Dalla “Dura legge del gol” a “L’uomo ragno”: la serie tv degli 883 è un tuffo negli anni ‘90
di Mariella Lamonica
Carpiato o a bomba, a voi la scelta, ma “Hanno ucciso l’uomo ragno”, la serie tv trasmessa da Sky sulla storia degli 883, assomiglia tanto ad un tuffo negli anni ’90, dove le cose più semplici erano anche le più belle. Ed è andata anche oltre, oltre le aspettative, certo, ma anche oltre la bellezza di un mero prodotto televisivo che ha fatto centro.
Sul lato pratico si può parlare dell’attenzione generata nel pre uscita, con la piattaforma che si è concentrata su una pubblicità mirata ma non troppo, certamente con un investimento social e di cartellonistica (ci sono città tappezzate di manifesti che la richiamano ndr) non indifferente ma anche meno faraonico rispetto a tante altre serie di richiamo internazionale.
Si è puntato tanto, anche, sull’effetto nostalgia. Negli anni ’90 in molti erano bambini che canticchiavano quelle canzoni con i genitori o i fratelli più grandi, e quegli stessi bambini sono oggi i primi spettatori paganti dei recenti tour di Max Pezzali che da qualche anno sono tornati a riempire palazzetti e stadi.
Ma c’è anche un importante nesso con lo sport perché proprio Max, il cantante del duo originale formato con Mauro Repetto, non ha mai nascosto la sua fede calcistica, interista sfegatato dalla nascita. Di recente ha persino scritto, insieme a Claudio Cecchetto, “I am Inter” l’inno dedicato alla sua squadra del cuore, ha rivisitato “Gli anni”, un successo storico della sua discografia, in chiave Scudetto nerazzurro, e poi c’è quel “Sei Fantastica” datato 2007 sempre scritto per la sua squadra del cuore. Un filo conduttore che si nota poco, forse, in questi primi 8 episodi della serie ma che potrà magari trovare maggior riscontro nella stagione 2. Sì perché è ufficiale che ci sarà un “repeat”, una seconda edizione, con Sidney Sibilia già all’opera per costruire un’altra trama ad hoc che proprio come nel primo caso non si scosti troppo dalla realtà, tenendosi stretti quegli attori (Elia Nuzzolo è Max Pezzali, Matteo Giuggioli è Mauro Repetto ndr), ancora non troppo conosciuti dal grande pubblico ma che hanno saputo coinvolgere al punto giusto, trovando immedesimazioni continue. L’ancora fra i due è quella storia di amicizia strampalata ma indissolubile, valore aggiunto di una serie tv abile a toccare le corde giuste, pescando in un passato “normale”, dando una chance di sognare a tutti “gli sfigati di paese” che pensano di non essere abbastanza. Oggi essere normali è la vera straordinarietà “Hanno ucciso l’uomo ragno” lo ha rappresentato come meglio non avrebbe potuto.