La grande bellezza della narrativa “Persone First”: Shiffrin e Casse due esempi da seguire
di SILVIA SARDI
Quando la fragilità diventa forza: la lezione degli atleti
Nel mondo dello sport d’élite, dove la ricerca della perfezione è incessante e la pressione costante, emergono sempre più atleti che ribaltano la narrazione del campione invincibile, scegliendo di mostrarsi per quello che sono: persone prima che performer, esseri umani prima che numeri sul tabellone.
Una riflessione di questi giorni arriva dai Mondiali di Sci Alpino a Saalbach.
Mikaela Shiffrin, dominatrice dello sci alpino, e Mattia Casse, tra i migliori discesisti italiani, sono due esempi di questa nuova consapevolezza. Due atleti che non si nascondono dietro la corazza del risultato, ma che accettano e raccontano le proprie fragilità. Non come segno di debolezza, ma come una forma di forza, quella vera.
Shiffrin: la resilienza dietro i record
Shiffrin è la più grande sciatrice della sua generazione, eppure la sua carriera non è stata solo un’escalation di trionfi. Dopo la tragica scomparsa del padre nel 2020, la campionessa americana ha affrontato un dolore devastante che l’ha portata a interrogarsi sul senso della competizione e sul proprio valore al di là delle vittorie. Ha parlato apertamente del suo lutto, della paura di non essere più all’altezza, dell’ansia che la paralizzava sulla neve. E lo ha fatto senza filtri, senza paura di essere giudicata.
Ieri, Shiffrin che annuncia di non voler disputare il gigante perché HA PAURA. Paura dopo il grave infortunio che l’ha tenuta lontana dalle competizioni.
In un’epoca in cui i social possono essere una trappola di perfezione costruita, Shiffrin ha scelto la trasparenza: ha mostrato il volto della vulnerabilità, trasformandola in un messaggio di speranza per chi, atleta o meno, combatte le proprie battaglie personali.
Casse: oltre il cronometro, la dimensione umana dello sport
Anche Mattia Casse, discesista azzurro, ha raccontato le difficoltà di chi vive lo sport ad alto livello, tra infortuni, attese, delusioni e la costante necessità di dimostrare il proprio valore. Il suo percorso è la testimonianza di quanto il successo non sia mai lineare, ma fatto di ostacoli, cadute e ripartenze.
Raccontare le proprie insicurezze non è comune nel mondo maschile dello sport, dove il mito della forza incrollabile è ancora molto radicato.
Eppure, Casse dimostra che il vero coraggio sta nell’ammettere che lo sport è un viaggio di emozioni, non solo di risultati.
Essere umani prima che campioni
L’approccio “Persona First” sta ridefinendo il significato di successo nello sport. Non si tratta solo di vincere, ma di crescere, di comprendere che ogni atleta è prima di tutto un individuo con una storia, con sfide personali che vanno oltre il cronometro o la classifica.
Shiffrin e Casse, stanno tracciando una nuova strada: quella della consapevolezza, dell’autenticità e della condivisione. Perché la vera grandezza non sta solo nel talento o nei trofei, ma nella capacità di ispirare, di ricordare al mondo che, sotto il casco e la tuta, ci sono cuori che battono, persone che vivono, anime che lottano.