L’importanza dello Sport Paralimpico nei centri Riabilitativi: Un percorso di Cura, Integrazione e Riscatto
Il caso dell’Unità Spinale Unipolare di Niguarda, Milano.
L’approccio riabilitativo tradizionale si sta evolvendo in un’ottica sempre più inclusiva e globale, e lo sport paralimpico sta assumendo un ruolo centrale in questo cambiamento. In Unità Spinale, infatti, l’attività sportiva non è solo un mezzo per il recupero fisico, ma rappresenta una grande risorsa per il miglioramento del benessere psicologico, la stimolazione cognitiva e la promozione dell’integrazione sociale delle persone con disabilità.
Lo Sport come Strumento Riabilitativo
Il concetto di riabilitazione ha da tempo superato il confine esclusivo della cura fisica, per avvicinarsi ad una visione più olistica del paziente. Lo sport, si propone come strumento terapeutico che favorisce non solo il miglioramento delle capacità motorie, ma anche il rinforzo dell’autostima, l’aumento della motivazione e il superamento dei limiti psicologici.
Gli sport paralimpici praticati all’interno dell’USU si adattano alle necessità specifiche di ogni paziente, permettendo un recupero graduale e personalizzato.
I terapisti e i chinesiologi della struttura scelgono le attività e gli sport da far praticare in base agli obiettivi scelti dall’equipe riabilitativa e tenendo conto di eventuali limitazioni e problematiche individuali.
Gli specialisti della riabilitazione non solo scelgono “cosa” proporre ma anche “come” e “a quale intensità”, usando eventualmente anche adattamenti individuali o ausili.
L’esperienza dimostra che l’attività sportiva, se progettata correttamente, stimola la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di riorganizzarsi e formare nuove connessioni, facilitando così il recupero motorio e la riacquisizione dell’autonomia.
Benefici Psicologici e Sociali dello Sport Paralimpico
Oltre agli evidenti vantaggi fisici, lo sport paralimpico porta con sé una serie di benefici psicologici che sono cruciali per il recupero globale del paziente. La motivazione è uno degli aspetti più rilevanti: praticare sport aiuta i pazienti a concentrarsi su obiettivi concreti e raggiungibili, che vanno ben oltre la semplice riabilitazione fisica. Ogni allenamento, ogni miglioramento nella performance diventa un piccolo trionfo, che contribuisce a incrementare la fiducia in sé stessi e a ridurre il senso di impotenza che può derivare dalla disabilità.
L’Importanza del Modello Paralimpico nella Riabilitazione
L’inclusione degli sport paralimpici nei percorsi riabilitativi si inserisce in una visione culturale che va oltre il concetto di “paziente” e lo trasforma in atleta. Negli ultimi anni, il movimento paralimpico ha fatto enormi passi avanti, anche a livello di percezione sociale, grazie a successi come quelli delle Paralimpiadi. La visibilità e i risultati raggiunti da atleti paralimpici di livello mondiale, hanno contribuito a cambiare la percezione della disabilità, rendendola sempre più associata a capacità e talento piuttosto che a limitazioni.
Questa evoluzione ha avuto un impatto significativo anche nelle strutture riabilitative. Non più solo un luogo di cura e recupero, il centro riabilitativo diventa uno spazio dove le persone con disabilità possono esplorare e sviluppare nuove abilità, scoprendo una nuova identità attraverso lo sport.
Questo cambiamento di paradigma è fondamentale per il successo del trattamento: lo sport, infatti, aiuta a reinventarsi, a superare i limiti imposti dalla condizione fisica, e a riscattare una dimensione sociale che può essere stata compromessa dalla disabilità.
La realtà sportiva in Unità Spinale
L’Attività sportiva in USU Niguarda è molto ricca grazie anche alla collaborazione con l’associazione AuSportiva che mette a disposizione dei pazienti varie opportunità.
Per quanto riguarda l’attività riabilitativa, il ventaglio di scelta in reparto è piuttosto vasto: oltre alla sala pesi e all’attività aerobica con armoergometro i pazienti possono sperimentare e riabilitarsi con nuoto, tennis tavolo, padel, tiro a segno, tiro con l’arco, tiro con la cerbottana, scherma, bocce, basket e pallavolo.
Invece, le persone dimesse, che hanno già ripreso la loro routine, hanno la possibilità di praticare l’avviamento ad uno sport scegliendo tra: Weelchair volley, bocce, Weelchair ultimate, tennis tavolo, scherma, nuoto, boxe thailandese.
“Lo Sport sarà sempre più fondamentale nella riabilitazione perché sta aumentando la consapevolezza generale dell’importanza di uno stile di vita sano come presupposto per mantenere salute e longevità, cosa che non fa eccezione nella persona con lesione midollare; quindi, si prevede che sul territorio aumenterà la richiesta di praticare sport” – queste le parole del dott. Pietro Maiocchi, fisioterapista presso l’unità spinale di Niguarda.
Mentre la dott.ssa MariaChiara Cortesi, fisioterapista presso l’unità spinale di Niguarda ha affermato: “In Unità Spinale molto spesso alla domanda dei pazienti prossimi alla dimissione; dovrò fare riabilitazione a vita, l’unico vero e proprio consiglio che diamo è di trovare un’attività sportiva che piaccia e che permetta di esprimersi al massimo.”
Lo Sport Paralimpico come Motore di Cambiamento
L’integrazione dello sport paralimpico nei centri riabilitativi non è solo una scelta terapeutica, ma una vera e propria rivoluzione culturale. Non si tratta solo di migliorare la condizione fisica dei pazienti, ma di restituire loro una nuova dimensione di autonomia, dignità e speranza. Lo sport, come risorsa terapeutica, insegna che ogni limite può essere superato, che ogni giorno è un’opportunità per crescere e migliorare. Attraverso il movimento, il gioco, la competizione e la condivisione, il paziente si trasforma in atleta, e, di conseguenza, il centro riabilitativo diventa il terreno fertile per il riscatto e l’integrazione sociale. In questo contesto, lo sport paralimpico non è solo un’attività fisica, ma un percorso di vita che cambia le persone e le comunità.
L’importanza di queste pratiche non può essere sottovalutata: quando lo sport diventa parte integrante del percorso riabilitativo, non solo i pazienti guariscono fisicamente, ma ritrovano sé stessi, ridisegnano il proprio futuro e, soprattutto, mostrano a tutta la società che le disabilità non sono ostacoli, ma solo diverse modalità di affrontare la vita.
di Edoardo Casati