Associazione Davide Astori, il presidente Miranda: “La grande bellezza è contribuire alla cultura sportiva”
di MARIELLA LAMONICA
Il 4 marzo 2018 sarà sempre un punto di non ritorno. Un punto di intimo dolore che ha inesorabilmente cambiato gli anni a venire, le visioni, le idee di chi ha toccato, sfiorato, ammirato persino a distanza, quel cuore buono che d’un tratto ha perso la rotta, e si è lasciato andare al sonno profondo della pace eterna.
Davide Astori da quel 4 marzo non c’è più. Quella dannata camera d’albergo di Udine se l’è tenuto stretto e non lo ha più lasciato andare via, provando a fare a botte con i ricordi, la dolcezza, l’amore, di chi, invece, Davide lo ha avuto accanto a sé anche solo per un pezzettino di vita minuscola. Il buio di quella notte gelida è rimasto un urlo strozzato in gola, ci sono voci più forti che provano a lenire ogni dolore ma che soprattutto cantano la verità.
E tra queste voci c’è anche quella dell’associazione Davide Astori, nata per omaggiare il desiderio della famiglia di Davide e di un gruppo di amici che hanno voluto onorare la sua memoria realizzando qualcosa di unico, esattamente come era lui. La mission è quella di riscoprire, diffondere e valorizzare la storia dello sport e del calcio in particolare, i principi ed i valori etici e morali ad essi sottesi contribuendo “alla grande bellezza di sviluppare la cultura sportiva”. Sono parole di Luigi Maria Miranda, presidente dell’associazione. Lui stesso spiega: “Siamo un unicum nel panorama associazionistico, frutto di un progetto nato qualche anno prima della vera e propria costituzione, e finalizzato a diffondere la cultura dello sport, evidenziandone i veri valori, ma tutto questo lo facciamo affrontando argomenti di carattere scientifico, medico, giuridico ed economico, abbiamo uno statuto che esplica nei dettagli i nostri obiettivi e che è il nostro biglietto da visita”.
La peculiarità sta proprio nell’affrontare questi argomenti collegati al mondo dello sport in modo che abbraccino un’ampia fetta di utenti, interessati a sapere e crescere, tanto quanto a fare del bene.
“La nostra attività è di carattere nazionale, per perseguire questi scopi importanti abbiamo bisogno, ad esempio, di un comitato scientifico affiancato da persone di livello, altrimenti diventa impossibile dare vita a convegni credibili e approfonditi” continua Miranda. “L’argomento della cardiomiopatia aritmogena è quello che più direttamente ci permette di onorare la memoria di Davide, e per questo ci siamo avvalsi della consulenza della dottoressa Sommariva del centro cardiologia Monzino di Milano”.
Tra i tanti eventi messi in atto in questi anni, forse quello che porta più orgoglio nelle tasche del Presidente è la raccolta fondi del 4 marzo 2023, quando allo stadio Franchi vennero raggruppati 18 mila euro destinati all’acquisto di farmaci, per un anno, per i bambini del Camerun affetti da anemia falciforme.
Ma come vengono scelti i temi da affrontare?
“C’è un consiglio direttivo che mette sul piatto possibili argomenti, con un filo conduttore che parte dall’interesse calcistico/sportivo e arriva alla possibilità di ottenere risultati concreti, la prerogativa è sempre quella di fare attività che siano utili e dalle quali poi scaturisca un effetto a cascata”. “Gestirsi bene porta, ad esempio, alla realizzazione di un centro sportivo, e di conseguenza al coinvolgimento di ragazzi che non staranno in mezzo alla strada ma che potranno cimentarsi in attività ludiche capaci di insegnarti la vita, di farti stare bene, ma a sua volta verranno assunti lavoratori, verranno un po’ alleggerite le problematiche che abbracciano la collettività, quando parlo di unicum parlo di questo, non ho notizia di altre associazioni che si occupino di tali argomenti in maniera così approfondita”.
Un altro tema toccato con mano alla Luis a Roma, lo scorso mese, è stato quello della sostenibilità delle società, argomento già trattato nel marzo del 2024, quando l’associazione è stata ospite del salone d’onore del Coni a Roma, in una tavola rotonda con il ministro Abodi e Giovanni Malagò, fra le altre cose Presidente Onorario dell’associazione stessa.
“Le società s’indebitano per vincere e questo viola il principio della lealtà sportiva, un padre di famiglia che non arriva a fine mese prova a ridurre i costi, questo le società non lo fanno, aggiungono debiti ai debiti contrariando le regole di diligenza, ma la corretta gestione finanziaria è un tema da trattare in maniera delicata e scrupolosa, tante società hanno capito quali sono i veri obiettivi da perseguire, non tutte, ma è bene sapere come muoversi, conoscere le norme, seguire passo dei business plan sostenibili, conoscere gli ostacoli e agire di conseguenza”.
Sempre alla Luis è stato messo in risalto anche il discorso del vincolo dei beni culturali. L’Italia è una paese con una ricca storia, e tanti, troppi impianti sportivi pubblici sono gravati da questo vincolo che non permette manovre di adeguamento, che forza lo scopo dell’impianto in un’unica direzione, gravando esclusivamente sulle amministrazioni comunali che faticano a tenerli in piedi. “Quando un impianto necessita di adeguamenti spetta all’amministrazione locale verificare i costi, ma se questi non fossero sostenibili sarebbe bene che il vincolo venisse rimosso per permettere anche ai privati di intervenire nelle infrastrutture, generando poi quell’effetto a cascata di cui si diceva prima”. E aggiunge ancora: “Diamo un’occhiata all’estero, la Johan Cruijff Arena è uno stadio ma anche un teatro per eventi musicali, Wembley è stato demolito ed oggi è uno degli stadi più moderni ma non ha perso la sua storia, c’è un museo che racconta ogni dettaglio del passato, lo stadio dell’Arsenal è stato rifatto in un altro quartiere di Londra ma conserva tutto dell’Highbury, ovvero la sede principale del club, io sono il primo a credere che la storia non si debba cancella, anzi, va messa in risalto, ma questo non significa vivere nel medioevo, il punto è affrontare la tematica in maniera omogenea perché in Italia questo vincolo ricorre ovunque”.
Presidente cosa la rende più orgoglioso di tutto il lavoro fatto fino ad oggi?
“Oltre la già citata raccolta fondi per i bambini camerunensi, non posso dire che ci sia solo una cosa a rendermi orgoglioso, il consiglio direttivo, tutti gli associati, il sostegno comune tra cui quello preziosissimo del Presidente Malagò e del Ministro Abodi, la possibilità di condividere con Renato, Anna e tutti gli altri componenti della famiglia Astori i nostri risultati, ma anche tutta la fatica che c’è dietro il raggiungimento dei nostri obiettivi è qualcosa di impagabile”.
E il sogno? Qual è ad oggi?
“Non è uno, sono tanti, sempre quello di porsi nuovi obiettivi e raggiungerli, di continuare ad essere utili, oltre che continuare ad onorare la memoria di Davide, come facciamo dal primo giorno, è una responsabilità importante ma che ci gratifica in ogni passo”.