Arrampicata sportiva, che ascesa! Dai muri indoor ai giochi olimpici e al sociale
di MARTA MULE’
Nel panorama sportivo italiano, dominato nei numeri e nella popolarità dal calcio, c’è anche una disciplina che, negli ultimi anni, sta crescendo in maniera esponenziale e sta vivendo un vero e proprio boom.
Si tratta dell’arrampicata sportiva, uno sport giovane perché nato nel 1985 e che in Italia è regolamentato e promosso dalla FASI (federazione arrampicata sportiva italiana), che solo nel 2021 è stata riconosciuta dal Coni tra le federazioni sportive nazionali. Il numero dei tesserati è in continuo aumento: nel 2020 superavano appena i 35.000, mentre nel 2024 sono arrivati a essere ben 97.455. Risultati eccezionali che sono riconducibili a varie cause.
IL SUCCESSO
L’ingresso dell’arrampicata sportiva nel programma olimpico a partire dai Giochi di Tokyo 2020 ha sicuramente accelerato il processo perché ha permesso di dare visibilità e valore a questa disciplina, ma la spinta decisiva è stata data dalla facilità di praticare questa attività grazie al fatto che sempre più palestre si sono dedicate all’arrampicata indoor con pareti attrezzate: questo sport si è così staccato dall’immagine di sport estremo ed è diventato fruibile per chiunque come una vera e propria attività di fitness. Persone di tutte le età sono attirate dalla doppia componente, fisica e mentale, che riesce a conciliare perché, se da una parte è necessario allenare il fisico per sfruttarne la forza, dall’altro è fondamentale anche l’aspetto della concentrazione per risolvere i passaggi più complessi.
I NUMERI
Oggi in Italia l’arrampicata sportiva conta su 292 società sportive affiliate ed è la tredicesima federazione per numero di tesserati, di cui il 40% è rappresentato da donne. Le regioni dove ci sono più praticanti sono Lombardia (20.500), Piemonte (20.200), Emilia-Romagna (13.400) e Veneto (9.500). Per il 2025 Sport e Salute, adottando i criteri del merito sportivo, della crescita del movimento e della sostenibilità, ha deciso di premiare la FASI con un contributo di 2.760.058 euro, il 15% in più rispetto all’anno precedente e il massimo risultato raggiungibile.
LE SPECIALITÀ
L’arrampicata sportiva si divide in tre discipline: lead, boulder e speed. Nel Lead gli atleti effettuano una scalata su una parete di circa 15 metri con una corda e, durante la salita, la devono passare all’interno dei moschettoni che troveranno rispettando l’ordine in cui sono posti. Ad ogni presa viene assegnato un punteggio e si aggiudica la vittoria chi arriva più in alto. Il Boulder consiste nell’arrampicare su vie basse. Ogni atleta deve affrontare quattro percorsi entro un tempo limite e vince chi arriva alla sommità col minor numero di tentativi. Lo Speed, infine, punta tutto sulla velocità: due atleti si sfidano su due percorsi paralleli con tracciato identico e vince chi arriva per primo in cima e blocca il tempo. A Tokyo 2020 è stata assegnata un’unica medaglia per genere per le tre specialità combinate, a Parigi 2024 sono state attribuite due medaglie per genere, una per la Speed e una per la combinata Boulder+Lead ed è probabile che a Los Angeles 2028 si arrivi a tre medaglie, una per ciascuna specialità.
SETTORE PARALIMPICO
In parallelo all’arrampicata olimpica è cresciuta anche quella paralimpica: a Los Angeles 2028 il para climbing entrerà nel programma dei Giochi e la FASI si sta spendendo molto in questo settore, tanto che da ottobre 2024 è diventata anche una federazione riconosciuta dal Comitato Italiano Paralimpico. L’impegno con ragazzi con disabilità è iniziato nei primi anni del 2000 grazie al lavoro nelle scuole, poi sono aumentate le attività di reclutamento sia per portatori di disabilità visive e motorie, sia per portatori di disabilità cognitive ed intellettive. Le finalità sono riabilitative, ma puntano anche a promuovere la salute e favorire l’inclusione sociale.
ARRAMPICATA E SOCIALE
Proprio il sociale è un altro ambito in cui la FASI sta lavorando con grande impegno. Nel 2024 è stato presentato un progetto di inclusione sportiva e sociale presso la struttura “Cristallini 73”, ex mendicicomio nel cuore del Rione Sanità di Napoli, per permettere alle persone di avvicinarsi allo sport in un quartiere difficile della città grazie alla donazione di una parete su cui sperimentare l’arrampicata. Il progetto è stato replicato anche nel centro sportivo di Caivano che è stato affidato a Sport e Salute e poi alle Fiamme Oro, con lo scopo di contribuire alla rinascita sociale del territorio e diventare veicolo di crescita educativa.
L’arrampicata sportiva si presenta, dunque, come una disciplina completa, in grado di sviluppare la coordinazione motoria e di favorire l’equilibrio, l’agilità, la resistenza fisica e mentale. Un’attività adatta ai bambini, ma anche agli adulti, che piace sempre di più.