Il Secondo posto come metafora della vita del “Non mollare mai” alla Compagnia dell’Albero
di STEFANO RAVAGLIA
ARRIVARE SECONDI NON E’ PERDERE: L’INCONTRO CON I RAGAZZI DELLA COMPAGNIA DELL’ALBERO DI RAVENNA
Sole, caldo, ma alla Compagnia dell’Albero, la polisportiva di Ravenna attiva su calcio, basket e rugby, i bambini svolazzano per il prato indossando tutti la maglietta arancione d’ordinanza. Dopo il pranzo e due indicazioni del loro allenatore, è il momento della cultura sportiva. Nella grande club house tocca a chi scrive: insieme a Sara Palleri, che gestisce tutta la parte amministrativa e organizzativa della polisportiva, spiegherò ai ragazzi che arrivare secondi non è un disonore.
Non è il solo tema al centro di un piccolo incontro che abbiamo fatto prima che i bambini riprendessero gli allenamenti nel pomeriggio: oltre all’importanza di apprezzare il secondo posto, il non mollare mai è stato un tema al centro del dibattito. Ed ecco che allora abbiamo aiutato i ragazzi a capire attraverso i video e le immagini, veicolo migliore per diffondere il messaggio. Sinner-Alcaraz, finale del Roland Garros, è fresca fresca. E se i quattro match-point di Sinner sono stati tutti buttati, è accaduto anche per la bravura dello spagnolo di non mollare mai anche sull’orlo del precipizio. Lo sport come sempre è metafora della vita: dal non cedere davanti a un avversario o a una situazione di svantaggio, il pensiero va trasportato nella quotidianità. E allora se si prende un brutto voto a scuola non si molla e si cerca di studiare di più. Se una giornata in famiglia va storta, andrà meglio la prossima. E soprattutto, se si sbaglia un rigore, non vuol dire essere perdenti.
Sullo schermo scorrono le immagini del rigore di Roberto Baggio a Usa ’94: dopo un caldo infernale, l’infortunio al menisco di Baresi, in campo a soli 25 giorni dall’operazione (non mollare mai, visto?), l’espulsione di Pagliuca contro la Norvegia, i muscoli che non c’erano più, l’Italia perde per un soffio contro il Brasile il titolo mondiale grazie all’errore del Divin Codino. Ma, anche se avesse segnato, i brasiliani avrebbero avuto il rigore del successo. E allora perché quella nazionale e Roberto Baggio dovrebbero essere considerati perdenti? Nonostante la tenera età, tutti sapevano chi era Baggio e che cosa rappresentava quel momento di 31 anni fa a Pasadena: e allora parlare a bambini così è più facile. E cosa c’è di meglio se non buttarla poi sui motori? Rossi contro Lorenzo, Villeneuve contro Arnoux: 2009 in Catalunya, 1979 a Digione. Due battaglie memorabili. Com’è possibile ritenere perdendo chi è arrivato dietro all’ultima curva al termine di una battaglia così epica, estenuante, bellissima?
“Il secondo è il primo dei perdenti”, diceva Enzo Ferrari. Questa frase ai bambini gliel’abbiamo detta in apertura di incontro chiedendogli se erano d’accordo. C’è stato un coro unanime: “No”. E allora vuol proprio dire che c’è speranza. Alla prossima, piccoli campioni.