Rino Tommasi, l’uomo che trasformò lo sport in racconto e i numeri in visione
Il ricordo di LUCA CORSOLINI
Per raccontare Rino Tommasi, scomparso oggi a 90 anni, a chi non l’ha mai conosciuto, sui giornali o, soprattutto, in televisione, e negli ultimi anni la sua assenza dagli schermi è stata tanto ingombrante quanto, prima, era piena ma non invasiva la sua presenza, basta guardarsi un qualunque avvenimento sportivo in Tv oggi. E mi spiego
A inizio anni 90, per la precisione nel 91, Rino Tommasi era il direttore di Tele+, quella che oggi è diventata Sky. Lui era il direttore, Massimo Perrone il suo vice indispensabile per compensarne le assenze, di lavoro si intende sempre a inseguire il sole di un grande evento, e io ero il numero 3 di un gruppo che, senza presuznione, possiamo diore ha segnato la storia della televisione sportiva con prohgrammi nuovi e, soprattutto, un taglio nuovo nel racconto dello sport. Rino, come detto, era il direttore, e aveva un passaporto speciale: pur avendo i suoi campi preferiti, anche per frequentazioni da atleta mantenute fin quando gli è stato possibile, poteva espatriare in qualunque …disciplina tanto ne sapeva, perché curioso, di tutto. Soprattutto era un nemico dichiarato della autoreferenzialità tipica dello sport italiano: per lui lo sport era un mondo largo da esplorare, non un piccolo angolo in cui rifugiarsi.
Dei suoi esordi professionali come organizzatore di incontri di boxe conservava il vezzo del suo “personalissimo cartellino”che confrontava con quello degli arbitri, per dire, anche in contrasto con il verdetto ufficiale, chi aveva vinto. Ma non c’è dubbio che la sua versione più nota era quella di telecronista del tennis, in coppia con un altro numero 1 come Gianni Clerici. Era così perfetta, quella coppia, che il soprannome dato da Gianni al suo compagno, era un riassunto dell’intesa: computeRino uno, dottor Divago l’altro, insieme uno spettacolo.
E qui arriviamo alla grandezza di Rino celebrata, oggi, anche senza riconoscimento ufficiale, in ogni telecronaca. Io lo prendevo in giro, bonariamente, chiedendogli: lo sai qual è la differenza fra Dio e Tommasi ? Dio sa tutto, Tommasi ha già fatto le statistiche. Forse per qualcuno la battuta suonerà irriverente, a me sembra che, soprattutto ora, sia la fotografia di una preveggenza di Tommasi, e la preveggenza, la previsione di gioco più ancora che la visione, è il segno distintivo dei grandi ( non solo nello sport ). Rino aveva capito, con largo anticipo, la forza dei numeri, che oggi sono sale, ma anche primo, secondo e contorno, un menù intero servito in ogni evento. Non numeri e basta, numeri per capire, numeri per avere la forza di esprimere un giudizio e non accontentarsi di prendere atto del risultato.
Numeri che un …computeRino ci ha insegnato a usare, senza abusarne, e oggi dobbiamo essere tutti grati, giornalisti, sport e pubblico, di questo insegnamento. Non il solo: il più importante

Rino Tommasi (ROBERTO ARCARI/CONTRASTO)