Social e Sanremo: nel calcio, la solita musica…
di LUCA CORSOLINI
Bisogna parlare di social. Non perché obbligati dalla telefonata Ferragnez Corona, quanto perché la stessa dimostra la forza travolgente e stravolgente che hanno i social.
Lo sport in Italia non ha alzato barriere, se non difensive almeno protettive, anche se ne avrebbe avuta tutta la convenienza. Non solo: lo sport si è abbandonato ai social che pure sono tra noi dal 2004, con la nascita di Facebook e ancor più con l’arrivo degli smartphone dal 2007. Avrebbe avuto il diritto, e persino il dovere, di rivendicare di essere il più antico e collaudato dei social network: la prima società sportiva in Italia è nata addirittura 17 anni prima dell’Unità del Paese, 1844 contro 1861.
Invece, totale arrendevolezza, sfruttamento nemmeno pieno di tutte le tecniche permesse dai social e poca fantasia, poco sport verrebbe da dire, nello sviluppo dei contenuti. Ogni squadra , ogni evento, persino quasi ogni atleta ha oggi un social media manager. Campagne memorabili? Poche. E infatti tutti ancora ricordiamo il colpo di genio del Pordenone quando dovette affrontare l’Inter in Coppa Italia: dichiarò con originalità di giocarsela alla pari condividendo un destino da “Mai stati in Serie B” con i nerazzurri.
Oggi la stessa freschezza è Made in Genoa, con riferimento diretto proprio alla squadra. Ma è proprio questo il problema da noi: i social potrebbero arrivare dappertutto, i social delle squadre invece si fermano o, peggio, sono fermati perché non sia superato il perimetro del campo di gioco.
Così, nella solita lunga vigilia di Sanremo capita di dover registrare la notizia di un messaggio di Griezmann, proprio il giocatore dell’Atletico Madrid, diretto a Carlo Conti, e tramite lui al pubblico italiano. Perché i social hanno quest’altro vantaggio: sono da subito, e sempre, internazionali, è bandita ogni forma di…sovranismo autoreferenziale.
Restiamo su Sanremo: è sempre l’evento TV dell’anno, ma non gode della copertura che ha per tutta la stagione la Serie A. Sanremo e Serie A hanno persino uno sponsor in comune: un colosso come Enilive. Però dalla musica è nato il Fantasanremo e dal calcio, che pure ha generato appunto il Fantacalcio, non è arrivato nessun suggerimento per uno sfruttamento originale di tutte quelle partite in tv.