“Con lo sport si superano i propri limiti. Adesso aiuto gli altri atleti”. Intervista a Martina Caironi
di EDOARDO CASATI
Martina Caironi non è solo un nome noto nell’atletica paralimpica, ma un simbolo di resilienza, forza e determinazione. Con il suo sorriso contagioso e la sua velocità impressionante, Martina ha conquistato non solo medaglie d’oro ai Giochi Paralimpici e ai Mondiali, ma anche il cuore di chiunque la segua. La sua storia è quella di una giovane donna che, dopo un incidente che le ha cambiato la vita, ha trovato nella corsa non solo una passione, ma una ragione per superare i propri limiti.
Prima dell’incidente del 2007 pensavi che lo sport potesse essere così importante nella tua vita?
“Per me lo sport è sempre stato importante. Non sono mai stata ferma ed ho provato fin da piccola tanti sport diversi, ecco perché anche dopo aver perso una gamba mi è sembrato naturale tendere verso una disciplina.”
La tua carriera, fino ad oggi, ha grandissimi risultati. Dietro alle cose belle c’è sempre un qualcosa che non va secondo i progetti. Qual è stato il momento, fino ad ora, più difficile da superare?
“Ce ne sono stati tanti, ma sicuramente l’infortunio del 2016 in cui sono stata 3 mesi in stampelle a pochi mesi dalla paralimpiade non è stato facile da superare sia a livello fisico che emotivo”.
Nel tuo caso, la cura dei minimi dettagli, soprattutto della protesi, quanto è importante avere accanto un team che sappia gestire qualsiasi imprevisto?
“È fondamentale potersi fidare dei proprio tecnici delle protesi, ma purtroppo l’errore umano è dietro l’angolo ed è capitato di dover risolvere problemi all’ultimo minuto”.
Da Londra 2012 a Parigi 2024, due ori con consapevolezze diverse. Possiamo dire l’inizio e forse la fine… Nelle tue ultime dichiarazioni, annunci il ritiro, sarà veramente così?
“Sicuramente a Los Angeles non ci andrò come atleta. È stata una carriera lunga che volge al termine nel migliore dei modi”.
Passando all’incredibile podio di Tokyo 2021 con Ambra e Monica, ragazze che grazie al tuo esempio sono arrivate ad essere tue compagne e rivali, cosa vuol dire tutto ciò per te?
“Significa molto, parla dell’eredità dei Giochi, della potenza della comunicazione. Per me vuol dire aver trovato due amiche e donne forti che mi hanno spronato fino alla fine: abbiamo spinto reciprocamente i nostri limiti sempre più in là”.
Cosa vuol dire essere membro dell’IPC athletes council?
“Rappresentare gli atleti a livello internazionale è un modo per dare voce a chi non ce l’ha e cercare tramite la mia esperienza di migliorare quella degli atleti in attività e delle future generazioni che verranno”.
Purtroppo in Italia le protesi sportive non sono ancora riconosciute come fondamentali perciò ogni atleta che le necessita deve sostenere questa spesa. Quanto è importante cambiare questa cosa affinché lo sport risulti più accessibile?
“È importante ribadire il diritto allo sport per tutti. Lo sport è entrato in costituzione ed ora bisogna passare dalle parole ai fatti”.
Cosa ne pensi del quarto posto, come primo dei non vincitori? E della filosofia di Quarto Posto News di voler raccontare tutta la grande bellezza dello sport, oltre il risultato?
“Per un atleta agonista l’ambizione più grande è l’oro, non ci possiamo girare attorno. Però sono d’accordo che ogni risultato vada preso con filosofia, perché il senso più grande dello sport è quello di dare il massimo di sé, di crescere grazie alla sfida, di maturare grazie agli avversari e alle dinamiche che internamente si vivono mentre si tende all’eccellenza.”
Martina, un autentico esempio dentro e fuori pista. Ogni sua parola è stata fonte di ispirazione, capace di ricordarci che la vera forza non sta solo nei muscoli o nella velocità, ma soprattutto nella capacità di rialzarsi dopo una caduta. Il suo percorso, costellato di sfide superate e traguardi raggiunti, dimostra che i limiti possono essere trasformati in opportunità e che, con determinazione e passione, ogni ostacolo può diventare un punto di partenza.