Montespaccato no limits: percorso evolutivo sulla riqualificazione ed emancipazione
di FRANCESCO MAFERA
Montespaccato come club e quartiere evolve ancora in tema di iniziative. Una crescita che ha bisogno di estrinsecarsi per poter salvaguardare una storia dal sapore di rinascita. La giornata di martedi 24 Giugno è stata l’occasione per un nuovo appuntamento. Questa volta all’insegna della riqualificazione, in quella che è stata ribattezzata come la “Giornata Nazionale delle Periferie Urbane”.
Una manifestazione, quella organizzata martedì pomeriggio presso il Centro Sportivo di Via Stefano Vaj, nella quale sono stati passati nuovamente in rassegna i casi sotto esame del sodalizio romano con la partecipazione delle istituzioni: progetti che riguardano delle opere tanto attese quanto necessarie per dare nuovo impulso a iniziative volte alla prosecuzione della lotta di civiltà insieme a tutto il Quartiere. Una missione finalizzata al rilancio ulteriore dello stesso per la sua azione costante e sempre piú diversificata. Simbolo di resilienza per sostenere con invidiabile perseveranza i progetti di legalità contro le infiltrazioni della malavita organizzata, tanto da far si che questa realtà si erga da tempo a modello per tutta la nazione.
L’inserimento nel programma Sport e Periferie di un progetto urbano condiviso che va oltre il calcio
Il cuore pulsante dell’evento è stato l’annuncio di una rigenerazione urbanistica e sociale senza precedenti, resa possibile dal “Patto di Quartiere” siglato tra Governo, Regione Lazio e Comune di Roma. A partire da luglio inizieranno infatti i lavori di rifacimento dell’impianto sportivo, affidati a Sport e Salute S.p.A., grazie ai fondi del programma “Sport e Periferie”. Ma la novità più significativa è la presentazione del progetto “Spazio Civico di Comunità”, finanziato da ENEL Cuore Onlus, che garantirà accesso gratuito allo sport di base per circa 200 giovani e un ricco calendario di attività culturali e sociali. Una risposta concreta alla marginalità, con lo sport come strumento di emancipazione.
Il “rammendo urbano” di Renzo Piano: architettura che ascolta il territorio
Particolarmente atteso l’annuncio della riqualificazione dell’ex impianto sportivo “Fogaccia”, affidato all’Asilo Savoia in comodato gratuito per 30 anni dal Vicariato e oggetto di un progetto curato dal gruppo G124, creato dal Senatore a vita Renzo Piano. Il progetto mira a ricucire Montespaccato con la Riserva Naturale dell’Acquafredda, in linea con la visione della “Città dei 15 minuti” promossa da Roma Capitale.
Non si tratta solo di restituire uno spazio fisico, ma di rimettere in connessione un territorio, offrendo bellezza, fruibilità e senso di appartenenza anche a chi vive ai margini.
Le istituzioni ci sono: un segnale di presenza
Numerose le autorità presenti: il Viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, il Presidente della Commissione Periferie Alessandro Battilocchio, l’Assessore regionale Massimiliano Maselli, i rappresentanti di ENEL Cuore, Sport e Salute, Fondazione Roma e molti altri. Una partecipazione trasversale che conferma quanto il tema delle periferie sia centrale nell’agenda politica e sociale contemporanea.
“Lo sport come riscatto”: il messaggio del Presidente di ASP Asilo Savoia Massimiliano Monnanni
“Nonostante siano passati oltre sette anni dal sequestro giudiziario e non ci sia ancora una confisca definitiva — ha dichiarato Massimiliano Monnanni, Presidente dell’ASP Asilo Savoia — noi andiamo avanti. Talento & Tenacia continua a dare forma al riscatto, a Montespaccato come a Ostia. Lo sport di squadra non è solo competizione, ma inclusione, comunità, educazione e dignità.”
Lo sport sociale: la vera vittoria
Quello di Montespaccato è un modello che parla a tutta Italia. Non solo per i numeri o le coppe vinte, ma perché dimostra che sport e legalità possono convivere e moltiplicarsi, se messi al servizio di un progetto condiviso. È il trionfo di una pedagogia civile, dove il campo da gioco diventa terreno di cittadinanza attiva, di lotta alla dispersione scolastica, di risposta concreta alla criminalità.
Perché quando un pallone rotola su un terreno strappato alla mafia, non si gioca solo una partita: si vince una sfida collettiva.