“Tra le braccia dello Sport”: Gianluigi D’Ambrosio racconta un mondo di opportunità “speciali”
di Mariella Lamonica
“Scrivere è una medicina della quale la mia persona non può farne a meno, scoperta tra i banchi di scuola nel periodo elementare, e fusa, a un certo punto della mia vita, con la forte passione per lo sport”.
Inizia così “Tra le braccia dello sport”, l’ultimo libro di Gianluigi D’Ambrosio, pubblicato nel maggio 2024. Ed inizia così perché Gianluigi ci tiene a raccontare prima di sé e poi di tutte le sue emozioni.
Nato il 28 luglio 1992 a Vallo della Lucania (SA), da papà ex pallavolista e maratoneta, e da mamma “coraggiosa” prima sostenitrice dei suoi sogni, dopo il liceo sceglie il percorso in Scienze Biologiche presso l’Ateneo di Siena, salvo poi spostarsi a Firenze per il percorso in Scienze dell’Alimentazione. Ma nel frattempo arriva la pandemia ed una forte vena creativa che non riesce più a restare in sordina, nasce “Inchiostro Sportivo” un progetto social in cui raccontare costantemente storie di sport a 360°, utilizzando uno stile personale che si ritroverà, poi, anche nei libri.
Dopo “Tokyo per aprire gli occhi” e “Difendendo da giganti”, “Tra le braccia dello sport” è la terza creatura di Gianluigi D’Ambrosio, un romanzo di cronaca sportiva all’interno del quale vengono narrate le storie di venti atleti nel periodo che va dalla fine dell’Ottocento fino agli anni ’50, atleti che con il loro coraggio hanno portato avanti lotte sociali e modificato il corso della storia.
Da dove nasce questo terzo libro? Da quale esigenza?
“Nasce in primis da una forte passione per lo sport, praticato e seguito, una passione che mi ha portato a fondere un’altra passione rimasta silente per tanto tempo. Ho sempre amato scrivere, ma volendomi mettere alla prova, ho deciso di fondare il progetto “Inchiostro Sportivo”. Quest’ultimo non è altro che una raccolta di storie di sport, nelle quali metto in risalto l’aspetto emozionale di ogni cosa riguardo questo ambito. Sentivo l’esigenza di fare la mia parte, raccogliendo e analizzando nei dettagli le gesta di uomini e donne che hanno segnato un’epoca, storie di fine ‘800, inizi ‘900, periodo delle guerre mondiali e così via Credo che raccontare una storia, nella maniera giusta, sia la chiave per tenere in vita ogni goccia di sudore del protagonista in questione”.
Qual è il senso di quest’opera, o meglio, cosa vorresti che lasciasse nelle persone?
“I messaggi di questo libro sono molteplici. Partiamo dalla figura della donna, nello sport in questo caso ma anche nella vita di tutti i giorni, nel libro parlo di alcune donne che hanno raggiunto dei risultati incredibili per mezzo del loro coraggio e della loro classe, storie lontane, ma al tempo stesso vicine, se solo pensiamo ai giorni nostri, e quindi alle ripetute umiliazioni che una donna deve subire; quindi il messaggio di uguaglianza, perché ognuno di noi ha la propria caratteristica e non esiste un sesso superiore all’altro, ognuno con le proprie doti, al fine di completarci come una vera squadra”.
E ancora: “Su questa linea il fenomeno del razzismo, ma poi anche l’importanza di avere un dono, di sfruttarlo, di non arrendersi, perché quella precisa caratteristica rappresenta qualcosa di raro”. Infine: “Vorrei che le persone capissero l’importanza della diffusione di queste storie, raccontate con il mio stile di scrittura, proprio per continuare a mantenerle in vita, traendo insegnamenti che mirano a infondere la giusta motivazione. Lo sport salva la vita, dona opportunità”.
Toglici un’ultima curiosità: un giornalista e scrittore come te, cosa c’entra con gli studi in Scienze dell’Alimentazione?
“Me lo chiedono in tanti ma non sforzatevi di capire, sono due grandi passioni che riescono a coesistere nella mia vita, perché le stesse passioni non possono mai tramontare, come quella parola chiamata “ambizione”, in grado di tenere sempre alto ogni tipo di stimolo per puntare alle grandi vittorie”.