Inclusione e sport: la vela come esempio di accessibilità
di Silvia Sardi
Negli ultimi anni, si parla sempre più spesso di inclusione e della necessità di abbattere le barriere architettoniche, sociali e culturali che limitano la partecipazione di tutti alle attività sportive. Lo sport, e in particolare le Paralimpiadi, è uno degli strumenti più potenti per promuovere l’inclusione e far emergere la necessità di una cultura che renda accessibili e praticabili luoghi e discipline a persone con disabilità. Un esempio concreto di questo impegno arriva dal mondo della vela, con il centro olimpico e paralimpico Univela a Campione del Garda, in provincia di Brescia.
Univela, conosciuta anche come Università della Vela, sorge in una zona del Lago di Garda rinomata per i suoi venti ideali, frequentata dai migliori surfisti e velisti del mondo. Ma ciò che rende Univela davvero speciale è la sua accessibilità: è uno dei pochi luoghi in Italia progettato per essere pienamente accessibile a chi ha disabilità fisiche. Un luogo dove non ci si limita a parlare di inclusione, ma dove si agisce concretamente per realizzarla.
La struttura dispone di rampe apposite per consentire l’accesso alle barche, posti barca dedicati a chi si muove in sedia a rotelle e altri dettagli progettati per garantire un’esperienza sicura e completa ai velisti con disabilità. Il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) della Lombardia ha riconosciuto il valore di questa struttura, scegliendola per ospitare una settimana di vela e sport dedicata a un gruppo di ragazzi con disabilità. Sotto la guida di coach qualificati, questi giovani hanno potuto veleggiare in sicurezza, sperimentando la libertà del vento e dell’acqua, in un contesto privo di barriere.
Quello di Univela è un esempio di vera e concreta inclusività, dove alle parole seguono i fatti. La scelta di dotare il centro di attrezzature e spazi accessibili dimostra che una cultura dell’inclusione è possibile, a patto che ci sia una volontà concreta e l’impegno ad agire. Questo tipo di progetto mostra che abbattere le barriere non significa solo intervenire a livello architettonico, ma anche offrire a tutti la possibilità di vivere esperienze che li facciano sentire parte attiva e indipendente.
Progetti come quelli di Univela e del CIP Lombardia testimoniano che lo sport può essere un motore di cambiamento e un’opportunità di crescita, non solo per chi pratica la disciplina, ma per l’intera comunità. L’auspicio è che il loro esempio possa ispirare altre realtà sportive e ricreative, affinché l’inclusione non sia più solo un concetto teorico, ma un obiettivo concreto che tutti ci impegniamo a realizzare.