Calcio oltre le sbarre: sport, dignità e reinserimento sociale nei progetti della Lega Nazionale Dilettanti
di Luca De Simoni, coordinatore Area CSR LND
Negli ultimi anni, la Lega Nazionale Dilettanti (LND) ha sviluppato dei progetti innovativi all’interno degli Istituti Penitenziari italiani, volti a introdurre il calcio come strumento educativo e di reintegrazione sociale. In un sistema carcerario dove la percentuale di recidiva raggiunge picchi del 70%, questi progetti, nati con il supporto delle Direzioni Penitenziarie degli Istituti di Padova e Lanciano, si fondano sull’idea che lo sport, e in particolare il calcio, possa diventare un veicolo potente di trasformazione personale, soprattutto in contesti di marginalità estrema come il carcere.
Il cortometraggio Sopra la Barriera, realizzato da Bonfire, documenta con intensità narrativa e autenticità le esperienze delle squadre nate nelle carceri di Padova e Lanciano. Attraverso le voci e i volti dei detenuti, il filmato mostra come il calcio offra una via di riscatto, permettendo di riconquistare fiducia in sé stessi, gestire le emozioni e riscoprire il valore delle relazioni sane e costruttive.
Il calcio, quindi, assume una funzione pedagogica: il rispetto delle regole del gioco diventa un esercizio concreto di legalità, ben riuscito (viste le vittorie di entrambe le squadre in Coppa Disciplina), mentre il lavoro di squadra allena alla cooperazione e al riconoscimento dell’altro. Inoltre, la partecipazione a un’attività organizzata e regolare contrasta l’inerzia e l’isolamento, riducendo stress, aggressività e conflitti.
Ma l’impatto va oltre l’individuo. Il progetto contribuisce anche alla costruzione di un’immagine del carcere, che va oltre gli stereotipi e i pregiudizi. Come sottolineato da numerosi studi, l’accesso a programmi sportivi strutturati all’interno delle carceri può incidere significativamente sul tasso di recidiva, favorendo percorsi autentici di reinserimento. In questo senso, la LND e Sopra la Barriera mostrano che lo sport può diventare uno strumento di giustizia riparativa e di responsabilizzazione.
Il progetto ha anche un valore simbolico: restituisce dignità a persone che, pur avendo commesso errori, restano titolari di diritti fondamentali, tra cui quello all’educazione, alla salute e alla possibilità di cambiare. Iniziative come queste dimostrano che lo sport può abbattere barriere invisibili, costruendo ponti tra il dentro e il fuori, tra punizione e speranza.