendo migliaia di persone per chiudere idealmente queste giornate. Parole semplici ma forti, quelle del Pontefice, che ha rilanciato un messaggio chiaro: lo sport può e deve essere strumento di pace, inclusione e crescita umana e porta in sé un riflesso della bellezza di Dio”.
Una due giorni culminata nelle attrazioni rimaste ancora a disposizione a Piazza del Popolo e che hanno portato cosi a compimento una manifestazione che ha così ricordato a tutti un concetto da non disperdere, ovvero quello secondo il quale prima delle medaglie, contano i valori. E che correre insieme – nello sport come nella vita – è sempre il traguardo più bello.