“Il mio ricordo di Stefano Borgonovo, il suo insegnamento ai bambini…”
Di Gaia Simonetti
Le parole si sa, corrono veloci. Si inseguono, nella corsa con il tempo possono perdere.
Ci sono poi le parole, quelle che nascono dal cuore, che hanno la forza di ribellarsi agli anni che passano e, ogni volta che le ritrovi, ti emozionano, le vivi, le associ alla tenacia del ricordo e della persona che incarnava cuore e coraggio.
“Io, se potessi, scenderei in campo adesso, su un prato o all’oratorio. Perché io amo il calcio”. Parole semplici, ma straordinarie, salde, radicate a quell’amore genuino che si trasmette e che veste i panni di una guida, di una bussola per percorrere il cammino, con tante salite, della vita.
Queste parole le pronunciò Stefano Borgonovo, un uomo coraggioso, campione nella vita e in campo. La sua è un’autentica dichiarazione d’amore per il pallone e per la spensieratezza dei bambini che, oltre ad inseguirlo in campo, lo seguono come un amico.
Mi piace ricordare Stefano Borgonovo e la sua grandezza. Scomparso precocemente il 27 giugno 2013 (esattamente 12 anni fa) ha affrontato la malattia con dignità e determinazione. Lasciando l’eredità del suo esempio, che è un messaggio di impegno che continua a ispirare.
Nel mio percorso di comunicazione legata al calcio, la vita mi ha fatto incontrare la famiglia Borgonovo.
Con la figlia di Stefano, Alessandra, ho condiviso tappe professionali in Lega Pro, quando era Vicepresidente. Abbiamo costruito, anche nel ricordo dei valori del padre, iniziative sociali legate al calcio come ambasciatore di messaggi positivi. Abbiamo cercato di portare, in punta di piedi, un sorriso attraverso il pallone o la maglia dei club ai piccoli pazienti in più strutture pediatriche nelle città dei club di Lega Pro.
Alessandra Borgonovo era la prima a partire e a consegnare le maglie ai bambini, a fermarsi con loro, a raccontare del papà e della sua felicità quando si trovava a tu per tu col pallone. Con delicatezza, nel rispetto del dolore, con la voglia di poter essere per questi bambini quell’abbraccio che stringe forte. Quell’umanità, che bomber Borgonovo, non ha mai dimenticato e che portava nella vita come in campo.