Carriera “arbitro” in Fifa, realtà virtuale, podcast: 40 progetti innovativi degli studenti di AMMI per tutelare e rilanciare i “fischietti”
MONZA – Una community online di confronto e supporto, programmi di mental coaching per gestire emozioni e presa di decisioni, formazione permanente con realtà virtuale e aumentata, per chi già è titolare di un fischietto. E per appassionare altri giovani? Un cartone animato da diffondere nelle scuole calcio e, per adolescenti e giovani, la proposta di inserire nei celebri videogames, tipo Fifa, la possibilità di fare la carriera da arbitro, con abbinata un’app con quiz che simulano situazioni di gioco facendo in modo che tutti possano mettersi in discussione nelle vesti di arbitri.
Arbitri sempre nel più mirino, si sa, e studenti in campo per trovare delle soluzioni creative e innovative. Nei professionisti o nei dilettanti. Mentre dirigono Lautaro e Leao o nelle categorie giovanili. Con Var o senza Var. Arbitri bersagliati – spesso senza senso nè misura – in campo e anche fuori. Con troppi casi di aggressioni nel calcio di base e il relativo crollo di vocazioni: “chi me lo fa fare?”, e sempre più giovani direttori, anche ragazze, dopo le prime, a volte traumatiche, esperienze non alzano la bandierina gialla ma… la bandiera bianca.
Su tutto questo hanno riflettuto 75 studenti del corso ITS in Sport Manager di Fondazione AMMI di Monza. Durante il modulo intitolato “Gestione dei settori giovanili e miglioramento dell’ecosistema etico del calcio” hanno analizzato le criticità relative ai fischietti, hanno scoperto alcune indagini e buone pratiche realizzate sul tema da Scuola Genitori Sportivi, e poi hanno sviluppato delle idee progettuali (circa 40) per arrivare a tre risultati chiave: promuovere un maggiore rispetto per i “direttori di gara” a ogni livello, aumentando anche la loro preparazione, e rilanciare le vocazioni tra le nuove generazioni. Per arginare l’emorragia.
Con un budget disponibile di 25mila, ipotetici, euro, divisi in gruppi di lavoro, hanno sviluppato le bozze di progetto, con proposte innovative e interessanti. Sul fronte della sensibilizzazione e del recupero di vocazioni, oltre a quelle già anticipate, ecco le idee di corsi extracurricolari di introduzione all’arbitraggio in scuole superiori e università, con crediti formativi; podcast con testimonianze di arbitri che hanno subito violenza sia fisica che verbale e genitori che hanno assistito a episodi di violenza o si sono “pentiti” dopo gesti sbagliati; allenamenti dei settori giovanili con ragazzi a turno che devono cimentarsi nel ruolo di arbitro durante la “partitella”; obbligo per ogni club dilettantistico di formare almeno 3 giovani arbitri.
E ancora, per la loro crescita, chat riservata con esperti, per aiutarli a gestire stress e tensioni e una biblioteca digitale con l’accesso a video tutorial, casi studio e regolamenti aggiornati. Ma anche, per gruppi di giovani arbitri, la possibilità di partecipare a incontri formativi interattivi con i colleghi di serie A. Se non bastasse, ecco una competizione tra giovani arbitri, con gare di abilità, velocità decisionale e conoscenza delle regole, con i migliori che possono passare di categoria.
Contro le violenze: tutela legale, supporto psicologico in chat, bodycam nei livelli più alti, mano pesante con multe e sanzioni contro singoli e società. E per dare maggiore eco al tutto la proposta di campagne di sensibilizzazione sui social, anche con campioni e influencer, documentari e mini-serie.
LE PAROLE DEGLI STUDENTI
“Tutto questo – sottolinea un gruppo degli studenti di Fondazione AMMI – con l’obiettivo di rendere la figura dell’arbitro più “umana”. Perché alla fine il calcio è solo un gioco, e come un rigore sbagliato non è la fine del mondo, non lo è nemmeno un fischio sbagliato”. “Perchè anche se in pochi la pensano così – aggiungono dei compagni – gli arbitri sono gli eroi invisibili che ci permettono di divertirci giocando a questo magnifico sport”.
Parole sante, per chi ama lo sport e i suoi valori più genuini. Nate da un percorso che, nell’accademia monzese, ha visto anche la testimonianza di Manuela Nicolosi, che ha incontrato tutti gli studenti di Sport, raccontando la sua straordinaria storia di passione e determinazione, che l’ha portata a eccellere nel mondo arbitrale, facendo da apripista, pluripremiata, dell’universo femminile. Una storia che ha racchiuso anche nel libro “Decido io”.