“Con i giovani lavoriamo su processo e impegno più che sul risultato”, parola di mental coach
L’importanza del lavoro sulla testa e sulle emozioni degli atleti ma anche dei genitori.
di Lorenzo Marconi, high performance coach
Il coaching è una risorsa fondamentale per gli atleti adulti, ma spesso non si considera quanto possa essere utile soprattutto per gli adolescenti. Gli atleti adolescenti affrontano pressioni uniche, che derivano sia dalle aspettative personali sia da quelle sociali, familiari e scolastiche. Per un giovane, gestire tutto quanto può essere un’impresa, soprattutto in un’età in cui la capacità di gestione delle emozioni e dello stress è davvero difficile. Devono fronteggiare pressioni simili a quelle degli adulti, senza però disporre delle stesse risorse emotive e cognitive.
Uno dei primi elementi su cui un coach lavora con un giovane atleta è la gestione della pressione. L’idea di dover sempre performare al massimo e dimostrare il proprio valore può creare ansia e stress, portando a prestazioni sotto il proprio potenziale. Il coaching insegna all’atleta adolescente tecniche che gli permettono di essere concentrati e performanti senza essere sopraffatti dalle emozioni.
Molti adolescenti lottano con il confronto continuo con gli altri, un fenomeno amplificato dalle aspettative sociali. Il coaching li aiuta a creare un potente antidoto contro il perfezionismo e l’autocritica esagerata, aiutando i giovani atleti a vedere errori e fallimento come parte naturale del percorso.
Durante l’adolescenza, la fiducia in sé stessi può essere instabile. Gli adolescenti si trovano spesso a non piacersi e a mettersi in discussione, e lo sport può diventare un terreno difficile, dove ogni errore sembra un colpo alla propria identità. Il coaching lavora sulla costruzione di una fiducia basata non solo sui risultati, ma anche sul processo e sull’impegno.
Non solo gli atleti adolescenti, ma anche i loro genitori possono beneficiare del coaching. I genitori svolgono un ruolo chiave nel supporto del giovane atleta, ma spesso si trovano a dover gestire dubbi, paure e preoccupazioni, in particolare riguardo alla pressione a cui il figlio è sottoposto. Molti genitori desiderano il meglio per i propri figli, ma senza una guida rischiano di esercitare una pressione involontaria, alimentando ansia e insicurezza.
Essere adolescenti è già una sfida: essere atleti richiede un equilibrio ancora più delicato. Il coaching diventa allora uno spazio sicuro, in cui sia l’atleta sia il genitore possono crescere, imparare e affrontare insieme le sfide che lo sport, e la vita, mettono di fronte.