Nazionale NISS, intervista a Filippo Minichino: “Lo sport ha il potere di unire e non di dividere”
di FRANCESCO MAFERA
La Nazionale Italiana Sistema Sportivo (NISS) rappresenta un progetto innovativo e ambizioso, che riunisce le competenze e le energie di professionisti del mondo dello sport con un forte impegno verso la solidarietà e l’inclusione sociale.
In questo contesto, Filippo Minichino, uno dei componenti della NISS, si inserisce come attore fondamentale in un progetto che non solo promuove la passione per lo sport, ma si impegna anche a generare nuove opportunità per il settore, mirando a una gestione sana e innovativa dello sport in Italia. L’intervista con lui ci permetterà di esplorare il suo ruolo all’interno della NISS, le sue esperienze personali e la sua visione sul futuro di questa iniziativa.
Ciao Filippo, grazie per aver risposto alla chiamata di QPNews. Partiamo dalle tue impressioni iniziali: raccontaci brevemente quella che è stata la giornata che ha rappresentato l’evento inaugurale di questa nuova creatura che, non a caso, nasce ufficialmente con lo sbocciare di una nuova stagione, venerdi 21 marzo, nell’aula Marinozzi dell’Università degli Studi del Foro Italico.
“Ovviamente grande iniziativa con il Presidente di GESIS Italia Daniele Laureti nell’aula Marinozzi per una nazionale che racchiude veramente tanti organismi operanti nel comparto sportivo. Quindi il messaggio forte che questa nazionale vuole mandare è quello di “fare sistema” tra tanti operatori del sistema sportivo che, messi tutti insieme, può far capire che l’unione fa la forza in tanti ambiti sportivi. In questo caso anche calcistici, essendo questa una rappresentativa sportiva di calcio, anche con un mix di tanti giovani ed esperti e di esponenti in rappresentanza di vari organismi“.
Ecco, appunto: quali erano gli attori coinvolti?
“C’era il Presidente della NISS, nonché, come detto, Presidente della GESIS, Daniele Laureti, il Presidente del Comitato Fair Play, Ruggero Alcanterini. Oltre a loro erano presenti anche il Professor Carlo Tranquilli, membro onorario di questa nazionale, il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi del Foro Italico, Attilio Parisi che ricopre anche la carica di Presidente Onorario di questa nuova nazionale ed in qualità di ente di promozione sportiva il Presidente Regionale di OPES, Yuri Morici. Alla fine è arrivata anche la Presidente di Assemblea Capitolina, Svetlana Celli, in rappresentanza del Comune di Roma e da sempre vicina a questo tipo di eventi. Svetlana che, tra l’altro, ha formulato anche una proposta interessante chiedendo anche di fondare una NISS femminile. Dopodiché, si è proceduto alle foto di rito con tutta la squadra al completo“.
Come hai vissuto la nascita della NISS e cosa ti ha motivato ad aderire a questo progetto?
“C’è una frase simbolica a cui la NISS tiene tantissimo e che recita: ‘lo sport ha il potere di unire e non di dividere’. E’ proprio questo il messaggio, ovvero tante persone che dedicano tempo e passione allo sport, tra le quali anche quelle che lo fanno per professione, unite tutte insieme per realizzare questo progetto e poi per sensibilizzare i vari organismi a fare inclusione, a lavorare insieme con idee e sinergie comuni per il bene dello sport. E questo praticando il calcio, ma coinvolgendo anche chi proviene da altri movimenti. Io, sia come vice direttore di una testata giornalistica come Sport in Oro che da 40 anni racconta calcio giovanile e dilettantistico, che come organizzatore del Torneo Beppe Viola, che sta per giungere ormai alla sua 42esima edizione e rivolto ai giovani, mi sono detto che non potevo che aderire e partecipare attivamente a questa grande iniziativa“.
Quali sono gli aspetti che rendono la NISS così unica nel panorama sportivo italiano e come si integra con il settore sociale? In che modo pensi possa fare la differenza nel promuovere i valori di solidarietà e inclusione attraverso lo sport?
“Questa nazionale ha già vissuto il suo primo appuntamento sul campo, dando anche il suo contributo alla fondazione Emanuela Panetti, che opera in un ambito sociale e di solidarietà davvero molto importante. La NISS ne sposa la causa, essendo promotrice di questi aspetti a 360°. Per lo stesso motivo, siamo vicini anche alla Fondazione Bambin Gesù. Per fare un altro esempio, il prossimo appuntamento, sempre di sabato, sarà quello di un quadrangolare al quale parteciperà anche la formazione autistici della Romulea“.
Una iniziativa che, insieme a quello di tanti altri, porta con se soprattutto il nome e il cognome di uno dei suoi maggiori artefici, ovvero quello di Daniele Laureti. Persona molto attiva e che cerca di estendere il proprio operato a 360°…
“Beh, Daniele Laureti è un vulcano di idee. Lui poi organizza il Roma Caput Sport&Impiantistica, giunto alla terza edizione e che quest’anno sarà itinerante, con tanti sport coinvolti, così come gli enti di promozione sportiva, i patrocini di Sport e Salute, Regione Lazio e Comune di Roma per una macchina organizzativa importantissima. Quindi è vicinissimo alle tante problematiche del territorio a livello di impiantistica sportiva. Quando poi è arrivata la chiamata per questo nuovo progetto, non ho potuto dire di no, anche perché ormai ci lega un’amicizia da tanti anni. Quindi ho colto subito questa nuova opportunità che, tra l’altro, è anche un’occasione per tornare in campo e rimettersi gli scarpini, anche se con qualche chilo di troppo. Il che mi ha fatto davvero tanto piacere“.
Tra l’altro, questo nuovo progetto emergente ben si lega con un’altra importante dimensione connessa ai valori dello sport: stiamo parlando di “fair play”…
“Eh si, è il fair play a farlo da padrone. Anche perché comunque uno dei Presidenti, insieme a Daniele Laureti, è proprio Ruggero Alcanterini, numero uno del “Fair Play Italia”. Questa dimensione è quella che conta più di ogni altra nello sport. In questo caso, con tutti quegli operatori sportivi che ho appunto citato, senza fair play non si va da nessuna parte e quindi, a maggior ragione, questo aspetto è sicuramente il marchio di fabbrica di questa nazionale e di tutto il movimento che ruota intorno allo sport. Dico ‘Fair Play tutta la vita’ e siamo contenti di aderire al progetto, essendo tutti quanti portatori di valori come questo“.
Questa nazionale si prefigge il compito di viaggiare sul doppio binario delle attività promozionali e della competizione. Allora ti chiedo, scherzosamente, ma forse neanche troppo: sono per caso previste anche delle sessioni di allenamento?
“Assolutamente. Nazionale che prima di tutto ha già fatto 4 raduni. Dopodiché è stata formata attraverso una selezione, con il riconoscimento di certificati medici, tutto il kit indispensabile come la muta per gli allenamenti, la divisa ufficiale e tutto il resto. Curato tutto nei minimi dettagli grazie ad una grande organizzazione, un Presidente, un Direttore Sportivo, un Team Manager, un allenatore, un preparatore atletico etc. C’è tutto per fare benissimo: quindi anche sessioni di allenamento, tra l’altro molto faticose. E per questo rivolgo i miei complimenti all’organizzazione. Perché è studiato tutto nei minimi particolari, per una nazionale nuova ma con già tante idee e soprattutto con un marchio di professionalità che non è scontato“.
La tua esperienza ti ha permesso di lavorare fianco a fianco con tanti professionisti e dirigenti del settore sportivo. Qual è il valore della sinergia tra le diverse figure professionali nella NISS?
“La NISS racchiude tanti operatori dello sport: ci sono allenatori, presidenti, chi lavora per sport e salute, chi si occupa di comunicazione, chi organizza eventi, oppure, addirittura, anche chi è esperto di freestyle. Quindi veramente è un insieme di persone che lavorano per lo sport, nello sport e per le quali lo sport è passione. E quindi ecco che da la, se c’è l’unione di così tante componenti, si crea lo spessore giusto per costruire una qualcosa di importante“.
Guardando al futuro: quali sono i tuoi obiettivi personali all’interno della NISS?
“Vivere una bella esperienza nello spirito del fair play, stando a stretto contatto con tanti operatori dello sport che è una cosa bellissima. Quindi speriamo di raccogliere i frutti sul campo con tante soddisfazioni. Però il divertimento, il fair play e i messaggi di unione devono essere le cose principali. E poi mi auguro di riscontrare tanta solidarietà con le molte fondazioni vicine a questo grande progetto e alle quali noi per primi esprimiamo la nostra vicinanza, visto che ci sono tante persone che dedicano davvero molto tempo per il bene comune tra sport, inclusione, sociale e tanto altro“.