Giro Next Gen, potente mezzo di socialità attraverso la riscoperta del patrimonio culturale italiano
di FRANCESCO MAFERA
La soddisfazione per aver costruito con sudore e sacrificio qualcosa di cui andar fieri, mediante il raggiungimento di un traguardo che inorgoglisce, oppure la semplice sensazione di appagamento che solo la fatica e la emozioni di aver percorso tanti chilometri ruota a ruota possono regalarti sono la natura più autentica di uno sport come il ciclismo. Una disciplina che forse, più di qualunque altra, può lasciare in dote un pesante bagaglio esperienziale e valoriale a coloro i quali la praticano con passione.
Da questo e lungo le strade del bel paese può nascere un nuovo modo di intendere e vivere il quotidiano. Quello spirito collettivo improntato alla salute psicofisica che ha costituito l’impatto più positivamente riscontrabile dopo la conclusione del Giro Next Gen. A darne testimonianza, oltre che il volto dei corridori, anche il Vicepresidente ANCI Roberto Pella che ha premiato gli atleti della competizione: “La nostra associazione può e deve coinvolgere i giovani amministratori nella promozione dell’attività fisica come politica pubblica di prim’ordine, per gli impatti che genera sui risparmi sanitari, sulla socializzazione e sull’aggregazione sociale, sulla valorizzazione dei territori”.
Un potenziale, quello riconosciuto dal numero 1 dell’associazione nazionale ciclisti italiana, che si sostanzia anche in altre sue dichiarazioni del post manifestazione per rivolgere l’invito a riscoprire l’esperienza fisica e collettiva dello sport nelle piazze: «Dobbiamo sempre più prevenire fenomeni di isolamento sociale e dipendenze digitali, dai social in particolare, per vivere relazioni dirette, di piazza. Il ciclismo sa unire le famiglie, sa portare lungo le strade tantissime persone, ed è un momento aggregativo anche per i ragazzi».
Per mantenere intatta ed anzi dare sempre maggior spessore a questa prerogativa, la più prestigiosa corsa a tappe per Under 23 in Italia è anche una di quelle attività a supporto delle quali sono state studiate iniziative volte ad aumentare un flusso comunicativo orientato alla valorizzazione del patrimonio culturale del nostro paese. Campagne che rappresentano l’opportunità, a tratti impareggiabile, di raccontare visivamente e non solo il nostro Paese. Del resto, come tante volte da spettatori davanti alla tv o dal vivo abbiamo avuto modo di apprezzare il Giro d’Italia, la competizione ciclistica delle corse in bicicletta lungo la nostra penisola tra panoramiche e carrellate è un mezzo di trasmissione potente come pochi per far conoscere in tutto il mondo quelle “bellezze storiche, artistiche e paesaggistiche che il nostro Paese ha più di ogni altro”.
Un connubio di valori vincente e da non disperdere per far riscoprire la bellezza dello sport fin dalle generazioni dei più giovani. Quei ragazzi che hanno dentro di loro e davanti ai loro occhi la forza, l’energia e la materia prima più idonea per farli diventare i migliori sportivi del domani.