Giro-E 2025: la corsa che pedala su amicizia, inclusione e divertimento
di EDOARDO CASATI
Il Giro-E Enel 2025, la versione a pedalata assistita del Giro d’Italia, alla sua settima edizione, ha preso il via da Ostuni e si è conclusa a Roma. Un lungo viaggio, attraversando l’Italia, con un messaggio chiaro e potente: lo sport è per tutti. Con 18 tappe, oltre 1.000 km di percorso e quasi 20.000 metri di dislivello, questa corsa unica nel suo genere non è solo un evento sportivo, ma un’esperienza collettiva fatta di amicizia, inclusione e puro divertimento.
AMICIZIA: PEDALARE INSIEME E’ PIU’ BELLO.
Nel ciclismo spesso si parla di squadra, ma al Giro-E la squadra è l’essenza stessa della corsa. Lontano dalle logiche esasperatamente competitive, qui si pedala fianco a fianco, ci si aiuta, si ride, si fa fatica insieme. Le 21 squadre partecipanti a questa edizione erano composte da ex ciclisti professionisti, come Andrea Tafi, Gianni Bugno, Miguel Indurain, Damiano Cunego, Sonny Colbrelli, Claudio Chiappucci, Igor Astarloa, Amedeo Tabini, Marco Canola, Sasha Modolo, Marco Benfatto, Lello Ferrara; volti noti come Elisa Scarlatta, Justine Mattera, Giuseppe Bica, Emiliano Cantagallo; l’atleta paralimpico Andrea Pusateri; appassionati, amministratori locali, giovani under 35, e protagonisti di progetti sociali e ambientali. In sella, si annullano le differenze: si è semplicemente compagni di viaggio. Ogni tappa è un’occasione per costruire legami, ascoltare storie, scoprire nuovi luoghi e, soprattutto, creare amicizie sincere e durature. Dalle campagne pugliesi ai tornanti del Mortirolo, il gruppo diventa una famiglia temporanea, unita dalla passione per la bici e dalla voglia di vivere un’avventura.
“È una bellissima opportunità, di poter condividere insieme a tantissime persone un’esperienza appassionante di 21 giorni, tra aggregazione e spirito di squadra. Mi fa respirare quell’aria di uno sport speciale che amo da quando ero bambino. Conoscere nuove persone, aggregazione, spirito di squadra”, racconta Andrea Tafi. “Per me Giro-E è in primis connessione – gli fa eco Amedeo Tabini – la possibilità di connettermi a nuove persone ed amici. L’emozione più grande è vedere persone arrivare al termine della loro esperienza emozionate e felici perché consapevoli di aver vissuto qualcosa di unico”.
INCLUSIONE: UNA CORSA ACCESSIBILE A TUTTI
Uno dei valori fondanti del Giro-E è l’inclusione. Grazie alle bici a pedalata assistita, la corsa diventa accessibile anche a chi, normalmente, non potrebbe partecipare a un evento ciclistico di tale portata. Il Giro-E abbatte le barriere fisiche e simboliche, permettendo a tutti di essere protagonisti.
Tra le iniziative più significative di quest’edizione c’è stata la partecipazione del team ANCI Politiche Giovanili, con amministratori locali e giovani under 35, ma anche squadre sostenute da Special Olympics o associazioni impegnate sul fronte della disabilità e della sostenibilità ambientale. Il messaggio è chiaro: nessuno resta indietro.
“Il Giro-E lo faccio dalla prima edizione, quest’anno, la famiglia Rovagnati, che ringrazio, mi ha nominato capitano dandomi l’onore e il privilegio di essere il primo capitano paralimpico. Mi ha permesso di realizzare il sogno, da atleta, di poter fare il giro d’Italia e, come manifestazione, ha la potenzialità di rendere il ciclismo accessibile a tutti”, sottolinea Andrea Pusateri.
E l’inclusione è anche territoriale. Il Giro-E attraversa grandi città, borghi storici e aree interne, portando visibilità, entusiasmo e consapevolezza. Ogni tappa è una festa per il territorio e un’opportunità di crescita collettiva.
“Per me il Giro-E è come prendere un caffè lungo lungo con l’Italia, pedalando. Un’avventura elettrica che unisce la passione per la bici, l’innovazione e la voglia di scoprire. Non è solo sport: è emozione condivisa, paesaggi che ti parlano e storie che si intrecciano a ogni curva. Che potenzialità ha? Tutte. Parla a chi ama le due ruote, ma anche a chi non sa ancora di amarle. È una finestra sulla mobilità del futuro, ma con il cuore ben piantato nelle nostre strade, nei borghi, nei sorrisi. È sostenibile, inclusivo e contagioso nel senso più bello del termine”, aggiunge entusiasta Giuseppe Bica.
DIVERTIMENTO: LA FESTA DELLA BICICLETTA
Il Giro-E è sì sport, ma è soprattutto festa e divertimento. Non c’è la pressione della classifica, ma la gioia di pedalare in libertà, respirando l’aria dei paesaggi più belli d’Italia. La carovana è colorata, inclusiva, piena di musica, selfie e abbracci. Gli arrivi in piazza sono accompagnati da applausi sinceri, non da cronometri.
“E’ un evento incredibile che vivo da ormai 7 anni. Pedalare sulle strade della corsa rosa poche ore prima dei professionisti… vi lascio immaginare l’emozione. La gente è già sui bordi della strada e ogni paese che attraversiamo è in festa!”, racconta Elisa Scarlatta.
Il “Green Fun Village by Continental” ha accolto ogni giorno i partecipanti e il pubblico con eventi, attività educative e momenti ludici. È uno spazio dove i temi della sostenibilità, dell’ecologia e della mobilità dolce vengono tradotti in iniziative concrete, accessibili e partecipate. Il divertimento passa anche per l’entusiasmo delle comunità ospitanti: bambini che preparano cartelloni, famiglie che si affacciano dai balconi, sindaci che accolgono la corsa con orgoglio. Il Giro-E trasforma ogni città di tappa in un piccolo festival della bici.
PEDALANDO VERSO IL FUTURO
Il Giro-E 2025 non è solo una corsa parallela al Giro d’Italia. È una manifestazione che interpreta i tempi nuovi, proponendo un ciclismo più umano, più vicino alle persone. In un mondo in cui lo sport rischia di diventare sempre più esclusivo e commerciale, il Giro-E riporta al centro la relazione, l’equilibrio e la gioia di stare insieme.
Amicizia, inclusione e divertimento non sono solo valori: sono la strada su cui il Giro-E pedala ogni giorno. Una strada che non è finita a Roma. Una corsa che lascia il segno non solo sulle gambe, ma soprattutto nel cuore di chi la vive.