Ciao Leo, molto più di una mascotte per la Feralpi Salò: un ambassador di sensibilità
Di Gaia Simonetti
Rispettoso e accogliente. Se ne stava a bordocampo, in attesa di una carezza. O girellava negli spogliatoi, posando il musetto sugli scarpini dei giocatori. Era anche un modo per dimostrare la sua partecipazione o per alzare il morale dopo una sconfitta. La coda che si muoveva veloce era il suo modo per dire che era felice in squadra.
Una presenza discreta, fissa, che partecipava alla vita di un club di calcio, la FeralpiSalò, diventando per la prima volta nella storia del pallone del nostro Paese, la mascotte. Leo, un setter bianconero, che se ne è andato poche ore fa, era più di un “ambassador di umanità”. Ha lasciato “un’impronta forte” come ha scritto la società del presidente Pasini nel ricordarlo, ringraziandolo come “un amico vero, simbolo di affetto, impegno e sensibilità sociale”.
Arrivato nel luglio del 2021, in un pomeriggio afoso, dopo essere stato abbandonato dai precedenti proprietari, scartato per l’età che stava dando i primi segnali del suo incedere, ha rivestito anche il ruolo di ambasciatore dei valori della società del Garda. Presto ne è diventato il cuore di iniziative dedicate alla sensibilizzazione contro l’abbandono degli animali, coinvolto in progetti incentrati sul settore della pet-therapy e protagonista di iniziative rivolte all’inclusione e a percorsi ludici per bambini. Aveva anche un suo profilo Instagram.
“Nei 4 anni che abbiamo potuto passare assieme, Leo ha lasciato un’impronta che va ben oltre il campo – dichiara Matteo Oxilia, responsabile comunicazione del club – è stato il portabandiera di una sensibilità e di valori che, più di sempre, di questi tempi sono fondamentali e da preservare”.
Un esempio di cuore e coraggio, come testimonia la vita del cagnolone, che ha rappresentato con semplicità la forza dell’amore.