Mostra “Una vita per lo sport”, tra gender gap e pareggio di genere
Di LUCIA GALLI
Le olimpiadi in 100 foto, o una fotografia delle olimpiadi. Si può leggere a più livelli la mostra “Una vita per lo sport”, ma soprattutto è gradito l’abito rosa. Quello delle emozioni e del talento declinate al femminile. Fino al 25 marzo nel salotto buoni di Milano, lungo corso Vittorio Emanuele a Milano si potranno ripercorrere le gioie a cinque cerchi delle Olimpiadi di Parigi 2024, dove le atlete italiane hanno conquistato ben 7 medaglie d’oro sulle 12 vinte dal nostro Paese.
MOSTRA EN ROSE Con un centinaio di scatti tutti al femminile, è questa una delle prime iniziative milanesi dell’Olimpiade culturale, messa in campo da fondazione Bracco nell’ambito dell’impegno per le pari opportunità e contro i cliché di genere “100 donne contro gli stereotipi”. L’impegno della Fondazione è condensato nella ricca banca dati #100esperte, un portale che chiama a raccolta nomi di professioniste e accademiche in diversi campi, dalla scienza alla politica internazionale allo sport, per promuovere la visibilità nei media delle competenze delle donne e colmare il gap di genere.
PAREGGIO DI GENERE La mostra “en plein air” nel cuore di Milano è stata voluta dall’osservatorio di Pavia e dall’associazione Gi.U.Li.A ed è in collaborazione con il comune di Milano, fondazione Milano Cortina 2026 e con il Cio – comitato olimpico internazionale. Cento scatti, un unico battito di cuore. Così ci sono Martina Caironi, plurimedagliata paralimpica nel salto in lungo e nei 100 metri, ma anche Silvia Salis, campionessa di lancio del martello e vicepresidente del Coni. Ed ancora Diana Bianchedi, ex schermitrice due volte oro olimpico, fino alla giovane campionessa paralimpica di sci Martina Vozza con la sua guida Ylenia Sabidussi. A ritrarre i volti di queste ladies da medaglia è stato Gerald Bruneau: “Questa galleria di foto racconta storie intrise di valori forti che ci parlano di una incrollabile passione per lo sport”.
IL GENDER GAP NEI MEDIA In parallelo all’evento e per andare più in profondità, la fondazione Bracco ha commissionato una ricerca che è una vera prima, chiedendo di analizzare la copertura nazionale dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 vista da una prospettiva di genere. Realizzata da Charlotte Groppo, responsabile per l’uguaglianza di genere, la diversità e l’inclusione del Cio, a finire sotto la lente degli esperti è stata l’esposizione mediatica delle “signore delle Olimpiadi”. Con risultati sorprendenti e che fanno riflettere.
IL PAREGGIO CHE FA BENE I Giochi olimpici del 2024 hanno visto, per la prima volta della storia delle Olimpiadi, lo stesso numero di quote attribuite ad atlete ed atleti, facendo di Parigi 2024 il più grande evento sportivo paritario. L’Italia ha partecipato con una rappresentanza femminile del 48%, che ha ottenuto risultati importanti: 9 su 12 medaglie d’oro, 4 su 13 medaglie d’argento e 4 su 15 medaglie di bronzo. I 7 principali TG nazionali hanno dedicato 476 notizie ai giochi di Parigi 2024. La bella notizia? La copertura giornalistica è risultata distribuita ugualmente fra sport femminili (51%) e maschili (49%), con una visibilità quindi paritaria.
Il linguaggio utilizzato è stato per lo più inclusivo e non sessista (93%), rispettoso della dignità di donne e uomini.
Meno paritario è risultato il livello dei commentatori: il 74% era uomo, contro le signore, ferme al 26%. Stesso gap nel ruolo di portavoce: maschi al 67% versus ladies al 33%. In conclusione, però, la narrazione generale è risultata in linea con le raccomandazioni del Cio: la decostruzione di stereotipi, sia femminili, sia maschili ha funzionato; la copertura è stata complessivamente bilanciata e la visibilità paritaria.